Appalti

Appalti in house dei concessionari, in vista un'altra proroga per gli obblighi del codice

Pioggia di emendamenti al decreto Milleproroghe per spostare al 31 dicembre 2022 la data di adeguamento ai sistemi «80-20» e «60-40»

di Mauro Salerno

Evidentemente non è bastato lo spostamento in avanti di due anni deciso pochi mesi fa con il decreto Sblocca-cantieri. Per gli appalti in house delle società concessionarie (autostradali e non) si profila un nuovo slittamento dei termini per adeguarsi all'obbligo di rispettare le quote minime di appalto con gara previste dal nuovo codice degli appalti. La nuova proroga è prevista all'interno di una serie di emendamenti - presentati praticamente da tutte le forze politiche - al decreto Milleproroghe (Dl 162/2019) in discussione presso le commissioni riunite Affari Costituzionali e Bilancio della Camera.

Riepiloghiamo le norme. Il codice appalti prevede che i i titolari di concessioni pubbliche - se ottenute in passato bypassando una procedura di gara a evidenza pubblica - debbano obbligatoriamente affidare con gara una quota maggioritaria degli appalti (di lavori, servizi e forniture) relativi alla concessione. In particolare, dopo un primo momento in cui si era stabilito che tutti i concessionari dovessero affidare con gara almeno l'80% degli appalti (in house quindi concesso solo per il 20%), con un emendamento alla legge di Bilancio 2018 si è introdotta una deroga per i concessionari autostradali. Solo per questi ultimi, il limite di affidamento degli appalti con gara è stato rip0rtato al 60%, con la conseguente possibilità di assegnare alle proprie società controllate il 40% dei lavori. Sul rispetto di questi limiti è stata chiamata a vigilare l'Autorità Anticorruzione (Anac), che ha emanato delle linee guida ad-hoc.

Il punto sta nella data di partenza del nuovo sistema e dei conseguenti controlli. La prima versione del codice appalti poneva come data limite il 19 aprile 2018, cioè 24 mesi dopo l'entrata in vigore del Dlgs 50/2016. Questa data è stata spostata in avanti da ultimo con il decreto Sblocca-cantieri che ha stabilito al 31 dicembre 2020 il momento in cui le società concessionarie si sarebbero dovute adeguare al nuovo sistema, dimostrando con i numeri di aver affidato l'80% degli appalti con gara o almeno il 60% - come abbiamo visto - nel particolare settore delle concessioni autostradali.

Ora anche questa data sembra destinata a essere rivista. E con questa anche tutto il collegato sistema di controlli sugli appalti in house dei concessionari. Convergono su questo obiettivo, infatti, una serie di emendamenti al decreto Milleproroghe in alcuni casi identici, in altri casi molto simili, presentati in commissione alla Camera. Tra i firmatari di questi emendamenti ci sono esponenti dei principali partiti sia di maggioranza (Pd, Cinque Stelle) che di opposizione (Lega, Forza Italia). Con diverse gradazioni normative, tutti prevedono però almeno di spostare il limite di applicazione dei nuovi vincoli al 31 dicembre 2022. Sarebbero altri due anni. In attesa, verrebbe da dire, di un nuovo Milleproroghe.

Le linee guida Anac sull’in house

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©