Appalti

Autostrade, il fondo presentato a Conte: le quote di Atlantia in un fondo in cui far confluire anche gli asset F2i

Progetto allo studio che potrebbe scongiurare il rischio di revoca della concessione minacciata dal Governo Conte e tracciata nel Milleproroghe

di Marigia Mangano

Si lavora a passo spedito al piano "fondo Aspi". Il cantiere è aperto e a palazzo Chigi il dossier sarebbe stato portato già a conoscenza. Come anticipato da Il Sole24 Ore di ieri, c'è un progetto allo studio che potrebbe scongiurare il rischio di revoca della concessione minacciata dal Governo Conte e tracciata nel Milleproroghe. Si tratta della creazione di un fondo in cui Atlantia conferirebbe il controllo di Autostrade per l'Italia. Nello stesso contenitore finirebbero gli asset autostradali e aeroportuali che fanno capo a F2i. Per poi aprire questo "fondo Aspi" anche ad altri investitori interessati e attivi nel business delle infrastrutture. Sul dossier sono coinvolte quattro banche d'affari e due studi legali. Al fianco di Aspi figurano secondo indiscrezioni Jp Morgan e Mediobanca mentre sul fronte legale il mandato èstato affidato allo studio Erede. Vicino ad F2i ci sono invece Goldman Sachs, Banca Imi, e i legali di Cleary Gottlieb.

Un plotone di consulenti che, secondo quanto risulta al Sole24 Ore, starebbe cercando di dare forma in tempi stretti a quello che, negli ambienti finanziari, viene visto come il compromesso in grado di sbloccare la complicata partita delle concessioni. In particolare l'obiettivo sarebbe quello di trasformare la natura di Atlantia da "azionista" a "quotista" di Autostrade per l'Italia. Il piano punta alla creazione di un fondo nuovo di zecca in cui il gruppo controllato dalla famiglia Benetton conferirebbe il controllo della partecipata Aspi. Contestualmente anche F2i trasferirebbe al nuovo contenitore una serie di asset infrastrutturali, partendo dagli asset aeroportuali fino alle quote già in suo possesso in tratte autostradali, in cambio di quote del nuovo fondo infrastrutturale. Il dossier "fondo Aspi", secondo quanto si apprende, sarebbe al momento quello che raccoglierebbe più gradimento negli ambienti finanziari e politici e nelle ultime settimane avrebbe preso più consistenza in quanto capace di fornire una soluzione concreta alla prima condizione che la politica, partendo dai 5 Stelle, ha posto per evitare la revoca della concessioni: l'impegno di Atlantia e della famiglia Benetton a uscire di scena.

Lo schema dell'operazione, secondo indiscrezioni, sarebbe stato già portato alla conoscenza del premier Conte. E qualche apertura da Palazzo Chigi si è registrata. "Se dovesse arrivare una proposta transattiva da parte di Autostrade per l'Italia' nell'ambito della procedura per l'eventuale revoca delle concessioni, 'il Governo, lo dico pubblicamente, avra' il dovere di valutarla', ha dichiarato il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, rispondendo alle domande dei cronisti prima di entrare nella sede del Consiglio Ue. 'Perche' - ha argomentato - se fosse una proposta che, tenuto conto di tutti gli interessi in gioco, offra la possibilita' di tutelare l'interesse pubblico ancora piu' efficacemente della revoca stessa, abbiamo il dovere di considerarla. Ma - ha scandito il capo del Governo - solo in quel caso. Non si dica che il Governo vuole transigere o sta facendo una proposta o controproposta'. Revocare la concessione avrebbe infatti delle ripercussioni pesanti per il sistema. Carlo Bertazzo, numero uno di Atlantia, in un'intervista a Il Corriere della Sera, ha fatto presente che il mancato accordo con la politica "sarebbe una catastrofe per tutti. Verrebbe distrutta un'azienda che ha fatto la storia dell'Italia, con oltre 7mila dipendenti e un piano d`investimenti di 14 miliardi di euro.

Serve un'intesa su Autostrade con più investimenti e regole inflessibili". In caso di revoca, ha aggiunto il manager, "Aspi farebbe un default da dieci miliardi, con una forte perdita per le famiglie italiane, che detengono 750 milioni di euro di un'obbligazione retail, per Cassa Depositi e Prestiti e la Banca Europea degli Investimenti che hanno 2 miliardi di euro, e per numerosi obbligazionisti italiani e internazionali. Sarebbe pesantemente colpita anche Atlantia, che garantisce cinque di questi dieci miliardi". Numeri importanti che sembrano consigliare le parti in campo a trovare una soluzione alternativa. Il progetto presenta diversi punti di forza, partendo dall'uscita effettiva di Atlantia dalla gestione di Aspi. Separare i destini di Autostrade per l'Italia da Atlantia è stato uno dei principali terreni di scontro con la politica subito dopo la tragedia del Ponte Morandi. Sul tavolo diverse soluzioni sono state via via prese in considerazione, ma l'unica che avrebbe di fatto raggiunto l'obiettivo era rappresentata dalla scissione di Aspi dalla stessa Atlantia. I tempi però hanno sconsigliato questa strada, per la cui realizzazione sarebbe servito almeno un anno. La creazione di un fondo potrebbe essere realizzata in tempi più rapidi nonostante, si osserva, il progetto sotto il profilo finanziaria sia molto complicato.Il secondo punto di forza del piano "fondo Aspi" è che non ci sarebbero "padroni" di Autostrade per l'Italia, ma gestori che comunque non coinciderebbero con Atlantia. E' evidente, però, che l'intero castello cade automaticamente se non si raggiunge un accordo con la politica, forte dell'arma della revoca prevista nel Milleproroghe che ha incassato la fiducia alla Camera mercoledì scorso. Creare un nuovo fondo con gli asset di Atlantia e F2i presuppone una valutazione di Aspi congrua che non sconti il pesante rischio della revoca.

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