Progettazione

Spazi fluidi nati da terra e bamboo: in Cambogia la scuola low cost di Architetti senza frontiere

di Francesca Oddo

Fino alla fine degli anni'80 del secolo scorso, nella Cambogia di Pol Pot bastava portare gli occhiali per essere uccisi poiché utilizzarli poteva significare saper leggere, quindi avere anche un minimo di istruzione che avrebbe potuto mettere in discussione l'ideologia del regime ispirata alle politiche maoiste. Un ex maestro di Phnom Penh, che oggi si dedica ad aiutare i bambini nati dai pochi sopravvissuti al genocidio perpetrato fino a una trentina di anni fa, è riuscito a salvarsi distruggendo le sue lenti e i suoi libri. In un posto in cui l'istruzione è stata ferita a morte in quanto potenziale vettore di resistenza alla dittatura, in un Paese ridotto in uno stato di povertà economica e sociale ancora leggibile, la costruzione di una scuola è un fatto molto significativo, ancor di più se è anche il frutto di una donazione oltre che il risultato di un lavoro corale e di qualità.

È il caso della nuova scuola secondaria del villaggio Roong, nella provincia di Takeo, realizzata da Architetti senza Frontiere Italia (ASF) per Missione Possibile onlus. Costata 64 mila euro per una dimensione di 800 metri quadrati (6 classi, 2 uffici, pozzo e servizi), la scuola, che ha accolto quest'anno i primi ragazzi, già dal prossimo anno verrà ampliata per ulteriori 740 metri quadrati.

Le risorse limitate non sono state di ostacolo all'organizzazione di un ambiente scolastico concepito secondo le più attuali teorie dell'interazione fra didattica e spazio di apprendimento. La scuola secondaria di Roong non è quindi un semplice contenitore dove apprendere delle nozioni, piuttosto un luogo nel quale lo spazio diventa protagonista attivo dell'interazione fra attività sociali e scolastiche.

Il modello al quale Camillo Magni, a capo del team di ASF Italia, mira è quello sperimentato con successo nella scuola realizzata da Giancarlo Mazzanti a Cartagena de las Indias. «In questo straordinario edificio le pareti dell'aula sono realizzate con un prefabbricato in cemento a rete fortemente permeabile che modifica la percezione dell'aula stessa dilatandone il perimetro - spiega Magni-. In questa stessa prospettiva abbiamo provato a ridurre i gradi di separazione tra aula e corridoio attraverso l'uso di una serie di grandi pannellature fisse in bamboo. In questo modo abbiamo sostituito la tradizionale muratura con un diaframma che favorisce il costante rapporto visivo tra chi studia e l'esterno con il fine ultimo di uniformare i luoghi della didattica a quelli della socialità e viceversa». Anche il limite tra portico e cortile risponde alla volontà di creare uno spazio visivamente fluido, nel quale un diaframma variabile di murature consente maggiore permeabilità nelle aree prospicienti gli spazi comuni e minore nelle aree delle aule. In questo lavoro la riduzione dei vincoli normativi e le ristrettezze economiche hanno costituito paradossalmente delle opportunità di sperimentazione progettuale in quanto gli uni «stimolano una rinnovata indagine sulla relazione tra spazio e funzione» e le altre portano a «eludere i modelli costruttivi più banali a favore di nuove forme più efficienti ed appropriate», continua Magni.

Prima ancora che nelle aule, la formazione si è svolta nel cantiere della scuola: a partire dall'uso di materiali locali (principalmente terra e bamboo) sono state sperimentate, insieme alle maestranze locali, e con il contributo delle associazioni Building Trust International e Habitat for Humanity, nuove soluzioni costruttive replicabili ed economiche, come per esempio l'uso di fibre vegetali e bamboo nei getti di platea in sostituzione della rete elettrosaldata. Un approccio pragmatico che ha convinto la giuria del Premio Architettura Sostenibile, presieduta da Thomas Herzog. Il prossimo 9 luglio, infatti, ASF Italia riceverà la Medaglia d'Argento proprio per la volontà, fra le altre cose, di utilizzare «materiali della tradizione cambogiana, sperimentando nuove soluzione e coinvolgendo la popolazione locale non specializzata», come ha dichiarato la giuria.

Lo studio
ASF Italia, un'associazione no-profit nata nel 1998, promuove e realizza progetti di architettura sulla base di programmi di sviluppo socio-territoriale e ambientale, in cui le comunità insediate siano attrici centrali dei processi di trasformazione. Dalla sua fondazione ha operato in Chapas, Burkina Faso, Algeria, Ghana, Cambogia, Congo, Italia. Attualmente ASF Italia sta lavorando in Mozambico, Costa d'Avorio, Senagal.
Camillo Magni, presidente di ASF Italia, ha svolto per anni attività didattica e al momento è coordinatore UIA per l'Europa occidentale. Nel 2007 ha fondato OperaStudio a Milano con Lucia Paci.

I crediti
Luogo: Villaggio Roong, Takeo, Cambogia
Beneficiario: Missione Possibile onlus
Progetto di: Architetti senza Frontiere Italia onlus
Responsabile di progetto: Camillo Magni
Team di progetto: Federico Casati, Elisabetta Fusarpoli, Paolo Garretti, Filippo Mascaretti, Marta Minetti, Sabrina Suma, Marco Tommaseo
Direttore cantiere: Marta Minetti, Elisabetta Fusarpoli
Collaborazione tecnica: Architecture for Humanity, Building Trust International
Superficie: 800 mq
Costo complessivo: € 64.000
Anno: 2014
Fotografie: Elisabetta Fusarpoli, Camillo Magni, Marta Minetti, Bernardo Salce

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