Progettazione

Luca Bonifacio (Hopeandspace) Hopeandspace: «Dovremmo essere costantemente sul fronte»

di Francesca Oddo

«Sono felice per la scelta del tema della prossima Biennale, anche se nutro qualche riserva. Quando alla fine degli anni '90 si cominciava a parlare di temi umanitari applicati all'architettura, venivamo visti con un po' di sospetto e diffidenza. - dice Luca Bonifacio di Hopeandspace - Del resto era l'inizio dell'era che io chiamo "porno" dell'architettura contemporanea, quella delle archi-star e di un assordante vuoto spinto a livello di contenuti teorici e sociali. Fortunatamente si sta sviluppando una nuova sensibilità. L'architettura dovrebbe essere sempre "sul fronte", non importa se nelle periferie di Roma o nelle baraccopoli di Rio».
A proposito del Padiglione Italia, continua: «Conosco TAMassociati per il loro lavoro con Emergency, che apprezzo dal punto di vista prettamente architettonico, ma che non condivido per il modo in cui si approcciano al contesto. Faranno un buon lavoro. Quello che io mi aspetterei è poca forma e molto contenuto». Anche Bonifacio lavora "sul fronte": «Dal 2008 collaboro con l'Unicef sul tema delle scuole in contesti di sviluppo e post-emergenza. In questi mesi sto rilanciando HOPEANDSPACE (organizzazione di volontari) per cercare di offrire condizioni dignitose ai profughi del mondo».

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