Progettazione

Il presidente Pigliaru: ecco come sto cambiando la scuola in Sardegna, con architettura e banda larga

di Massimo Frontera

«Il senso generale è che vogliamo incentivare molto le unioni dei comuni e vogliamo che i comuni facciamo un salto di qualità, mettendo insieme gli sforzi e si pensino come territorio, non come singoli campanili». Francesco Pigliaru, classe 54, dal febbraio 2014 è il presidente delle regione Sardegna, eletto nel partito del Pd. In campagna elettorale ha promesso di investire nel miglioramento della situazione scolastica dell'Isola. E ora sta mantenendo la promessa, con il progetto Iscol@, un programma impegnativo e ambizioso, di legislatura. Il programma Iscol@ riguarda l'intero mondo del servizio scolastico, e consistenti investimenti nell'edilizia, oltre che nelle tecnologie e nella realizzazione di nuovi modelli per la didattica.

«Esiste una connessione tra scuola bella e modello didattico - esordisce Pigliaru -. Quando c'è un numero sufficiente di Comuni, siamo pronti a costruire una nuova scuole, innovativa in sostituzione delle varie strutture vecchie e inadeguate in ciascun comune; e lo facciamo applicando anche una didattica moderna. Facciamo tutto il possibile per fare cambiare le cose».

Il programma Iscol@ è proiettato nel futuro, ma si pone soprattutto l'obiettivo di superare la forte situazione di arretratezza, soprattutto in alcune aree, dove ci sono ancore le pluriclasse, cioè classi elementari uniche frequentate da studenti dalla prima alla quinta elementare.
«In Sardegna - riprende Pigliaru - abbiamo un'alta dispersione e abbiamo ancora le scuole pluriclasse. Dobbiamo assolutamente dare un grande aiuto ai sindaci per far capire che non si può ragionare come singoli comuni ma si deve ragionare a dimensione di territorio».

«Per rinnovare la didattica, molta parte dipende dall'edilizia ma molta parte dipende anche dalle tecnologie, dalla banda larga - chiarisce il presidente della regione -. Oggi l'apprendimento è collaborativo. Per fare questo ci vuole molto supporto digitale. Questa componente si integra con l'edilizia scolastica».
«Complessivamente stiamo mettendo 190 milioni sulla scuola sarda: una parte importante è l'investimento sull'edilizia, l'altra parte è la lotta alla dispersione, che cerchiamo di fare con una politica di arruolamento di nuovi docenti, comprando tablet gli studenti che non hanno i soldi. Vogliamo anche tenere aperte le scuole il pomeriggio e la sera. Per portare gli studenti a scuola compreremo nuovi scuolabus, utilizzando i fondi europei».

Il progetto Iscol@ tiene anche conto delle più recenti tendenze della didattica. «Vogliamo dare molta enfasi agli algoritmi, alla logica e all'impostazione dei problemi. Stiamo lavorando a un accordo con alcune società open source per portare piattaforme sulla matematica e coding in tutte le scuole della Sardegna».
L'altra parola chiave è partecipazione: «Tutto il programma lo stiamo realizzando e costruendo in dialogo con le persone», conclude Pigliaru. Il riferimento è alla piattaforma per la condivisione delle iniziative regionali Sardegna ParteciPA . Peraltro, sulla piattaforma, oltre al progetto Iscol@, c'è anche la proposta di riforma della legge regionale sugli appalti, a cura dell'assessore ai Lavori pubblici.

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