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Top 50 edilizia privata: Rizzani de Eccher leader di un mercato più dinamico dei lavori pubblici

di Aldo Norsa

Rizzani de Eccher leader nell'edilizia privata in Italia. Questa classifica, pubblicata per la prima volta, riguarda specificamente le prime 50 imprese operanti nell'edilizia privata (soprattutto per conto terzi, ma anche talvolta per conto proprio con attività immobiliare). Completano il quadro del vertice dell'offerta dopo l'anticipazione della classifica delle prime 50 imprese, generali e specialistiche, in Edilizia e Territorio del 18 ottobre. La graduatoria si apre con l'impresa friulana che nel 2018 fattura in questo specifico segmento 436 milioni (su un totale di 937) e si chiude con De Sanctis che vale solo 10,5 milioni nel privato ma 88 nel suo insieme. L'ampiezza dello spettro dimensionale in questa prima edizione delle classifiche si spiega anche con l'assenza di almeno una dozzina di imprese che avrebbero i numeri per essere presenti. Per "riservatezza" esse hanno preferito non fornire le informazioni aggiuntive rispetto ai dati di bilancio ufficiali (già reperiti da Guamari al Registro Imprese) chieste in un apposito questionario.

Tra queste non può non sorprendere il rifiuto di rispondere da parte del "campione nazionale" Salini Impregilo (quotato in Borsa e beneficato da capitali pubblici per un aumento di capitale finalizzato al Progetto Italia), comunque notoriamente poco attivo nel mercato privato. Si noti anche che, delle 50 imprese esaminate, 16 dichiarano di realizzare tutto il fatturato 2018 in edilizia privata (in ordine decrescente Techbau, Impresa Percassi, Sa-Fer, Borio Mangiarotti, Nessi & Majocchi, Paterlini Costruzioni, Devero Costruzioni, Edile, Cds Costruzioni, Ricci, Mangiavacchi Pedercini, Mario Neri, Building, Giambelli, Guffanti A., Grassi & Crespi) e altre sette imprese dichiarano almeno il 90% del fatturato 2018 in edilizia privata (e immobiliare). Sono: Colombo Costruzioni, Setten Genesio, Costruzioni Generali Gilardi, Ediltecno Restauri, Smv Costruzioni, Cev e Tiemme Costruzioni Edili.

Sulla base della graduatoria allegata è stato redatto il "Rapporto Classifiche – Le prime 50 imprese italiane dell'edilizia privata" presentato mercoledì 27 novembre a Milano presso la sala convegni di Intesa Sanpaolo. Grazie a dodici sponsor imprenditoriali esso è disponibile in mille copie a stampa e può essere scaricato dal sito www.guamari.it. Le 112 pagine del rapporto contengono 50 schede impresa per impresa, utili affinché i committenti (privati) si formino un giudizio con obiettività di numeri (e di informazioni aggiuntive sulle qualifiche, sulle commesse e sul posizionamento di mercato delle singole realtà imprenditoriali).

Il mercato privato è meglio del pubblico
Per valutare la convenienza di lavorare nel privato anziché nel pubblico si confronta secondo diversi parametri questa graduatoria con la classifica delle prime cento imprese di costruzioni (generali, quindi operanti sia nel mercato pubblico, edilizia e infrastrutture, che privato, solo edilizia, e specialistiche, con competenze impiantistiche), pubblicata nel Report on the Italian Construction, Architecture and Engineering Industry, che sarà presentato il prossimo 4 dicembre (a Milano nell'Aula Maggiore del centro Congressi FAST), reso possibile da 63 sponsor imprenditoriali. Essa sarà contestualmente pubblicata in Edilizia e Territorio, unitamente ad altre due classifiche di interesse del mondo delle costruzioni (e dell'ambiente costruito in senso più generale): le prime 150 società di architettura/design e le prime 150 società di ingegneria.

I numeri d'insieme
Nel 2018 le 50 imprese in classifica fatturano nella sola edilizia privata 3,2 miliardi di euro, più 17,3% rispetto all'esercizio precedente. Poiché il loro fatturato totale (per il 65,3% all'estero) cresce meno (dell'8,3%), l'incidenza del mercato privato passa dal 45,3 percento del 2017 al 49,1 percento del 2018.
A livello reddituale il vertice dell'offerta di edilizia privata mostra dati in generale peggioramento: l'ebitda cala del 3,5 percento, l'ebit del 9,8 percento e l'utile netto addirittura del 55,3 percento. "Zavorrati" dalle deludenti prestazioni nel mercato pubblico.
Anche la situazione finanziaria è poco brillante con l'indebitamento netto cresciuto del 3,4 percento (nonostante ancora 11 imprese abbiano una posizione finanziaria netta attiva) e il patrimonio netto sceso (ma solo dell'1,1 percento), per fortuna ancora in grado di coprire ampiamente i debiti.

Il portafoglio ordini (delle 35 imprese che hanno fornito il dato) si arricchisce del 7,9 percento, mentre la forza lavoro aumenta solo del 2,5% occupando in totale 13,3 mila dipendenti.
Estrapolando da questo insieme più ampio, le sole 23 realtà davvero specializzate nell'edilizia privata (quindi con un'incidenza sul fatturato superiore al 90%) si nota un andamento economico/finanziario decisamente migliore.

Il valore della produzione 2018 cresce del 18,5 percento (18% nel solo privato) con un'incidenza solo marginale dell'estero sebbene in crescita (3 percento contro lo 0,1 del 2017).
Tutti gli indici reddituali delle imprese di questo campione ristretto migliorano nell'ultimo esercizio: l'ebitda si incrementa del 15,8 percento, l'ebit del 21,6% e l'utile netto ben del 63,2%.

Lo stesso discorso vale per la situazione finanziaria delle 23 società che evidenziano debiti ridotti del 5,1%, oltre tre volte inferiori al patrimonio netto, salito del 7,4%.
Il portafoglio ordini (delle sole 13 imprese su 23 che hanno fornito il dato) è del 37,5% superiore rispetto al 2017 e l'organico (1,6 mila addetti) cresce del 7,9 percento.

Confronti tra imprese
Un'analisi degli ebitda margin delle 23 imprese più specializzate in edilizia privata mostra un valore medio del 6 percento, influenzato verso l'alto da tre dati molto elevati, quelli di: Giambelli (30%), Sa-Fer (24,4%) e Building (22,9%). Le imprese di maggiori dimensioni mostrano tendenzialmente ebitda piuttosto ridotti: tra le prime cinque solo Setten Genesio si avvicina al valore medio dell'ebitda margin con 5,7 percento. Tra le cinque imprese con le dimensioni più contenute sono invece tre le società a superare il valore medio: Guffanti A. (17,8%) che si aggiunge alle citate Giambelli e Building.
Nel campione in esame vi sono solo due casi di ebitda negativo: Grassi & Crespi e Mangiavacchi Pedercini.

L'analisi del debt equity mostra un valore medio piuttosto ridotto (solo 0,30), appesantito soprattutto dalle imprese più attive nell'immobiliare (i dati peggiori del lotto sono quelli di Devero Costruzioni con 8,36 e Guffanti A. con 2,49), ma ben bilanciato dalla presenza di cinque società con posizione finanziaria netta attiva: Colombo Costruzioni, Techbau, Sa-Fer, Edile e Tiemme Costruzioni Edili.

Invece sono otto i casi di debt equity superiori alla soglia di sicurezza dell'unità, oltre ai due già citati: Setten Genesio, Costruzioni Generali Gilardi, Impresa Percassi, Paterlini Costruzioni, Ricci e Giambelli.

Le prospettive
Nella perenne attesa che il mercato italiano delle infrastrutture riprenda vigore, quello dell'edilizia privata suscita maggior ottimismo. Anche in assenza di una vera "valvola di sfogo" all'estero (che però nel privato può comportare anche più rischi che nel pubblico) il mercato nazionale riprende vigore. Secondo Scenari Immobiliari dopo un calo nel 2018 il 2019 si sta concludendo con un incremento di oltre il 30 percento. Purtroppo però con disequilibri regionali sempre più marcati. Infatti oltre la metà degli investimenti immobiliari istituzionali ed esteri interessano la Lombardia (ovviamente trainata da Milano) mentre il resto del Paese si accontenta di interventi più sporadici e soprattutto di investimenti diffusi nell'edilizia minore (non di interesse del vertice dell'offerta qui analizzato).

Di conseguenza, dal punto di vista geografico, a differenza delle maggiori imprese generali (e specialistiche), che si distribuiscono sul territorio nazionale nonostante i tre poli principali siano in Lombardia, Lazio ed Emilia-Romagna, i big dell'edilizia privata si concentrano decisamente al Nord, confermando che il "triangolo" Lombardia-Emilia Romagna-Veneto sostituisce il mitico "triangolo industriale" che includeva invece Piemonte e Liguria.

La Top 50 imprese edilizia privata

La classifica Top 50 imprese edilizia privata

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