Appalti

Costruzioni, peggiora a marzo il clima di fiducia (ma il Covid c'entra poco)

Gli elementi raccolti per misurare la variazione dell'indice, spiega l'Istat, non tiene ancora conto dell'impatto delle misure restrittive pù recenti

di M.Fr.

L'indice di fiducia di consumatori e imprese relativo al primo mese dello scoppio del coronavirus ha fatto registrare cadute consistenti generalizzate - consumatori da 110,9 a 101,0 e imprese da 97,8 a 81,7 - con andamenti più differenziati a seconda dei singoli settori. Lo segnala l'Istat, rilevando che nel settore delle costruzioni, diversamente da altri comparti, «l'indice di fiducia registra una flessione decisamente più contenuta passando da 142,3 a 139,0». C'è però da considerare che il dato riflette solo una parte delle conseguenze della pandemia nel Paese, perché le rilevazioni, spiega l'Istat, sono state condotte tra il 2 e il 13 marzo scorsi, quindi in periodo di emergenza sanitaria, ma non negli ultimi e più intensi giorni del crescita di intensità della pandemia. In ogni caso, nel complesso, gli indici, «raggiungono livelli particolarmente bassi sia per le imprese sia per i consumatori, portandosi sui valori registrati, rispettivamente,a giugno 2013 e gennaio 2015».

Tornando al settore delle costruzioni, a fronte del calo complessivo dell'indice - da 142,3 di febbraio a 139,0 di marzo - il comparto della costruzione di edifici fa registrare una flessione da 138,2 di febbraio a 137,5 di marzo. Più consistente il calo di fiducia nell'ingegneria civile, che passa da 126,6 di febbraio a 119,8 di marzo. Infine, nel settore dei lavori specializzati, l'indice passa da 147,5 di febbraio a 144,0 di marzo.

Come si diceva, la rilevazione è precedente alle misure del governo sull'arresto di alcune attività produttive - incluse quelle decise con il Dpcm del 22 marzo e con il successivo decreto Mise del 25 marzo. La misurazione ha pertanto un valore indicativo e provvisorio e l'Istat ha già fatto sapere che adotterà misure specifiche per monitorare in modo speciale il prossimo andamento dell'economia italiana (che peraltro presenta inedite difficoltà sulla raccolta delle informazioni dovute alle restrizioni adottate dal governo per a tutela della salute pubblica).

In un recente documento di sintesi sull'economia sull'impatto economico del Dl 18/2020 , l'Istat ricorda che relativamente al Pil del settore delle costruzioni, «il risultato negativo dell'ultimo trimestre non ha impedito che il settore delle costruzioni segnasse la performance migliore tra i grandi comparti, con un incremento del 2,6%». «All'inizio del nuovo anno - prosegue l'Istat - prima che la crisi connessa con l'epidemia di Covid-19 cominciasse a colpire la Cina, gli indicatori congiunturali hanno mostrato un recupero in Italia, come nell'insieme dell'Ue. L'indice della produzione industriale, ha registrato a gennaio un forte rimbalzo rispetto al calo di dicembre, portandosi su un livello significativamente superiore a quello dei mesi autunnali. Ancora più forte è risultato il recupero del settore delle costruzioni, la cui produzione ha toccato in gennaio un livello particolarmente elevato, superiore di circa il 5% (senza tenere conto della correzione per i giorni lavorativi che ne amplifica ulteriormente la variazione) rispetto a quello di un anno prima».

La nota dell'Istat

La nota dell'Istat

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©