Appalti

Porto di Ravenna, corsa a due tra Sis e Grandi Lavori per la maxi-ristrutturazione da 235 milioni

Le due offerte pervenute all'Autorità portuale il 14 febbraio sono dei due consorzi stabili di Torino e Roma

di Natascia Ronchetti

Gara a due per la ristrutturazione del porto commerciale di Ravenna, maxi opera da 235 milioni per consentire allo scalo di accogliere le navi di grandi dimensioni. La sfida ora è tra il Consorzio Stabile Sis di Torino e il Consorzio Stabile Grandi Lavori di Roma. Il primo, controllato con la quota di maggioranza da Inc, colosso piemontese delle costruzioni, è stato costituito nel 2003. Il secondo ha al suo attivo anche l'ammodernamento del molo polisettoriale del porto di Taranto, alla guida di una associazione temporanea di imprese. Arrivano da loro le due offerte pervenute all'Autorità portuale di Ravenna il 14 febbraio alla scadenza del bando di gara europeo per l'individuazione del general contractor. Lunedì prossimo saranno aperte le buste digitali. E allora si saprà se i due consorzi si presentano da soli o (molto probabile) alla guida di cordate con altre imprese specializzate. Solo a quel punto scatterà l'esame delle due offerte, per arrivare all'assegnazione dell'affidamento dei lavori entro l'inizio dell'estate.

Di certo già da ora si sa che non sarà solo il prezzo a fare la differenza. Qualità tecnica e riduzione dei tempi di esecuzione, come ha ripetuto più volte dal presidente dell'Autorità Portuale Daniele Rossi, giocheranno un ruolo fondamentale. «Dobbiamo demolire cinque chilometri di banchine senza bloccare nemmeno per un giorno l'operatività del porto», dice Rossi. «L'attività di project management – prosegue - è fondamentale per la buona esecuzione del progetto. Parliamo di un porto che accoglie ogni anno 3.200 navi, tutto dovrà essere fatto in perfetta sincronia». Comprensibile che sui tempi si giochi una buona parte della partita. La città romagnola attende da oltre dieci anni l'intervento per l'approfondimento dei fondali, fino a 12,5 metri, con l'adeguamento delle banchine e la realizzazione di nuove aree logistiche su un'area di duecento ettari. Un'attesa segnata anche da forti polemiche e dalla bocciatura di un precedente piano di intervento.

Erano state una decina, nelle scorse settimane, le manifestazioni di interesse a partecipare al bando di gara. Si erano fatti avanti big internazionali. Dall'Italia e dall'Europa ma anche dalla Cina. Per un appalto al quale sono legati anche i piani di sviluppo di alcune grandi realtà industriali, dal gruppo Marcegaglia (200 milioni di investimenti) a Versalis, che fa capo a Eni (130 milioni). Consorzio Stabile Sis è un gigante del settore che spazia dalle infrastrutture stradali agli ospedali. Inc, che lo controlla, ha portato a termine alcuni importanti commesse pubbliche, sia in campo stradale sia in quello ferrotranviario, dal Passante ferroviario di Palermo alla superstrada Pedemontana veneta. Consorzio stabile Grandi Lavori, a sua volta, ha completato pochi anni fa l'intervento al porto di Taranto, opera da 75 milioni. La tabella di marcia prevista dall'Autorità portuale di Ravenna ha fissato in sei-sette anni il completamento dei lavori.

Quattro solo per l'approfondimento dei fondali, necessario per consentire all'hub romagnolo di competere in Europa. «Vogliamo sottrarre traffico al Pireo e ai porti della sponda orientale dell'Adriatico: i nostri competitor sono lì», spiega Rossi. Dei 235 milioni previsti per la realizzazione dell'opera 60 arrivano dal Cipe, 120 dal mutuo erogato dalla Banca europea degli investimenti, 37 milioni sono costituiti da fondi Ue e 18 milioni da risorse proprie dell'Autorità portuale. Per il solo dragaggio è stata prevista una spesa di 42 milioni, per le opere strutturali di 117 milioni. E l'opera che dovrebbe mobilitare ingenti investimenti, è candidata a creare, secondo le stime, circa 6-7mila nuovi posti di lavoro. Un intervento non più rinviabile per uno scalo che nonostante i ritardi continua a crescere (l'anno scorso ha movimentato 27,5 milioni di tonnellate di merci). I cantieri dovrebbero essere aperti entro l'autunno. Nella prima fase con l'approfondimento dei fondali, step al quale seguiranno l'adeguamento strutturale delle banchine e la realizzazione di un nuovo container multipurpose di circa mille metri quadrati. La realizzazione delle nuove aree logistiche comprende anche due stazioni ferroviarie per il trasporto merci e un raccordo con la tangenziale di Ravenna per il collegamento con la rete autostradale.

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