Progettazione

Nuova pelle «green» e parco urbano pedonale: a Bordeaux gli italo-francesi di Lan rinnovano il social housing

di Mariagrazia Barletta

Nuovi involucri edilizi a coprire le anonime e ripetitive facciate monolitiche e un nuovo parco urbano pedonale, disseminato di luoghi per la convivialità. Sono gli elementi chiave dell'intervento di trasformazione urbana firmato dallo studio italo-francese Lan, che ha ridisegnato un complesso di social housing di vecchia concezione, sorto a partire dagli anni Sessanta a Lormont, città alle porte di Bordeaux.
L'intervento, progettato dallo studio di Benoit Jallon e Umberto Napolitano, si inserisce nel più grande programma di rinnovamento urbano dell'intera Aquitania, e tra i più importanti di Francia, il cui obiettivo è riqualificare il quartiere Génicart, creando, tra l'altro, una nuova centralità urbana insieme ad una «mixitè» sociale e funzionale e a nuove connessioni con il resto della città. Il programma coinvolge l'intero quartiere e punta anche al miglioramento della leggibilità dei territori, facendo registrare grandi numeri: 997 gli alloggi sociali demoliti e ricostruiti e 3212 quelli recuperati. A sostenerlo, tra gli altri, c'è l'Anru (Agence nationale pour la rénovation urbaine), ente pubblico incaricato di mettere in atto e co-finanziare ambiziosi progetti di trasformazione urbana in Francia. È dunque questo il contesto in cui si inserisce il progetto da poco concluso dello studio Lan. L'intervento, da 16,8 milioni di euro, ha interessato la zona Sud di Génicart ed in particolare un complesso residenziale composto da nove immobili, di cui tre torri da diciannove piani, per un totale di circa settecento alloggi.

Un intervento, dunque, realizzato in Francia, ma che, per il carattere universale che contraddistingue le problematiche funzionali, spaziali, e sociali dei quartieri dormitorio, può essere considerato d'esempio. In Francia si tende ad abbattere e a ricostruire, ma questa volta si interviene sull'esistente, attraverso un'operazione che nel Paese d'oltralpe assume un nome specifico. Si tratta della cosiddetta «résidentialisation». Un termine che indica un'operazione di rinnovamento urbano applicata ai grandi complessi di edilizia popolare per migliorarne le condizioni di vita e tentare di risolvere problematiche che spesso sono anche sociali. Il termine appare con l'arrivo del nuovo millennio, quando matura una nuova volontà di affrontare in modo pragmatico i limiti legati ai grandi complessi di edilizia sociale. Non c'è una formula precostituita per la «résidentialisation»: le scelte nascono dall'analisi delle problematiche da risolvere.

Il progetto di Lan punta su due macro-obiettivi: rendere leggibili i vari isolati, attraverso un diverso trattamento di facciata e creare nuovi spazi verdi attrezzati in un'area interamente pedonale. Nuovi involucri ricoprono le vecchie facciate assolvendo ad una doppia funzione. Alla nuova pelle è affidato il compito di definire un'architettura distinta per ciascun isolato, in modo da contrastare la monotonia dei prospetti. Il doppio involucro ha, però, anche il vantaggio di migliorare le prestazioni energetiche degli edifici. Agganciandosi alle precedenti, le nuove facciate vanno ad ampliare gli spazi privati di vita all'aria aperta. Per le tre torri, ad esempio, il sistema a doppia pelle permette di accrescere le logge, che passano da 93 a 160 centimetri di profondità. Ad animare i prospetti delle torri provvedono dei pannelli di policarbonato, che oltre ad offrire vantaggi termici, migliorano la qualità acustica degli immobili e riflettono le luci e l'ambiente circostante.
L'accesso al complesso residenziale è assolutamente interdetto alle auto, che si fermano ai parcheggi esiliati ai margini del quartiere. Un aspetto che permette di concepire gli spazi aperti come un parco urbano pedonale con colline alberate, prati ed aree verdi attrezzate. Alcuni luoghi specifici ricevono un trattamento particolare e sono caratterizzati dalla presenza di elementi in legno e cemento. Si tratta di terrazze, cambiamenti di quota e terreni per il gioco, oggetto di un disegno specifico e che diventano dei segni di riconoscimento, elementi più strutturati che contrastano con gli spazi verdi. «Le strutture in legno e cemento funzionano allora alla stessa maniera delle figure classiche del giardino romantico: folies, chioschi, padiglioni, belvederi, terrazze o fontane, che vanno a completare i dispositivi naturali già presenti per formare un vero parco urbano» spiegano i progettisti. Tra le tre torri lo spazio è stato completamente risistemato ed organizzato intorno ad una struttura centrale con funzione di area gioco per i bambini, battezzata «quartier generale».

I crediti
Programma: recupero di 709 alloggi (ripartiti su 9 edifici) e parcheggi
Committente: Domofrance
Luogo: Lormont (Francia), quartiere Génicart
Costo: 16,8 milioni di euro
Superficie: 70.700 m²
Team: LAN (capogruppo), Agence Franck Boutté (consulenti in progettazione sostenibile), BASE (progettazione paesaggistica), Beterem ingénierie (ingegneria)
Foto: © Julien Lanoo

Lo studio
Lan (Local Architecture Network) è stato fondato nel 2002 da Benoit Jallon e Umberto Napolitano con l'idea di esplorare l'architettura, intesa come intersezione di diverse discipline. Questo approccio è diventato un metodo di lavoro e ha permesso allo studio di esplorare nuovi territori, in una visione che mette insieme gli aspetti sociali, funzionali, formali e urbanistici.
Il lavoro di Lan ha ottenuto riconoscimenti in Francia e internazionali. Tra questi nel 2010 arriva il Mipim AR Future Projects Awards; nel 2011 conquistano una nomination all'Équerre d'Argent; nel 2012 ottengono la medaglia d'argento nell'ambito del Premio internazionale Architettura sostenibile di Fassa Bortolo. Nel 2013 si aggiudicano, tra gli altri, il premio BigMat Francia, mentre nel 2014 la Torre Euravenir riceve lo Smabtp-Pyramides d'argent e nel 2015 entra tra i progetti ammessi al Mies van der Rohe Award.

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