Progettazione

Dal bar minimal in Sicilia al rifugio-cella sulle Dolomiti: quando il progetto è micro

di Massimo Frontera

Un semplice bar-bistrot restituisce un senso a una periferia anonima di Ragusa. Una stanza mobile e interamente vetrata consente di passare una notte speciale sulla cima di una vetta dolomitica. Sono le due architetture minime che cambiano le prospettive dei luoghi in cui si inseriscono.

Una birra e quattro chiacchiere
Il progetto "ecobar" di Ragusa, ideato dall'architetto Giuseppe Guerrieri, nasce dalla riconversione di una struttura che ospitava la biglietteria della vicina polisportiva. Entrambe strutture da tempo inutilizzate e abbandonate. «L'immobile - racconta la scheda sul sito dell'architetto - di proprietà comunale, è stato oggetto di un bando di concorso per l'affidamento a privati con l'obiettivo non solo di ristrutturare un bene ormai in condizioni fatiscenti, ma principalmente di coniugare i desideri e le aspirazioni private con le necessità pubbliche».
Da qui è nata l'idea di dare alla vecchia struttura, peraltro assolutamente anonima, un senso architettonico e una nuova funzione: quella di un bar-bistrot. La piccola architettura, anche per il colore scelto - un appariscente "total yellow" - rappresenta un landmark che contribuisce a migliorare la qualità del quartiere, periferico e anonimo, in cui si inserisce.
«Il progetto - si legge sempre nella descrizione del progetto -, nel rispetto del regolamento edilizio e del budget, si risolve grazie a una pelle esterna, realizzata con materiali low cost e da riuso, che ne ridisegna la sagoma (pannelli di aquapanel e listelli di legno da carpenteria). Le bucature dei prospetti laterali (che si affacciano sul palazzetto dello sport a sud e sulle cooperative in costruzione a nord) vengono schermate dal nuovo filtro; due ampie vetrate dei prospetti frontali permettono invece la visuale sul paesaggio urbano. Una porzione del rivestimento è pensato per essere all'occorrenza ribaltato creando dei tavoli esterni».

Tu, il silenzio e le stelle
Raniero Campigotto gestisce il Rifugio Col Gallina sulle Dolomiti sopra Cortina. Pur non essendo un architetto di professione si è inventato una perfetta architettura minima, che ha battezzato "starlight room", che consente la confortevole permanenza in un ambiente - quello di alta montagna - altrimenti inaccessibile senza una adeguata protezione alle basse temperature e alla tipica volubilità meteorologica delle elevate altitudini.
Il rifugio-cella è costruito per contenere un letto matrimoniale. Ha le superfici quasi interamente vetrate, ed è stato concepito al solo scopo di godere la vista notturna del cielo stellato dell'alta montagna immersi nel silenzio e lontani da fonti di inquinamento luminoso. La struttura può essere posizionata, spostata e rimossa in modo rapido e semplice, in quanto montata su un paio di appositi sci.

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