Progettazione

Premio Cappochin 2015, vince la riqualificazione firmata dallo spagnolo Ivorra e dagli italiani Archipiùdue

di Alessia Tripodi

Una grande autostrada pedonale che riconnette due parti della città spagnola di Elche: è il progetto «El Valle Trenzado», dell'architetto spagnolo Francisco Leiva Ivorra, che ha vinto l'edizione 2015 del Premio Internazionale di Architettura «Barbara Cappochin». Vincitore del premio regionale per le opere realizzate in Veneto è invece il «Progetto di riqualificazione urbana a Mestre» di Paolo Miotto e Mauro Sarti, Archipiùdue. I risultati del premio, promosso nell'ambito dell'omonima biennale dalla Fondazione Barbara Cappochin e dall'Ordine degli Architetti della Provincia di Padova, insieme con la regione Veneto, Cortina Turismo, l' Unione Internazionale degli Architetti (Uia), il Consiglio degli Architetti d'Europa (Cae) e con il Cnappc sono stati resi noti venerdì scorso.
«Una miniera di idee e progetti per il futuro dell'architettura - ha detto Leopoldo Freyrie, presidente Cnappc e leader della giuria, presentando i vincitori - e per poter parlare di sviluppo e porre rimedi alle ferite e allo scempio inferto ai nostri territori dobbiamo tornare a credere nel progetto e nella sua capacità di innovazione. Come Consiglio Nazionale - ha aggiunto - crediamo nella missione di educare l'Italia alla bellezza».

I vincitori
Un progetto «emblematico nel risolvere i problemi ambientali, tipici della città contemporanea». Questo il parere della giuria sul progetto vincitore «El Valle Trenzado», che riunisce le due parti della città di Elche, in Spagna, separate dal fiume Vinalopò, che, come un solco nel terreno, divide la geometrica città creando una gravina profonda fino a 40 metri. Secondo la giuria il concept affronta «in modo coraggioso e con un approccio integrato i rischi idrogeologici che caratterizzano il territorio; la relazione tra progetto naturalistico, paesaggistico ed architettonico; il coinvolgimento delle comunità cittadine per trasformare l'opera pubblica in una soluzione che cambia la vita urbana».
Il paesaggio ha trionfato anche nella sezione regionale del premio (istituita per la prima volta in questa edizione): attuato mediante un Contratto di quartiere, il progetto di riqualificazione a Mestre firmato Archipiùdue - che ha avuto anche una menzione d'onore nella sezione internazionale - pedonalizza e collega diverse parti della periferia storica, attraverso un processo partecipato che coinvolge i cittadini, «ridisegnando con attenzione ed abilità, senza esibizioni formalistiche, gli spazi pubblici mestrini rigenerando l'habitat e valorizzando i vuoti urbani el'esistente».
Per la sezione internazionale sono state aggiudicate anche altre menzioni d'onore: a «Early childhood centre of 60 cribs» di Samuel Delmas, un centro di accoglienza per bambini adAsnieres-sur-Seine, in Francia; e a «NOIE», di Ahiara Madoka, a cooperative house aTokyo. Menzione speciale, poi, al progetto «Casa Rana», di Giancarlo Artese, Studio made in Earth (onlus), una residenza per bambini sieropositivi nella regione del Tamil Nandu, in India. Per il premio regionale, le menzioni d'onore sono andate a «Progetto di recupero, a giardino e uso turistico-alberghiero, degli spazi esterni dell'Isola di Sacca Sessola»,Venezia, di Laura Zampieri, e a «Convento di Santa Croce», di Marcello Gailotto, a Canal Grande, Venezia.
«La qualità dei progetti presentati ed il loro contenuto dimostrano come gli architetti siano tornati ad interessarsi dei problemi della comunità, confrontandosi con i cittadini per risolvere i loro bisogni - ha detto Giuseppe Cappochin, presidente della Fondazione Barbara Cappochin e dell'ordine degli architetti di Padova - e questa è una ulteriore dichiarazione di responsabilità che la comunità professionale assume nei confronti della società civile».

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