Appalti

Progetto Italia. Ok all'aumento di capitale di Salini Impregilo, entro il 2019 nuovo brand e piano industriale

di Laura Galvagni

Progetto Italia riceve l'ultimo decisivo via libera. L'assemblea dei soci di Salini Impregilo ha approvato lo scorso 4 ottobre l'aumento di capitale da 600 milioni, funzionale a dotare la compagnia delle risorse necessarie per procedere con il salvataggio di Astaldi e più in generale per rimettere in pista, sullo scacchiere globale, il settore delle costruzioni italiano. «Un bellissimo progetto di investimento per il futuro», ha spiegato Pietro Salini, numero uno di Salini Impregilo e autore, assieme al general manager, Massimo Ferrari, del disegno che punta a risollevare le sorti di un comparto cruciale per il paese. «Non è un normale aumento di capitale ma sottende un progetto straordinario che porterà a costruire infrastrutture e a dare lavoro, un progetto di cui sono molto felice», ha aggiunto l'amministratore delegato. Ora, incassato il sigillo degli azionisti all'iniezione di liquidità, si dovrà procedere con gli ultimi adempimenti fondamentali ma intanto un primo passo è fatto. Un passo che, come ha sottolineato Ferrari, si somma a un altro tassello fondamentale: «Con il supporto degli istituti di credito abbiamo concluso l'acquisto da Fortress e King Street del bond emesso da Astaldi da 75 milioni».

Operazione che di fatto permetterà di erogare nuova finanza al gruppo di costruzioni per 190 milioni. «Denari indispensabili per riattivare i lavori nei cantieri e avanzare nel completamento delle commesse in portafoglio», ha aggiunto Ferrari. Senza contare che ora Astaldi ha finalmente accesso a nuove risorse a condizioni decisamente più sostenibili. In questo contesto, la priorità, stante che sono già iniziati alcuni incontri con gli investitori internazionali, è la definizione del prospetto informativo per l'aumento di capitale che sarà sottoscritto per 50 milioni dal gruppo Salini, per 250 milioni da Cassa Depositi e Prestiti, e per altri 150 milioni dalle banche creditrici (tra cui Unicredit e Intesa) mentre i restanti 150 milioni verranno messi a disposizione del mercato, a fronte comunque di un consorzio bancario di garanzia per l'eventuale inoptato. Step propedeutico per creare entro fine 2019 la nuova Salini Impregilo. Che, oltre alla dotazione finanziaria, avrà anche un nuovo brand, «Sul quale - ha sottolineato Salini - bisogna riflettere approfonditamente per creare un'identità che sia riconoscibile ma che rispetti anche la storia dei gruppi in gioco, deve rappresentare in sintesi il progetto e promuoverlo nel mondo», e un nuovo piano industriale.

E ovviamente anche una nuova governance con un consiglio che tenga conto dei nuovi pesi azionari (oggi Salini Costruttori è al 74,78% ma con l'aumento si diluirà, di quanto dipenderà dal prezzo di collocamento). L'ingresso in forze di Cdp Equity assegna infatti alla Cassa la possibilità di nominare il presidente della futura Salini Impregilo:«Non spetta a noi sceglierlo, deve certamente avere le competenze e lo status per gestire una società che è tra i principali attori del paese, una figura importante, di stimolo e di raccordo del cda», ha commentato Salini. L'innesto potrebbe essere fatto in tempi rapidi, molto dipenderà dalla Cassa. Un nome, al momento, non ci sarebbe ancora anche se l'ipotesi Fulvio Conti sembra essere la più accreditata. In ogni caso gli head hunter sono al lavoro e sarebbe già stata stilata una prima potenziale lista di nomi tra i quali quelli di Innocenzo Cipolletta, presidente Aifi, Pietro Guindani, Fabio Gallia (ex ad di Cdp) e Massimo Capuano, ora presidente di Iw Bank prima ceo di Borsa Italiana. Infine, non è detto che l'aumento di Astaldi si chiuda prima del 2019, perchè molto «dipenderà dal Tribunale e dai creditori», ha chiosato Salini.

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