Progettazione

Via alla Triennale, l'esposizione «diffusa» che vorrebbe dirci dove stiamo andando (ma non ce lo dice)

di Mariagrazia Barletta

Comprendere il presente per tentare di orientarsi nel futuro. Apre con una motivazione ambiziosa la XXI Triennale «21st Century. Design After Design». Decodificare il nostro secolo per comprendere i cambiamenti che investono la progettazione, è il filo conduttore della manifestazione. Fino al 12 settembre, mostre, eventi, installazioni e conferenze aiuteranno a costruire un dibattito corale, che intende mettere a nudo questioni cruciali degli ultimi anni, come le trasformazioni dopo la crisi, le nuove responsabilità dell'architettura, la progettazione inclusiva, il rapporto tra arte e architettura, tra donne e progettazione, tra artigianato e design. La XXI Triennale si presenta come una rassegna diffusa sul territorio alla quale partecipano le maggiori istituzioni coinvolte nei campi della progettazione. L'Esposizione, infatti, valica le mura del Palazzo dell'Arte per coinvolgere una ventina di luoghi, dalla Triennale al Pirelli Hangar Bicocca, dai Campus del Politecnico al Mudec, fino a Villa Reale a Monza.

Cino Zucchi e Luisa Collina coniano un neologismo: "Sempering" per intitolare la mostra da loro curata, allestita negli spazi del Mudec. Punto di partenza è il pensiero dell'architetto tedesco Gottfried Semper insieme alle categorie che il teorico dell'Ottocento aveva elaborato, elevandole a fondamento di ogni architettura e tecnica, di qualsiasi epoca e luogo. Le categorie di Semper, aggiornate, diventano una chiave per dare sistemazione e interpretare la produzione internazionale di architetture, paesaggi e oggetti dell'ultimo decennio. Le otto categorie (impilare, intrecciare, plasmare, connettere, piegare, disporre, incidere, soffiare) rappresentano «otto metamorfosi che trasformano materiali o componenti in "manufatti", in elementi attivi della nostra vita quotidiana e della nostra cultura», spiegano i curatori.

I progetti in mostra, raggruppati utilizzando il filtro delle otto azioni, mettono in evidenza la pratica che li ha generati, ed è quella che diventa il punto di contatto che accomuna progetti e oggetti di una stessa sezione. «Ne emerge - spiegano ancora i curatori - una fotografia del progetto contemporaneo ricca e complessa, in cui coesistono lavori fortemente radicati nei propri contesti e altri che reinterpretano e reinventano pratiche sedimentate altrove, dando vita a un grande e mutevole "telefono senza fili" di immagini e pratiche progettuali».

Sempre riferita all'architettura, ma soprattutto alle sue nuove responsabilità e al rapporto con l'arte, è la mostra Architecture as Art, ideata e diretta da Pierluigi Nicolin e curata da Nina Bassoli. Nello spazio museografico dello "Shed" dell'Hangar Bicocca, niente disegni o modellini, ma 14 campioni di architettura "al vero" firmati da rinomati progettisti. Tra questi alcuni nomi partecipanti anche alla Biennale di architettura di Venezia: i cinesi di Amateur Architecture Studio, Maria Giuseppina Grasso Cannizzo, Carrilho da Graça arquitectos, Atelier Bow-Wow dal Giappone, gli statunitensi di Rural Studio e Studio Mumbai dall'India.

Al legame tra architettura e arte è legata anche Arch and Art, promossa da Domus e curata da Nicola Di Battista. Nei giardini della Triennale nascono cinque padiglioni architettonici, ciascuno frutto del lavoro di un architetto che ha lavorato in coppia con un artista per dimostrare il legame trasversale che unisce un'opera architettonica a un'opera d'arte e viceversa. Ad essere coinvolti sono grandi nomi: David Chipperfield e Michelangelo Pistoletto, Michele De Lucchi ed Enzo Cucchi, Hans Kollhoff e Mimmo Paladino, Eduardo Souto de Moura e Jannis Kounellis, Francesco Venezia e Ettore Spalletti.

La produzione artistica che si è confrontata con il tema del sacro, raccontata attraverso opere d'arte, fotografie, progetti di architettura e musica, è il tema di Design Behind Design, una mostra promossa dall'Arcidiocesi di Milano, che si tiene al Museo Diocesano. In esposizione, lavori di grandi autori, tra i quali: Fontana, Paladino, Ponti, Figini e Pollini, Magistretti, Mangiarotti e Caccia Dominioni.

Campus & Controcampus è la mostra dedicata ai campus universitari al centro del dibattito sul futuro milanese (progetto del Politecnico di Milano). Archidiversity (a giugno all'Expo Gate) mostrerà i risultati di un progetto sul design for all curato dall'imprenditore, legato a noti brand del design, Rodrigo Rodriquez, dall'architetto Luigi Bandini Buti, esperto di ergonomia e dall'architetto Giulio Ceppi, progettista dell'Autogrill Villoresi Est a Lainate (Milano). Per divulgare i principi etici della progettazione inclusiva i promotori hanno coinvolto firme note dell'architettura milanese.

Riportare all'attenzione realtà messe al margine come la progettualità femminile nel design e l'interior design è l'obiettivo di altre due iniziative. La rinnovata forza della creatività femminile che si riversa nel design è il tema della nona edizione della Triennale Design Museum (2 aprile 2016 – 19 febbraio 2017). La mostra, intitolata W. Women in Italian Design, allestita alla Triennale e curata da Silvana Annicchiarico, è un tentativo di far uscire dall'ombra una storia ignorata da storici e teorici, che mette in luce una creatività, quella legata alla cultura femminile, spontanea e dinamica.

Per tutta la durata della manifestazione, sempre alla Triennale, con la mostra Stanze. Altre filosofie dell'abitare, a cura di Beppe Finessi, il Salone del Mobile di Milano ha voluto mettere in scena il talento di alcuni progettisti nel campo della progettazione d'interni. Una disciplina poco riconosciuta, ma che spesso dà vita ad ambienti molto raffinati. La mostra espone opere di autori che in anni più recenti hanno mostrato il loro talento. Gli autori - Andrea Anastasio, Manolo De Giorgi, Duilio Forte, Marta Laudani e Marco Romanelli, Lazzarini Pickering Architetti, Francesco Librizzi, Alessandro Mendini, Fabio Novembre, Carlo Ratti Associati, Umberto Riva, Elisabetta Terragni - hanno dato vita a una sequenza di ambienti, in ognuno dei quali ciascuno ha espresso la propria filosofia dell'abitare.

Ritornando al tema del design, la mostra di Andrea Branzi e Kenya Hara, Neo Preistoria - 100 Verbi (alla Triennale) è un percorso che collega idealmente 100 strumenti, ascrivibili a diverse epoche, dalla preistoria ad oggi. La tesi: nel campo del design il XXI secolo è come una nuova preistoria, manca una direzione che guidi le nuove invenzioni. Come per la ruota, nata millenni fa, queste nascono in maniera casuale senza seguire un disegno preciso.

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