Appalti

Regolamento appalti, Anie: norme attuative ad hoc per i settori speciali

Le richieste delle imprese specialiste su uso degli albi di qualificazione, semplifcazioni sottosoglia, rotazioni e subappalto

di Mauro Salerno

Una sezione del nuovo regolamento unico specificatamente dedicata all'attuazione delle norme relative agli appalti dei cosiddetti settori speciali (energia, trasporti, acqua, gas). E poi una nuova iniezione di semplificazioni per le piccole commesse con indicazioni chiare sull'applicazione del principio di rotazione. Sono le principali richieste avanzate dall'Anie (la federazione di Confindustria che riunisce le imprese del comparto tecnologico) in vista della messa a punto del regolamento attuativo del codice appalti che prenderà il posto della soft law dell'Anac. Proposte che Anie ha già avuto modo di condividere con la commissione dei 13 esperti che sta lavorando al testo su incarico del ministero delle Infrastrutture.

«Gli interventi pubblici nei settori speciali - spiega la direttrice generale Maria Antonietta Portaluri - ormai coprono il 50% del mercato. Hanno lo stesso valore degli appalti ordinari, quindi meritano uno spazio ad hoc anche nel nuovo regolamento». La richiesta riguarda in particolare la regolamentazione degli albi di qualificazione. Le stazioni appaltanti che operano nei settori speciali - come le Ferrovie o le grandi aziende energetiche - possono crearsi un proprio albo di imprese e rivolgersi a quell'elenco ogni volta che c'è da aggiudicare un appalto. Si tratta di elenchi "aperti". Nel senso che in qualsiasi momento un'impresa in possesso dei requisiti di iscrizione all'albo specifico può chiederne di farne parte e essere invitata alle procedure di assegnazione delle commesse.

«Visto che ci sono gli albi - dice Portaluri - noi chiediamo che vengano usati senza possibilità di deroga». Meglio: «Ogni stazione appaltante deve poter scegliere liberamente se affidarsi alle gare aperte o agli albi, ma una volta deciso di istituire gli elenchi deve rivolgersi a questi e non by-passarli in continuazione». Un modo, spiega Portaluri, per tutelare gli investimenti degli specialisti del settore. «Ma anche per evitare che vengano chiamate in causa imprese con requisiti non allineati a quelli degli operatori iscritti all'albo, come talvolta avviene».

L'altra proposta chiave è quella di accelerare l'assegnazione degli appalti di minore dimensione. Qui la richiesta è di cavalcare le semplificazioni del decreto Sblocca-cantieri, rendendo ancora più spedito l'affidamento dei contratti sotto 150mila euro, per i quali è stato disegnato il cosiddetto affidamento diretto "ibrido" (assegnazione fiduciaria a valle della richiesta di tre preventivi). «Visto che la logica è quella di sburocratizzare allora semplifichiamo per bene, limitando i controlli necessari su antimafia, Durc e pagamenti all'impresa che risulta aggiudicataria, evitando di ingolfare inutilmente il lavoro delle Pa».

Sempre per gli appalti sottosoglia, secondo Anie, va chiarita una volta per tutte l'applicazione del principio di rotazione riportando nel regolamento le conclusioni della giurisprudenza. Vale a dire che «quanto agli inviti, il principio di rotazione si applica nelle procedure negoziate, ma non quando la stazione appaltante opta per una gara formale aperta a tutti, senza limitazioni alla concorrenza». Mentre, il divieto di invito dell'appaltatore uscente dovrebbe cadere «come segnalato dalla giurisprudenza, se l'impresa ha ottenuto quell'appalto in gara o sulla base di una procedura di emergenza».

Probabilmente non sarà tema di regolamento attuativo, ma non può mancare un passaggio sul subappalto, dopo le prese di posizione in ambito europeo che impongono un intervento del governo. «Il mercato italiano ha delle specificità tali che impediscono di liberalizzare completamente i subaffidamenti - aggiunge Portaluri -. Secondo noi il tetto al 40% cui si è arrivati temporaneamente con il decreto Sblocca-cantieri è un buon compromesso. Ma va eliminata la clausola che concede la possibilità di scelta "gara per gara" da parte delle Pa, che ovviamente disorienta le imprese». «Da eliminare definitivamente» anche la norma che impone di escludere un appaltatore per un'irregolarità commessa da un subappaltatore, anche nel caso in cui l'impresa principale sia in possesso di tutti i requisiti previsti dal bando. «Un evidente eccesso», conclude Portaluri.

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