Progettazione

Centro studi Cni: prosegue il calo dei laureati in ingegneria civile e ambientale

di Giuseppe Latour

Laureati in crescita, anche se di poco. Dice questo la rilevazione del Centro studi del Consiglio nazionale degli ingegneri, costruita su dati del Miur. I corsi di laurea in ingegneria, nel corso del 2014, tengono: le rilevazioni parlano addirittura di una leggera crescita dello 0,7 per cento. Una crescita che, però, ha dentro tanti fenomeni diversi. Calano, infatti, i laureati di primo livello e, allo stesso tempo, soffrono alcune tipologie di laurea, soprattutto in campo civile e ambientale, complice la crisi economica. Si conferma, invece, sotto il profilo della ripartizione territoriale, la grande forza dei due politecnici di Milano e di Torino.
La rilevazione del Centro studi dice che gli studenti che hanno conseguito un titolo utile per accedere all'albo degli ingegneri nel 2014 sono aumentati, raggiungendo quota 52.495 (lo 0,7% in più rispetto al 2013), pari al 17,2% dell'universo dei laureati.
Una precisazione va fatta sul Dpr 328/2001, che ha allargato la possibilità di accedere all'albo degli ingegneri anche a laureati provenienti da corsi di laurea attinenti a "ex-facoltà" diverse da ingegneria (architettura, scienze matematiche, fisiche e naturali).

Se tuttavia si limita l'osservazione ai soli laureati delle classi più specificatamente ingegneristiche (i laureati "tipici"), il tasso di crescita dei laureati dell'area ingegneristica è ancora più elevato: in questo caso infatti il numero di laureati, di primo e secondo livello, arriva a 45.028, il 3,6% in più dei laureati 2013. Va evidenziato inoltre che gli ingegneri "tipici" di primo livello hanno fatto registrare, nel 2014, un incremento del 5,1% rispetto all'anno precedente, in controtendenza con l'intero universo dei laureati con competenze ingegneristiche tra i quali si registra, al contrario, un calo dello 0,3 per cento.
Guardando alle facoltà, più di un quarto dei laureati ha frequentato il proprio corso di laurea presso uno dei due politecnici di Milano e di Torino, i principali centri di formazione ingegneristica italiani. Per entrambi si rileva un incremento del numero di laureati: +5,6% per il Politecnico di Milano (in assoluto l'ateneo con il maggior numero di laureati) e +9,8% per quello di Torino. In flessione (-12,6%), al contrario, il numero di laureati presso la Sapienza di Roma, che conferma comunque la terza posizione nella graduatoria. In undici atenei (di cui 3 in teledidattica) si sono registrati meno di cento laureati.

Analizzando la distribuzione dei laureati in base alla loro residenza territoriale, la popolazione a maggior vocazione ingegneristica risulta in assoluto quella della provincia di Parma con sedici laureati in "ingegneria" ogni 1.000 giovani in età 18-25 anni. Seguono Ascoli Piceno, Lecco, L'Aquila e l'intero Molise, mentre al contrario, la provincia di Bolzano e il nord della Sardegna sono le aree in cui la propensione agli studi ingegneristici è minore.
Per quanto riguarda le tipologie di laurea, si rileva un brusco calo della componente civile ed ambientale tra i laureati di primo livello (-7,2%), mentre tra quelli di secondo livello essa rappresenta ancora il grosso dei laureati, costituendo con 10.794 laureati quasi il 45% dell'universo dei laureati di secondo livello ingegneristici. In grande ascesa, sia tra i "triennali" che tra i magistrali la quota di laureati degli indirizzi attinenti al settore "industriale" (rispettivamente +4,6% e +6,8%).

La flessione della componente "civile e ambientale", così come la contemporanea crescita di quella "industriale" è strettamente correlata alla congiuntura economica, che in questa fase sfavorisce di gran lunga il settore civile ed ambientale. Nel 2014, infine, raddoppia quasi il numero di laureati ingegneristici delle università telematiche, arrivando a sfiorare quota 600.

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