Progettazione

Cappochin (architetti): «Ottima iniziativa che aiuterà i giovani, oggi è una giornata di festa»

di Massimo Frontera

«Oggi è una giornata di festa perché, per come è impostato questo nuovo modello, si dà una grande spinta ai concorsi. Cinquantadue concorsi in un colpo solo è una grande novità». Giuseppe Cappochin, presidente del consiglio nazionale degli architetti, è entusiasta del concorso internazionale di idee che il ministero dell'Istruzione ha presentato ufficialmente e che prenderà il via la prossima settimana. Cappochin sottolinea anche l'importanza di aver scelto la modalità telematica (peraltro utilizzando la piattaforma "Concorrimi" ideata dagli architetti).

«Il fatto stesso che i concorsi vengano fatti on line - spiega - oltre a semplificare la vita di chi partecipa rende anche la vita più difficile a chi vuole fare ricorsi. È sicuramente un grosso passo in avanti. Senza contare che - essendo on line - viene data a tutti i progetti la stessa visibilità e c'è un comportamento omogeneo della giuria nel valutare i progetti. Quando i progetti sono esposti può capitare che qualcuno non venga neanche guardato».

«Noi architetti - aggiunge - diffonderemo questa iniziativa in maniera capillare sul territorio italiano. Anche perché questa è una occasione per i giovani per esprimere la grande capacità che hanno, le loro idee e l'utilizzo dei nuovi sistemi. Ma è chiaro che, finché si fanno gare basate sul fatturato, i giovani sono esclusi dal mercato». «Nel bando - sottolinea Cappochin - è specificato che i raggruppamenti devono avere anche un giovane».

L'unica ombra è quella dell'affidamento dell'incarico al vincitore. «Nel bando è specificato che l'ente locale può affidare la progettazione, ma non è obbligato. Noi vorremmo arrivare a che il progettista vincitore venga sempre coinvolto nelle fasi successive, perché se viene premiata un'idea è anche giusto che non si corra il rischio che quell'idea venga snaturata».

Più in generale il presidente degli architetti spera che questa iniziativa produca un'effetto volàno che faccia crescere la cultura del concorso in Italia. «Negli altri Paesi i concorsi si concludono sempre con un vincitore e con la realizzazione dell'opera - ricorda -. Sono tornato da poco da Amburgo ed Essen, e vedo che nelle grandi riqualificazioni urbane tutto, dal masterplan fino al singolo edificio privato, il progettista viene selezionato con il concorso. E lì i concorsi si fanno, si vincono e si realizzano. In Italia, purtroppo, i concorsi - pochi - che si fanno finiscono con un ricorso al Tar».

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