Progettazione

Ingegneri, rischio fuga scongiurato: negli ultimi due anni in aumento professionisti, donne e lauree triennali

di Giuseppe Latour

Professionisti in aumento, anche se leggero. Ottima performance della sezione B, dedicata ai laureati triennali. Crescita della componente femminile. E, sotto il profilo territoriale, dominio di tre città: Roma, Napoli e Milano. Dicono questo i dati appena pubblicati dal Centro studi del Cni sulle iscrizioni degli ingegneri italiani. I trend degli ultimi anni, in altre parole, si confermano senza sorprese e senza il crollo che qualcuno aveva temuto. Resta il peso decisivo del Sud che, complessivamente, persa per circa il 40% del mercato nazionale.

«I timori di una fuga dall'albo degli ingegneri sembrerebbero per il momento attenuati», spiegano dal Centro studi del Consiglio nazionale. E' vero che il ritmo di crescita è, negli ultimi due anni, decisamente rallentato, ma è pur vero che anche nel 2016 si registra un aumento delle iscrizioni. Siamo a quota 238 mila, un migliaio in più dello scorso anno. Analizzando i dati più nel dettaglio, appare evidente come il risultato positivo sia correlato soprattutto all'incremento di iscritti alla sezione B, gli ingegneri junior. Anche se si tratta comunque di valori molto ridotti rispetto ai colleghi quinquennali: parliamo di meno di 10mila unità. Un dato che conferma il pressoché totale disinteresse dei laureati di primo livello verso l'abilitazione professionale.

Guardando alla distribuzione territoriale, il maggior numero di iscritti si registra nelle regioni meridionali: quasi il 40% degli ingegneri della sezione A e circa la metà degli juniores appartengono infatti ad un ordine provinciale del Sud. In assoluto, comunque, la Lombardia si conferma ancora una volta la regione con il maggior numero di ingegneri iscritti all'albo: complessivamente, tra iscritti alla sezione A e iscritti alla sezione B, si supera abbondantemente la soglia dei 30mila. Seguono Lazio (27.639 iscritti) e Campania (26.138 iscritti).

Per questo motivo, allora, Roma, Napoli e Milano risultano nell'ordine gli albi provinciali con il maggior numero di iscritti, annoverando complessivamente 47.619 ingegneri. In altre parole, in Italia, un ingegnere su cinque è iscritto ad uno di questi tre albi. Un dato curioso: gli ordini di Caltanissetta e Prato risultano quelli con la quota più elevata di ingegneri juniores. Rispettivamente l'11% e il 10,4%, a fronte di una media nazionale pari al 3,8 per cento.

Prosegue invece inarrestabile la crescita della componente femminile: nel 2016 essa costituisce il 14% degli ingegneri iscritti, laddove nel 2015 era il 13,7%. La regione più "rosa" si conferma ancora una volta la Sardegna, in cui circa un quarto degli ingegneri è di sesso femminile. Campania, Veneto e Molise risultano, al contrario, le regioni in cui il tasso di presenza maschile è più elevato, arrivando a sfiorare il 90 per cento.

Per quanto concerne la distribuzione tra i tre settori dell'albo, civile ed ambientale, industriale e dell'informazione, è bene evidenziare che oltre i due terzi (68,6%) degli ingegneri iscritti alla sezione A, laureatisi con il vecchio ordinamento e iscritti prima dell'avvento della suddivisione in sezioni e settori, hanno optato per l'iscrizione in tutti e tre i settori dell'albo. I dati relativi agli altri ingegneri di "nuova generazione", invece, evidenziano, come prevedibile, una indiscutibile preferenza verso il settore civile ed ambientale sia nella sezione A che nella B: tra gli oltre 70mila ingegneri che si sono iscritti ad uno o al massimo a due settori della sezione A, quasi il 71% appartiene al settore civile ed ambientale, mentre per ciò che riguarda invece la sezione B, dove l'iscrizione è "monosettoriale", la quota di juniores iscritta al settore civile ed ambientale è pari al 54%.

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