Appalti

Coronavirus, l'Anac chiede al Governo di sospendere la tassa sulle gare a carico di Pa e imprese

La proposta contenuta in una delibera approvata ieri dal Consiglio dell'Autorità per non drenare liquidità in questa fase di crisi

di Mauro Salerno

Una mano tesa alle imprese e alle stazioni appaltanti alle prese con gli effetti dell'emergenza Coronavirus. Arriva dall'Autorità Anticorruzione, con l'obiettivo di evitare di drenare ulteriore liquidità al motore degli investimenti che viaggia già al minimo e rischia di incepparsi del tutto causando effetti disastrosi su un ampio settore dell'economia.

L'idea, messa nero su bianco in una delibera approvata dal consiglio dell'Anac (n. 289 del 1° aprile 2020) , è quella di sospendere fino al 31 dicembre la riscossione della "tassa sulle gare" pagata da stazioni appaltanti e imprese. Un contributo di importo variabile tra 30 e 800 euro per le Pa e tra 20 e 500 euro per le imprese, che tutte le stazioni appaltanti e tutti i concorrenti a un procedura d'appalto devono versare in proporzione all'importo del contratto messo in gara.

L'iniziativa varata ieri dall'Anac non è ancora operativa. Per sospendere davvero la riscossione del contributo con cui l'Anac finanzia se stessa e altre Autorità serve una legge. Per questo, la delibera approvata ieri ha la forma di una proposta al Governo, cui tocca tramutare l'iniziativa in una misura concreta. Visti i tempi con cui viaggia la crisi bisognerebbe anche fare in fretta.

La copertura politica verso un'iniziativa di questo tipo non dovrebbe mancare. E anche il veicolo normativo sarebbe già a disposizione, dato che il Senato si sta occupando proprio in questi giorni della conversione in legge del decreto Cura Italia, per il quale sono in arrivo proprio gli emendamenti del Governo. Un'altra possibilità sarebbe quella di mettere la norma nel decreto Aprile che Palazzo Chigi varerà da qui a qualche giorno.

Per coprire i mancati introiti legati al congelamento della tassa fino a fine anno, Anac ricorrerà agli avanzi di bilancio ottenuti grazie all'azione di contenimento dei costi varata negli ultimi anni. Da parte c'è un "tesoretto" di circa 100 milioni, di cui oltre 40 verrebbero utilizzati allo scopo, garantendo un beneficio valutabile (in base ai dati dell'anno scorso) in circa 27 milioni per le imprese e 15 milioni per le amministrazioni. Versando il contributo le stazioni appaltanti ottengono il rilascio del Cig, il Codice identificativo di gara, fondamentale per garantire la tracciabilità degli appalti e la trasparenza dei pagamenti legati all'esecuzione dei contratti. L'obbligo di richiedere il Cig resterebbe, ma sarebbe gratuito.

L'Anticorruzione, va ricordato, non riceve finanziamenti dallo Stato. Mantiene il funzionamento dei propri uffici contando proprio sui contributi per le gare. Una parte di questi fondi viene inoltre utilizzata per finanziare altre Autorità indipendenti prive di entrate proprie. Un'altra quota degli avanzi di bilancio messi da parte in questi anni grazie ai risparmi di gestione dovrebbe essere destinata all'acquisto di una nuova sede dell'Autorità, che ora è ospitata in affitto nel palazzo di Via Minghetti a Roma. Ma di questo si occuperà il prossimo Consiglio, visto che l'attuale, retto da Francesco Merloni dopo l'addio di Raffaele Cantone di quest'estate, scadrà a luglio.

Gli importi della tassa sulle gare in base al valore dell'appalto

La delibera dell'Anac

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