Appalti

Top 50 costruttori: Salini Impregilo precede Pizzarotti e Rizzani de Eccher nella classifica falcidiata dalle crisi d'impresa

di Aldo Norsa

È disponibile un'anticipazione della classifica delle maggiori imprese di costruzioni italiane (sia generali che specialistiche). Per il momento limitata alle prime 50 (per fatturato, consolidato quando disponibile) in attesa di pubblicare la classifica più completa (delle prime 100 realtà imprenditoriali) all'inizio di dicembre. Sono presentati (e commentati) i dati delle prime 39 imprese generali e 11 specialistiche con purtroppo numerose assenze dovute allo stato di crisi in cui versa, in particolare, il vertice dell'offerta.

Tra i nomi più noti mancano, in ordine alfabetico, Astaldi, Cmc (entrambe in concordato preventivo), Condotte (in amministrazione straordinaria e stato di insolvenza), Glf (Grandi Lavori Fincosit, in concordato preventivo), Mantovani (fallita dopo la vendita che ne aveva mutato il nome in Coge Mantovani), Tecnis (in amministrazione straordinaria). Si noti che le prime due (e la quarta) erano presenti nella classifica dell'anno scorso, le altre già mancavano. Mentre torna in classifica (dopo l'assenza dell'anno scorso) la specialistica Trevi (pur ancora in fase di ristrutturazione dei debiti). Questo diminuisce ovviamente la concentrazione al vertice delle poche imprese generali davvero grandi (e allontana ulteriormente il sistema Italia dagli altri grandi Paesi europei) ma non modifica sostanzialmente l'ampio spettro di fatturato tra la prima e l'ultima in classifica (dai 5.198 milioni di euro fatturati da Salini Impregilo ai 61,2 milioni di Strabag (unica filiale italiana di un grande gruppo straniero / austro-tedesco). Al momento non è disponibile al Registro Imprese il bilancio di Todini Costruzioni Generali e della specialistica Francesco Ventura Costruzioni Ferroviarie.

Chi sale chi scende
Grazie anche alle nuove assenze in classifica, la top ten delle imprese generali subisce significative modifiche. Il panorama al vertice dell'offerta sarà totalmente modificato se andrà in porto "Progetto Italia" su iniziativa del campione nazionale sempre più incontrastato, Salini Impregilo (che è nel frattempo cresciuto acquistando Seli Overseas e Glf Usa da Glf e Cossi da Condotte, ma ha fatto una cura dimagrante negli Usa vendendo le divisioni, non core, "plants and paving" e "power and energy" di Lane Industries).

Soprattutto se nel nuovo soggetto "pigliatutto" (il cui nome sarà presto comunicato) confluiranno altre realtà di primo piano (a corollario di quanto dichiarato dall'inizio: il salvataggio di Astaldi). Per esempio, da indiscrezioni di stampa, Pizzarotti, salita a seconda in classifica proprio per la scomparsa di Astaldi (e diventata 48° in Europa). Anche l'assurgere alla terza posizione di Rizzani de Eccher (52° nella classifica europea) si spiega con i "vuoti" creatisi a monte (in questo caso anche di Cmc) pur in assenza di crescita. Lo stesso vale per la quarta impresa generale, Ghella (che comunque cresce dopo un 2017 in calo), mentre un vero exploit è quello di Itinera (gruppo Gavio) che prende il posto di Cmb (rimasta prima tra le cooperative dopo l'eclisse di Cmc) diventando quinta impresa generale.

Chiudono la top ten Impresa Tonon (diversificata però nella produzione di conglomerati bituminosi e inerti cementizi e assente nella scorsa classifica), Icm (già Maltauro), Italiana Costruzioni, Inc (alleata del gruppo spagnolo Sacyr nel consorzio stabile Sis) e Carron. Da notare che subito fuori dalla top ten si colloca la prima impresa esclusivamente attiva nell'edilizia privata, Colombo Costruzioni. In termini di fatturato salgono soprattutto, dopo Itinera, Inc, Italiana Costruzioni e Ghella, mentre scendono, nell'ordine, Rizzani de Eccher, Salini Impregilo e Cmb.

Venendo alle imprese specialistiche, le cui attività sono ben più nettamente distinte delle generali, resta in testa Bonatti (pipelines) seguita da Trevi (che riduce il fatturato di un quinto per la cessione della divisione oil & gas includente la società Soilmec e si concentra nelle fondazioni), dall'impresa leader della carpenteria metallica per interventi complessi e sfidanti, Cimolai, dalla seconda grande impresa del pipeline, Sicim, dalla leader nell'armamento ferroviario, Gcf e da Pavimental (gruppo Atlantia/Autostrade per l'Italia), specializzata in pavimentazioni stradali e aeroportuali. Quest'ultima è anche quella che riduce maggiormente il fatturato (di un quarto).

Il rischio estero
L'asfissia del mercato italiano delle opere pubbliche ha notoriamente spinto i maggiori costruttori a lanciarsi all'estero. Ma, finita l'epoca dei grandi lavori finanziati dagli organismi internazionali (sicuri nei pagamenti e al riparo dalla concorrenza selvaggia), oggi troppe imprese sono costrette ad accettare contratti in Paesi apparentemente sicuri ma, proprio perché sviluppati e comunque a diretta committenza pubblica, caratterizzati da protezionismi di vario tipo.

Con la conseguenza che i maggiori problemi si stanno manifestando proprio per chi è più esposto all'internazionale. Basti pensare che, solo al top della classifica europea, nessuno dei 13 gruppi che precedono Salini Impregilo ha una quota di attività all'estero superiore alla sua (90,5 percento). Tra le imprese generali troppo squilibrate all'esportazione vi sono anche Rizzani de Eccher e Pizzarotti, mentre Ghella, pur esportando per quattro quinti del fatturato, è al riparo dai rischi (e dalla concorrenza) per il suo riconosciuto primato nella realizzazione di gallerie.

Il che è vero delle imprese specialistiche, per la maggior parte attive quasi solo all'estero, ma in "nicchie" non sfidabili. Tornando alle imprese generali i mercati che creano più problemi sono non certo quelli del terzo mondo (con l'eccezione di Salini Impregilo per il raddoppio del canale di Panama) ma quelli dei Paesi europei e degli Usa. In Norvegia Condotte si è vista rescindere un grande contratto ferroviario, in Svezia l'associazione tra Vianini Lavori e Cmc un è stata estromessa dai lavori per due gallerie stradali) e in Polonia hanno avuto noie su contratti sempre in campo viabilistico sia Salini Impregilo che Pizzarotti che Toto. Quanto agli Usa, che sono diventati il nuovo mercato domestico per Salini Impregilo, la concorrenza locale è talmente agguerrita che affrontarlo con una propria filiale (Lane) senza le opportune alleanze potrebbe rivelarsi pericoloso.

I numeri d'insieme
Nel 2018 le 50 maggiori imprese di costruzioni hanno aumentato il proprio giro d'affari solo dello 0,6 percento sfiorando i 16,8 miliardi, ma nella classifica pubblicata lo scorso anno era ben maggiore (20,7 miliardi), ma per la presenza di Astaldi, Cmc e Glf (Grandi Lavori Fincosit). La quota di fatturato all'estero si riduce dal 60,5 percento dello scorso anno al 59,2 percento dell'ultimo esercizio nonostante siano tre le società che per la prima volta presentano dei ricavi internazionali (pur ancora marginali): Cmb (1,9 percento), Clf (0,4 percento) e Cogefa (6,1 percento).

I dati reddituali vedono da una parte calare l'ebitda del 5,8 percento e dall'altra l'ebit crescere del 31,5 percento, mentre il risultato netto di conferma in perdita migliorando però del 94,4 percento da meno 171,4 milioni (su cui pesavano i risultati fortemente negativi di Trevi in primis ma anche di Salini Impregilo) a meno di 9,5 milioni, con la presenza di ancora 11 società che hanno chiuso il bilancio 2018 in negativo.
A livello finanziario, nonostante l'aumento dell'indebitamento del 4,9 percento, la presenza di 14 imprese (su 50) con posizione finanziaria netta attiva fa sì che i debiti risultino ampiamente coperti dal patrimonio netto salito del 9,4 percento.

Il portafoglio ordini, delle 30 società di cui il dato 2018 è disponibile, cresce leggermente più del fatturato (del 2,6 percento).
La forza lavoro delle 50 imprese al top, aumentata del 5,9 percento, conta quasi 72 mila addetti.

La top 100 in arrivo
All'inizio dicembre saremo in grado di pubblicare la tabella completa della Top 100 costruttori, estratta dal «Report 2018 on the Italian Construction, Architecture and Engineering Industry» che sarà promosso con il sistema editoriale digitale de Il Sole 24 Ore / Edilizia e Territorio e presentato il 4 dicembre in un incontro/dibattito a Milano, nell'Aula Maggiore del Centro Congressi Fast (Federazione delle Associazioni Scientifiche e Tecniche).

La classifica Top 50 costruttori

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