Progettazione

Concorsi Cei/2 - Mons. Russo: «Progetti di qualità, ma a volte poco originali»

di Mariagrazia Barletta

Proposte di qualità, ma non originali in ogni loro aspetto. Monsignor Giuseppe Russo, responsabile del Servizio nazionale per l'edilizia di culto della Cei, esprime apprezzamento nei confronti dei progetti vincitori dei concorsi per la realizzazione di nuove chiese a Viareggio (Lucca), Forlì e Cinisi (Palermo), ma non senza qualche osservazione critica. È un giudizio da esperto quello di monsignore, che della progettazione ed esecuzione di chiese conosce luci e ombre. Da dieci anni alla guida del Servizio nazionale, ha seguito con il suo team i numerosi concorsi banditi dalla Cei, curandone l'evoluzione, insieme alla realizzazione di nuove chiese e ha contribuito ad animare il dibattito sui temi cruciali dell'architettura sacra contemporanea e dell'arte.
«Credo – dice mons. Russo - che dal punto di vista architettonico globale, i progetti siano accomunati da una buona qualità, forse in alcuni casi la riconoscibilità più convinta è andata poi a scapito dell'originalità. Forse è mancato quel guizzo di originalità o di ispirazione che altri momenti progettuali hanno invece messo in evidenza». Ma l'eccessiva originalità, si sa, può talvolta scontrarsi con le aspettative delle comunità. Il pensiero di don Giuseppe Russo va al lavoro delle giurie: «Mi sembra che abbiano puntato decisamente sulla riconoscibilità come requisito importante per una nuova chiesa. Sappiamo che non è semplice seguire i canoni della contemporaneità e coniugare l'estetica, l'originalità, da un lato, con la riconoscibilità dall'altro. È sempre stata un po' un'insidia. Nel passato, anche abbastanza recente, le committenze hanno lamentato talvolta, anche in lavori che hanno riconosciuto essere di buona qualità progettuale e compositiva, una scarsa riconoscibilità, che poi è un requisito molto importante per le comunità».


C'è poi la difficile simbiosi tra arte e architettura. «Forse la presenza un po' sotto tono, come al solito, è quella degli artisti. Questo, però, è inevitabile. Noi l'abbiamo imparato: gli artisti si rivelano sempre restii ad esprimersi in anticipo attraverso una tavola concorsuale», racconta monsignore. Un aspetto che dunque non deve preoccupare: «Gli artisti entrano in partita in modo deciso quando comprendono la peculiarità di lavorare insieme agli architetti, alla committenza per dare alle persone, ai credenti, uno spazio che sia efficace». Comunque nel complesso mons. Russo si dice molto soddisfatto dei risultati e esprime particolare apprezzamento per le soluzioni che lo studio Kuadra ha ideato per la chiesa di Cinisi: «Lo spazio liturgico – dice – è stato risolto in maniera esemplare. Gli spazi sono capaci di mettere in evidenza la centralità dell'assemblea come soggetto unitario della celebrazione e nello stesso tempo la personalità e l'autonomia dei singoli cuori liturgici».
Nel frattempo la fase post-concorso è già scattata. «Noi seguiremo e animeremo nelle fasi iniziali post-concorsuali, il dialogo tra committente e progettista, fino alla migliore definizione dei progetti in vista della loro esecuzione concreta, tenendo conto che in questa fase diventano necessarie più che mai molteplici competenze, chiamate ad interagire per arrivare ad una sintesi, che dovrebbe essere la migliore possibile». Dunque continua il lavoro di accompagnamento delle diocesi offerto dal Servizio nazionale dell'edilizia di culto, che ha già incontrato le committenze per tracciare le prossime tappe. «Il concorso si è chiuso, ma il bello viene adesso», commenta monsignor Russo. Ora, infatti, inizia un percorso oramai collaudato: i progetti verranno rivisti secondo le indicazioni delle giurie, ma in un dialogo con le committenze che dà spazio ai progettisti, i quali potranno a loro volta proporre riflessioni e miglioramenti. Il tutto avverrà «nel rispetto del principio aureo secondo cui il progetto non perderà la sua identità», assicura don Giuseppe Russo. Ciascun progetto vincitore viene migliorato e definito prima di giungere sul tavolo del Comitato nazionale per l'edilizia di culto per ricevere il placet definitivo. Al Comitato spetta l'ultima parola per l'ammissione ai contributi. Oltre al sostegno anche economico per l'organizzazione dei concorsi, la Cei finanzierà, infatti, il 75 per cento della spesa per la realizzazione delle opere grazie ai fondi dell'8 per mille. Se il giudizio sarà positivo le committenze potranno affidare gli incarichi per la progettazione definitiva ed esecutiva ai vincitori.


Per l'esperienza dei tre concorsi, denominata «Percorsi diocesani» e avviata in questa prima edizione in via sperimentale, don Giuseppe Russo non esclude repliche. Monsignor Russo è al suo secondo e ultimo mandato come guida del Servizio nazionale, che scadrà entro l'anno. Non sarà dunque lui a decidere sulla longevità dell'iniziativa, ma si dice fiducioso: «Credo che difficilmente un'iniziativa vincente possa essere abbandonata, si tratterà magari di potenziarla, di migliorarla, e di darle uno sviluppo, può essere anche diverso, ma è chiaro che ormai l'iniziativa è entrata a far parte, a pieno titolo, di un patrimonio decisamente significativo nel panorama delle iniziative del Servizio nazionale per l'edilizia di culto».

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