Appalti

Condotte, i commissari per ora restano alla guida

di Carmine Fotina

Almeno per ora l'amministrazione straordinaria del gruppo Condotte può proseguire con gli stessi commissari. Lo ha stabilito in via d'urgenza il Consiglio di Stato dopo la sentenza del Tar Lazio dello scorso 30 dicembre che ne aveva annullato le nomine. Evitato, temporaneamente, lo stallo completo nella gestione della società (e delle sue controllate), i cui principali asset sono al centro di una procedura di vendita pubblica. Per il Consiglio di Stato l'annullamento degli atti impugnati in primo grado giustifica una sospensiva d'urgenza alla luce del rischio che nel frattempo, fino alla pronuncia di merito, possa essere compromessa «in via definitiva la continuità aziendale e l'occupazione delle diverse migliaia di dipendenti». Senza considerare il rischio di «aggravare lo stato d'insolvenza e pregiudicare irreparabilmente il rilevantissimo portafoglio ordini nazionale ed estero della stessa società» (il dispositivo è disponibile sul sito www.ilsole24ore.com).

Il 20 febbraio 2019, giorno fissato per la camera di consiglio, è prevista la discussione generale. Il Consiglio di Stato si è espresso su richiesta di sospensiva avanzata dai commissari straordinari. Nel frattempo anche lo stesso ministero dello Sviluppo economico, su parere dell'Avvocatura dello Stato, ha deciso di formalizzare ricorso.Il Tar Lazio aveva annullato gli atti relativi alle nomine accogliendo il ricorso presentato contro il ministero dello Sviluppo economico e nei confronti dei commissari da Alessandra de Simone Saccà, che il 6 agosto 2018 fu dichiarata dalla commissione di esperti nominata dal ministero non idonea a partecipare all'estrazione a sorte per la nomina dei commissari straordinari nel «gruppo dei commercialisti».

Lo stesso giorno, in seguito al sorteggio, furono nominati commissari Matteo Uggetti, Giovanni Bruno e Alberto Dello Strologo. Per i giudici del Tar «il procedimento di nomina risulta affetto da diverse irregolarità» legate al mancato rispetto della direttiva dell'ex ministro dello Sviluppo Luigi Di Maio (19 luglio 2018) relativa alle procedure di nomina. Ugualmente irregolare, secondo il dispositivo, fu la successiva nomina a commissario di Gianluca Piredda (22 marzo 2019) in sostituzione di Dello Strologo, nel frattempo dimessosi. La direttiva in questione prevede che una commissione nominata dal ministro, formata da tre esperti, selezioni tra i candidati una rosa di non meno di cinque nominativi considerati idonei sulla base di precisi criteri. La scelta finale dei professionisti deve poi essere effettuata per sorteggio, in seduta pubblica. La sentenza del Tar aveva rilevato che la procedura stabilita da questa direttiva è in pratica un vincolo "autoimposto" dal ministero e in quanto tale prevale anche sulla natura discrezionale del potere di nomina.

Nel parere inviato al ministero dello Sviluppo economico il 7 gennaio, l'Avvocatura dello Stato ha di fatto sconsigliato di rifare un procedimento di nomina, puntando invece sul ricorso. Si parla comunque di «sicura aleatorietà dell'esito del giudizio» alla luce di una serie di osservazioni, tra le quali c'è anche il riconoscimento che in effetti - come sottolineato dal Tar - la commissione di esperti chiamata a selezionare i candidati da portare poi al sorteggio si presenta come organismo per il quale è necessaria la presenza di tutti i componenti (in occasione della procedura di Condotte ne erano invece presenti solo due su tre).

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