Appalti

Investimenti/1. Il governo adotta un'opera da sbloccare per ogni Regione

di Giorgio Santilli

Il governo prova a correre ai ripari rispetto ai tassi bassissimi di spesa del Fondo sviluppo coesione (900 milioni spesi su 63,8 miliardi programmati fanno l'1,4%) concentrando la propria strategia sullo sblocco di alcune grandi opere, una per ciascun regione. «Abbiamo già individuato - dice il sottosegretario a Palazzo Chigi con delega agli investimenti, Mario Turco- nove interventi prioritari per altrettante regioni , le otto del Sud più le Marche. Partiremo con un'opera fondamentale, ferma da trenta anni, come l'autostrada Ragusa-Catania». È un intervento da 700 milioni, ha un progetto definitivo che ha ridotto i costi rispetto agli 815 milioni previsti in origine, 68,7 chilometri. Si continuerà con la statale 7 ter Salentina da Bradanico a Salentino, con ammodernamento del tronco Manduria-Lecce e tratto Taranto-Lecce (50 milioni).

Le altre opere su cui si concentreranno sforzi e risorse saranno la statale 372 Telesina in Capania (460 milioni), il secondo lotto della variante di Palizzi Marini sulla statale 106 Jonica in Calabria (97,9 milioni), la Carlo felice in sardegna (79,6 milioni), la statale 17 in Molise (130 milioni), la statale 18 Tirrena inferiore in Basilicata (48,9 milioni), la tangenziale sud dell'Aquila in Abruzzo (fino a 136,8 milioni), la statale 16 Adriatica nelle Marche (249,8 milioni). Queste opere saranno adottate dal governo. «Lavoreremo su queste opere - dice Turco - con la cabina di regia interministeriale insediata a Palazzo Chigi. Seguiremo l'opera passo passo, sugli aspetti finanziari e amministrativi, insieme al responsabile dell'opera, fino a sbloccarle».Un metodo nuovo nella consapevolezza che l'intero governo deve essere impegnato a risolvere il principale problema delle infrastrutture in Italia oggi, «i tempi eccessivi fra la programmazione delle opere e la spesa».


La situazione del Fondo sviluppo coesione è drammatica: anche i livelli di appalto restano bassissimi, 3,4 miliardi, pari al 5,3% dei 63,8 miliardi programmati. Per questo il Cipe ha deciso di concentrare la spesa su alcune opere simbolo. «Il metodo che ci siamo dati - dice Turco - è scegliere ogni 20 giorni 7-8 opere prioritarie su cui concentrare l'attenzione».Si tenta di rimediare alle cause piccole e grandi che hanno prodotto una riduzione degli investimenti pubblici dell'ordine del 30% dal 2007 a oggi. È chiaro, però, che la strada è in salita. «La curva degli investimenti negli ultimi dodici anni - dice Turco - dimostra anzitutto che nel 2009 si fece un errore drammatico con la politica di austerità europea: si pensava di essere usciti definitivamente dalla crisi del 2007, mentre la crisi era appena cominciata.

Questo ha portato non solo a un abbattimento della spesa ma anche a un impoverimento della capacità professionale delle amministrazioni. Un buco di capitale umano che ha impedito la staffetta generazionale e ha portato la perdita di professionalità dentro le amministrazioni. Infine c'è il disastro del codice appalti che ha reso difficile e lungo anche realizzare una piccola opera».Turco propone, per altro, una modifica all'articolo 50 del codice appalti che risponda a un altro dei grandi problemi del momento, la crisi finanziaria di molte imprese appaltatrici. «Serve in sede di gara - dice - una certificazione, data dalle banche finanziatrici di un'opera o dal collegio dei revisori in caso di società quotata o da un professionista abilitato che accerti, sulla base degli stessi criteri della riforma fallimentare, che l'impresa non versi in stato di insolvenza o di crisi finanziaria».

La lista dei nove investimenti prioritari

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©