Progettazione

Biennale, il Padiglione Italia riparte dalle periferie (con Renzo Piano)

di Massimo Frontera

Venti progetti realizzati in Italia (ma non solo) che mostrano come l'architettura abbia contribuito a dare la giusta risposta di miglioramento urbano e civile. Attraverso questi 20 progetti - che saranno esposti nel Padiglione Italia della Biennale di Venezia, curato da Tamassociati - si cercherà di indirizzare l'attenzione sui segnali di cambiamento già in atto nel Paese, nel rapporto tra architettura, patrimonio pubblico e, soprattutto, società civile, accendendo un faro sul ruolo dell'associazionismo e la cooperazione nel miglioramento del "Bene Comune", cioè lo spazio di tutti. "Taking care. Progettare per il bene comune", questo è il tema scelto dai curatori. Gli anni del progetto-simbolo associato all'archistar, del landmark urbano associato alla grande firma, del maxi-investimento milionario della committenza privata sono lontani anni luce. L'architettura che questa Biennale racconterà (a partire dal 28 maggio prossimo) è una architettura quasi sussurrata, popolare, civile; un'architettura che si accompagna e si fonde con il lavoro, altrettanto importante, di facilitatori urbani, associazioni civiche, fondazioni, istituzioni e semplici cittadini.

Le dieci declinazioni di Bene Comune
«Abbiamo individuato - racconta Simone Sfriso di Tamassociati - dieci possibili declinazioni del concetto di bene comune: legalità, salute, abitare e città, ambiente e paesaggio, istruzione, cultura, spazio pubblico, scienza, alimentazione e lavoro». «Per ciascuno di questi temi - prosegue Sfriso - ci saranno due progetti, due buone pratiche in cui si realizza il bene comune. Venti progetti che in realtà afferiscono a queste dieci categorie, ma in realtà sono progetti trasversali e toccano molti di questi temi e quindi questa griglia si stempera».

I rammendi di Renzo Piano
Bocche cucite sui nomi selezionati, anche se, dice Sfriso, i progetti di giovani saranno prevalenti. Di certo, nei 1.800 metri quadrati delle Tese delle Vergini, dell'Arsenale di Venezia, che ospiterà il Padiglione Italia, saranno raccontati anche i "rammendi" di Renzo Piano. Come è noto, il senatore Piano ha dato vita al gruppo G124 con giovani architetti e ha promosso alcuni interventi nelle periferie di Catania, Roma, Torino e ora è al lavoro nelle città di Milano Giambellino e Venezia Marghera.

Padiglione low cost con pannelli riciclati
Il Padiglione sarà anche low cost. Il costo di 800mila euro lordi sarà coperto solo per metà dai fondi pubblici del ministero dei Beni Culturali, mentre per il resto si farà appello a sponsor tecnici e sponsor finanziari (alcuni contratti non sono ancora stati chiusi, ha riferito Sfriso). Sempre per contenere i costi, si fa ricorso a diverse forme di riciclaggio. Alcuni pannelli, saranno quelli usati dall'Irlanda nel Padiglione dell'Expo. L'impianto di illuminazione è quello della scorsa edizione della Biennale e così pure alcuni elementi in cartongesso.

Cinque progetti su container da realizzare con crowdfunding
Accanto all'esposizione c'è anche l'azione, con progetti-modello che cercheranno di indicare una strada di come l'architettura si sposi all'azionismo e alla cooperazione. «Abbiamo cercato di attivare un laboratorio sperimentazione - racconta Massimo Lepore -: abbiamo raccolto attorno a un progetto cinque studi di architettura italiani che svilupperanno cinque progetti inediti assieme a cinque associazioni italiane attive in contesti di marginalità e difficoltà». L'obiettivo sarà la realizzazione di cinque «dispositivi mobili carrabili», cioè container che «a fine esposizione saranno affidati a cinque associazioni perché li utilizzi per la loro attività». «Questo pone una domanda - aggiunge Lepore -: come fare una architettura capace di includere e coinvolgere; e come costruirla assieme a una nuova committenza». «In tutta la mostra - aggiunge Lepore - troverete evidenziato molto evidenziato il ruolo della committenza, perché riguarda il ruolo che l'archtietto intesse con la società civile». Per la realizzazione dei progetti saranno lanciate cinque proposte di crowdfunding.

Franceschini: a breve vincolo su tutta l'edilizia del dopoguerra
«Le periferie sono luoghi in cui è possibile innestare le architetture contemporanee: qui si gioca la sfida del nostro secolo, a cominciare dal superamento della marginalizzazione», ha detto il ministro dei Beni Culturali, Dario Franceschini, aggiungendo che «la bellezza è anche nella periferia, e presto tutta l'edilizia del dopoguerra sarà assoggettata al vincolo dei 70 anni per la tutela: questo comporterà una riflessione».

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