Appalti

Coronavirus/6. Unicmi chiede anticipazione al 30% e riconoscimento degli extra-costi per le misure anticontagio

Tra le richieste avanzate dall'associazione dei produttori di serramenti e costruzioni in metallo anche una proroga di 30 giorni per tutte le scadenze inserite nei contratti di appalto

di Mauro Salerno

Riconoscere l'anticipazione del prezzo anche in assenza di stipula del contratto con aumento della prima rata dal 20 al 30 per cento del valore dell'appalto. E poi proroga generalizzata di 30 giorni per tutte le scadenze incluse nei contratti, accompagnata dal riconoscimento degli extra-costi sostenuti dalle imprese per adeguarsi alle misure anti-contagio. Sono le tre richieste che l'associazione dei produttori di serramenti e costruzioni in metallo (Unicmi) ha avanzato al Governo per far fronte ai problemi (prima di tutto di liquidità) sorti nei cantieri pubblici a seguito dell'emergenza Coronavirus.

La prima richiesta è quella di aumentare il livello dell'anticipazione del prezzo dal 20 al 30% con erogazione entro 15 giorni "dall'effettivo inizio dei lavori, previa costituzione di garanzia fideiussoria, anche se in carenza di stipula del contratto". Si tratta in pratica dell'estensione, a tutti i "contratti in essere e a venire", della norma appena introdotta dal Dl Cura Italia per coprire con l'anticipazione anche i contratti d'urgenza. Con questa norma l'anticipazione verrebbe concessa anche alle prestazioni iniziate prima della stipula del contratto con "consegna avvenuta sotto riserve di legge", al di là della ricorrenza delle condizioni d'urgenza.

Insieme all'estensione del raggio d'azione della misura, Unicmi ribadisce la richiesta di aumentare dal 20% al 30% l'importo dell'anticipazione. "Con queste due misure - sottolinea l'associazione - si assicurerebbe, a spesa finale zero da parte dello Stato, la necessaria liquidità alle aziende in un periodo di sostanziale fermo produttivo, garantendo in questo modo la sopravvivenza e l'operatività delle stesse nel momento in cui sarà superata l'emergenza Covid19 e potranno essere riaperti i cantieri in assoluta sicurezza".

La seconda richiesta riguarda la copertura delle maggiori spese che le imprese impegnate negli appalti pubblici hanno dovuto sostenere per adeguarsi alle misure anti-contagio. "Tutte le imprese attualmente impegnate nei cantieri "strategici" (mobilità stradale e ferroviaria, manutenzione presidi ospedalieri, etc.) – segnala Unicmi - devono adottare misure e comportamenti che oltre a determinare una dilatazione temporale nell'esecuzione dei lavori, causano un incremento stimabile in una percentuale fino al 20% sul valore della commessa. Appare dunque inevitabile che l'Esecutivo intervenga con un provvedimento ad hoc che eviti che tali maggiori oneri siano a totale carico delle Imprese".

L'ultima proposta è quella di prorogare per 30 giorni tutte le scadenze incluse nei contratti di appalto. La proroga dovrebbe essere "commisurata almeno alla durata dei giorni di blocco subiti" per evitare contestazioni di risarcimento del danno per inadempimento. "Per evitare inevitabili contenziosi che intaserebbero mesi i tribunali amministrativi riteniamo fondamentale che l'Esecutivo fissi una proroga generalizzata di almeno 30 giorni di tutte le scadenze temporali inserite nei contratti pubblici di appalto del settore costruzioni", dicono all'associazione.

L'idea di Unicmi sarebbe quella di chiedere al governo di sostenere queste richieste nel corso della conversione in legge del Dl Cura Italia. Obiettivo, in realtà, difficile da raggiungere, visto che il Governo ha già chiesto alle forze parlamentari di ridurre al minimo gli emendamenti in modo da arrivare in fretta all'approvazione del provvedimento. L'accordo, circolato nelle ultime ore, sarebbe quello di ammettere la presentazione di 50 emendamenti per gruppo parlamentare da dividere nelle due Camere (25 Palazzo madama altri 25 a Montecitorio) per poi rinviare e concentrare l'esame di tutte le proposte di sostegno e rilancio dell'economia al cosiddetto "Decreto Aprile" che il governo ha annunciato di voler approvare prima della metà del mese, in tempo per le scadenze fiscali del 16.

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