Progettazione

Un «guscio caldo» immerso tra le montagne: a Udine l'albergo diffuso firmato Ceschia e Mentil

di Francesca Oddo

Il lavoro di Federico Mentil e Gaetano Ceschia nelle Alpi Carniche, luogo di origine del primo, è un mosaico di piccole e preziose architetture che esprimono qualità diffusa per una teoria di aspetti, fra i quali l'equilibrio fra l'ambiente costruito e il paesaggio, il dialogo garbato fra il linguaggio innovativo e le voci della memoria, la capacità di rendere lo spazio ricco di contenuti con un vocabolario asciutto e poetico, ragionato e sentito. Dopo la casa studio per un geologo a Paluzza, il deposito per attrezzi agricoli a Timau, il recupero del cimitero storico di Cleulis, il nuovo intervento per un'unità residenziale a servizio dell'Albergo Diffuso di Paluzza conferma la sensibilità e l'acume con i quali lo studio veneziano affronta (con poche risorse e molta qualità) il rapporto fra innovazione e tradizione.

Finalista all'ultima Medaglia d'Oro della Triennale di Milano, il progetto vede due protagoniste - architettura e montagna - confrontarsi in maniera calibrata, secondo una regia di forme e materiali concepita con estrema cura e attenzione. Fra di esse non c'è alcuna interferenza o dissonanza, piuttosto concorrono a stabilire un'atmosfera meditativa, silenziosa nella quale l'architettura diventa un guscio caldo e sicuro dal quale osservare gli umori della montagna durante il corso della giornata.
L'intervento, semplice e schietto, si inserisce nel più ampio progetto integrato mirato alla realizzazione dell'Albergo Diffuso di Paluzza, finanziato per il 50% dalla Regione Friuli Venezia Giulia attraverso fondi comunitari e per la restante parte dai privati coinvolti. Piuttosto che costruire nuove e imponenti strutture alberghiere, l'obiettivo è stato quello di recuperare il patrimonio edilizio esistente, nello specifico piccoli fabbricati sparsi sul territorio, con lo scopo di promuovere una nuova forma di turismo più sostenibile, a basso costo, capace di contribuire alla rivitalizzazione di luoghi non più abitati, alla crescita dell'economia locale attraverso la promozione di nuove realtà imprenditoriali. Il progetto integrato vede il Comune come capofila che, sulla base di un bando emesso dalla Regione, seleziona i privati. Questi hanno l'obbligo di garantire per dieci anni l'attività turistica nell'unità immobiliare e di dare vita a una società che gestisce l'intero albergo diffuso e contribuisce a creare occupazione sul territorio. La loro interazione, così come quella con i turisti, sta innescando fertili processi di sostenibilità sociale. Per il progetto degli alberghi diffusi, che si è rivelato decisamente trainante per l'economia e che ha contrastato lo spopolamento della montagna, la Regione ha investito con l'ultima programmazione 25 milioni di euro.

L'unità residenziale di Ceschia e Mentil, che nasce sul sedime di un ex fienile accostato all'abitazione del proprietario, ricorre a un linguaggio aggiornato rispetto allo scenario consolidato dell'architettura montana tradizionale, mantenendo viva la memoria del luogo attraverso la scelta dei materiali non trattati: pietra e legno. «Al tavolato di larice è concesso di mutare il proprio aspetto, torcersi per la forza latente che il legno nasconde fino al momento della costrizione, sbiancarsi sotto il sole e la pioggia fino a diventare grigio e poi ancora nero – spiega Mentil-. È l'accettazione dell'irregolarità, frutto del tempo e del clima che inevitabilmente modificano le cose in modo apparentemente casuale, fuori dal controllo della matita dell'architetto». A differenza dell'abitazione principale, le cui finestre sono modeste e contenute nelle dimensioni, l'unità residenziale si dispone a captare il paesaggio e la luce con una generosa apertura simile a un occhio attento, a un cannocchiale visivo, a una cornice sulla montagna. All'interno, «uno spazio nero con una piccola finestra diventa il luogo per cucinare e mangiare, la grande vetrata senza telaio caratterizza il luogo in cui conversare, mentre una bassa finestra da cui è possibile continuare a osservare uno scorcio del paesaggio scolpisce una piccola alcova di legno, scrigno intimo in cui dormire», racconta Mentil.

I crediti
Luogo: Comune di Paluzza (Udine), località Faas
Committenti: Regione Friuli Venezia Giulia, Velio Unfer (privato)
Progetto: Ceschia e Mentil Architetti Associati
Progettisti (preliminare, definitivo, esecutivo): Federico Mentil, Simone Cadamuro
Collaboratori: Alfonso Piazza, Ottaviano Matiz
Strutture: Eugenio Mentil
Impianti: Mauro Cossalter, Vincenzo Candoni
Direzione Lavori: Federico Mentil ed Eugenio Mentil
Impresa costruttrice: L.E.I.F di Duzzi Marcello, Cercivento (Udine)
Superficie coperta: 45 mq
Costi di costruzione: € 123.000 (arredi compresi)
Cronologia: 2013 / inizio dei lavori, 2015 / inaugurazione
Fotografie: Alessandra Chemollo

Lo studio
Lo studio Ceschia e Mentil Architetti Associati nasce a Venezia nel 1998. I loro lavori hanno ricevuto vari riconoscimenti come le segnalazioni al Premio Architettura Città di Oderzo, al Premio Europeo di Architettura Luigi Cosenza, al Premio Piranesi e al Premio internazionale di architettura Barbara Capocchin. Nel 2010 hanno ottenuto la Menzione Speciale della giuria del Premio Marcello d'Olivo e nel 2015 sono stati finalisti alla Medaglia d'Oro all'Architettura Italiana della Triennale di Milano. Entrambi hanno svolto attività di docenza per le Facoltà di Architettura di Venezia, Trieste, Udine, Trento e Mendrisio.

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