Progettazione

Professioni/3. Direzione lavori e responsabilità solidale, «scudo» assicurativo più efficace

di G. La.

Direzione lavori e responsabilità solidale: al via una verifica sulle polizze in grado di proteggere realmente i professionisti. Dopo il lavoro di cernita delle assicurazioni, fatto subito dopo il varo dell'obbligo a carico delle partite Iva, il Cni si concentrerà nei prossimi mesi su un aspetto più specifico: la protezione dei professionisti costretti a subire le conseguenze del fallimento delle imprese, in caso di errori di esecuzione. Il Consiglio nazionale selezionerà contratti in grado di evitare problema per i propri iscritti, grazie a massimali adeguati e a clausola tagliate su misura.

A parlare della questione è Andrea Gianasso, consigliere del Cni e coordinatore del Gruppo di lavoro dedicato all'ingegneria forense. «La questione che ci è stata sollevata da più parti riguarda le direzioni lavori. Negli ultimi tempi accade spesso che i professionisti che hanno lavorato alla direzione lavori si trovino esposti alla responsabilità solidale rispetto agli errori delle imprese. Quando, però, le imprese falliscono, gli ingegneri rischiano di avere grossi problemi». La soluzione a questo problema, allora, passa dalle polizze. «Stiamo lavorando per selezionare delle coperture assicurative che garantiscano i professionisti in maniera adeguata, in caso di esecuzione lavori. Per noi gli obiettivi sono due. Il primo è quello di aumentare i massimali, l'altro è quello di selezionare clausole specifiche che proteggano gli ingegneri nei casi di responsabilità solidale, visto che in qualche caso le assicurazioni si rifiutano di pagare».

Il lavoro del gruppo che si occupa di ingegneria forense si concentrerà anche sui consulenti tecnici dei tribunali. In questo caso la priorità è la pubblicazione di un manuale di riferimento per la composizione delle parcelle da parte dei giudici. «Visto che non arrivano gli aggiornamenti dei parametri di riferimento per la liquidazione dei compensi - spiega Gianasso -, abbiamo deciso almeno di lavorare per eliminare le disparità tra i diversi tribunali che, spesso, applicano le norme in maniera diversa».

Il manuale è stato distribuito a tutti gli ordini provinciali. E contiene soprattutto due indicazioni. «La prima è di pagare in maniera differenziata i quesiti multipli e non accorpare le prestazioni dei consulenti». La seconda, invece, riguarda il tema delle vacazioni. «Dal momento che i pagamenti a vacazione oraria valgono pochi euro, la nostra indicazione per i tribunali è che, quando è possibile, bisogna sempre procedere con i pagamenti a percentuale, andando ad applicare i compensi di prestazioni simili per analogia. Lo conferma anche la cassazione». In questo modo, si dribbla il problema del mancato aggiornamento delle tariffe. Sul quale, dal ministero della Giustizia, nonostante i molti annunci, non arrivano segnali della prossima pubblicazione del decreto.

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