Progettazione

Rivalutazione dei montanti contributivi, Inarcassa pronta a ricorrere al Tar contro il governo

di Giuseppe Latour

Difendere le proprie prerogative dalle ingerenze del Governo. La prima sfida del nuovo Consiglio di amministrazione di Inarcassa riguarda la rivalutazione dei montanti contributivi. Il ministero del Lavoro, nelle scorse settimane, ha stoppato la delibera con la quale l'ente aveva disposto un tasso del 4,5%, tre punti più alto del livello base. La Cassa, dal canto suo, ha riproposto la stessa decisione, dopo avere portato qualche correzione tecnica. E adesso, in caso di una nuova bocciatura, la strada è già segnata: immediato ricorso al Tar.

Riepiloghiamo la vicenda. La questione riguarda la rivalutazione dei montanti contributivi. Inarcassa applica il regime di capitalizzazione composta che, dopo la riforma del 2012, le consente di sganciarsi dal sistema di calcolo del tasso di capitalizzazione legato al Pil nazionale: oggi, addirittura, questo metodo produrrebbe un tasso negativo. Si fa, invece, riferimento al monte dei redditi prodotto dagli iscritti alla cassa, partendo da una rivalutazione minima garantita dell'1,5%. A ottobre 2014 il Comitato dei delegati della cassa si è espresso a favore di un incremento di tre punti in più rispetto al tasso base. Quindi, il 4,5% complessivo.

Questa decisione è stata contestata dal ministero del Lavoro che, in un suo parere, ha sollevato due ordini di rilievi. Il primo riguarda la dinamica sfavorevole del monte redditi della categoria nel quinquennio considerato (2009-2013): ci si è fermati al -1,9 per cento. Per questo, secondo il ministero, già il valore soglia minimo dell'1,5% poteva rappresentare «la scelta da applicare». Il secondo motivo è di carattere essenzialmente formale: per fare la fotografia dello stato dei redditi della categoria bisognava aspettare il consuntivo, mentre la delibera di ottobre scorso è stata, ovviamente, approvata sulla base del bilancio preventivo.
Qualche giorno fa, con l'ufficializzazione dei dati relativi ai redditi 2013 degli associati, il Comitato dei delegati ha potuto riadottare la delibera di ottobre, con un voto espresso all'unanimità: è stato così deciso di confermare la decisione già presa. La rivalutazione al 4,5% sarà sostenuta grazie alle rendite garantite dal patrimonio della cassa. Sulla decisione, comunque, si dovrà esprimere il ministero del Lavoro per un secondo parere. Ma la linea del nuovo Cda è già segnata.

«Il regolamento di Inarcassa, che è stato approvato dai ministeri – spiegano – consente di approvare una rivalutazione di montanti superiore all'1,5%, purché si resti nell'ambito della sostenibilità dei conti. Visto che quel regolamento è stato approvato, non si capisce perché adesso il Governo deve invadere una nostra prerogativa». L'unico rilievo fondato riguardava la questione del bilancio, ma le rimostranze fatte sul Pil della categoria non reggono, dal momento che la Cassa ha quasi 9 miliardi di patrimonio, con rendimenti in grado di sostenere l'aumento. Quindi, la linea è chiara. «Se dovessero ribadire la posizione dell'ultimo parere, faremo immediatamente ricorso». La decisione è attesa dopo l'estate, non prima di fine settembre.

Il bilancio consuntivo per il 2014 di Inarcassa

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