Progettazione

Post-Expo, il padiglione di Foster per gli Emirati lascia Milano per Masdar City

di Maria Chiara Voci

È stato uno dei padiglioni simbolo dell'Expo di Milano. La struttura – realizzata su progetto di Foster+Partners per gli Emirati Arabi Uniti – è stata smontata nelle scorse settimane ed è partita alla volta della sua seconda "vita". Sarà ricostruita presso Masdar City, una città-modello a bilancio energetico zero, sorta vicino ad Abu Dhabi nel 2008 su progetto dello studio Foster stesso.

«Una destinazione finale che era già stata preventivata e immaginata fin dall'inizio, secondo quanto indicato dalle stesse linee guida di Expo Milano – racconta l'ingegner Livio Trucano, amministratore della Dlt e direttore lavori per la fase sia di costruzione che di smantellamento -. Per questa ragione, il Padiglione è stato concepito per garantire sostenibilità sia nella fase di esposizione a Milano, che nella futura destinazione finale. L'intero manufatto è frutto di una dettagliata analisi dei componenti, per ottenere il miglior bilanciamento tra riuso, trasporto, riciclo e ricostruzione».

Negli Emirati, l'edificio – che si sviluppa su una superficie complessiva di circa 5000 mq distribuiti su tre piani fuori terra – ospiterà il Masdar Visitor Center, centro destinato ad accogliere i visitatori e a raccontare loro la storia di questa città laboratorio. La sua struttura metallica, interamente smontabile grazie alle giunzioni bullonate, è stata calcolata sia per le condizioni italiane sia per quelle emiratine, tenendo conto delle sollecitazioni sismiche e dell'ambiente salino di Abu Dhabi. Ogni componente è stato smontato, catalogato e spedito per il riutilizzo.

«Il concetto di "riuso" – prosegue Trucano - piuttosto diffuso per alcuni oggetti, come le bottiglie di vetro restituite e reimbottigliate, è per un intero edificio una forma di sostenibilità piuttosto particolare. Non a caso, tutto è stato studiato ad hoc fin dai primi passi».

I solai sono stati realizzati con lastre prefabbricate in cemento, facilmente rimovibili nella fase di smontaggio: in questo caso per il componente è stato previsto il riciclo nel nostro Paese, in quanto l'analisi di sostenibilità del trasporto sino a Masdar ha dimostrato come questa sia la scelta a minore impatto ambientale. Le pareti dell'edificio, elemento distintivo dell'intervento, sono state realizzate mediante 900 pannelli di Grc, cemento rinforzato con fibra di vetro: riproducono, nelle forme e nei colori, le dune degli Emirati e l'ingresso al Padiglione, attraverso un percorso tra le pareti alte 12 metri, che utilizzano gli antichi principi di schermatura solare presenti nell'architettura del luogo. I pannelli, tutti differenti tra loro e dotati di un telaio metallico posteriore per l'aggancio alla struttura metallica principale, sono stati spediti via nave al porto di Abu Dhabi.

«Per l'impianto di illuminazione – continua ancora il direttore lavori - è stata utilizzata la tecnologia Led a basso consumo e tutte le lampade saranno nuovamente impiegate nel sito di Masdar. Quanto agli impianti di ventilazione, condizionamento e distribuzione dell'energia elettrica, essendo stati progettati secondo le caratteristiche del clima italiano e della normativa locale, non possono essere riutilizzati negli Emirati. In questo caso la sostenibilità viene perseguita tramite un accordo di "buy-back" con l'impresa costruttrice italiana del Padiglione, che ha provveduto a recuperare tutte le componenti impiantistiche per riutilizzarle in altri interventi, confermando la pratica del "riuso" presentata in precedenza».

Alla fine dello smontaggio, anche il sito milanese verrà riportato alle condizioni originali antecedenti alla costruzione. «Anche questo - conclude Trucano – fa parte di un disegno complessivo di sostenibilità. Il terreno utilizzato viene restituito libero, pronto così per un nuovo ciclo di riuso del territorio».

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