Appalti

Whistleblowing, quasi una «soffiata» su quattro riguarda gli appalti illegittimi

di Mauro Salerno

È l'area degli appalti pubblici il settore che raccoglie le maggiori segnalazioni dei whistleblower, gli autori delle "soffiate" sui comportamenti anomali (non solo) dei dipendenti pubblici inviate all'Autorità Anticorruzione. Lo segnala la stessa Anac nel rapporto sul fenomeno whistlebolwing presentato ieri mattina a Roma che sottolinea l'impennata delle denunce avvenuta negli ultimi mesi . Il dato sugli appalti sorprende solo in parte, visto che da sempre quella dell'assegnazione delle commesse pubbliche è considerata tra quelle a più alto rischio corruzione. Anche se negli anni scorsi a essere privilegiate erano le denunce relative agli abusi di potere.

«Il tasso di illegalità reale e percepita nel settore degli appalti resta il dato più preoccupante - ha segnalato il presidente dell'Autorità Raffaele Cantone-, a differenza di trend legislativi che vanno sempre più nella logica di deregulation che non aiutano certamente il
rispetto delle regole». Il riferimento, non troppo nascosto, è evidentemente al decreto Sblocca-cantieri e alle norme sugli affidamenti diretti fino a 150mila euro, su cui Cantone non ha mai nascosto le sue perplessità. È proprio di ieri, peraltro, la notizia sulla "sparizione" dal mercato di oltre un terzo dei bandi di gara relativi a piccoli affidamenti avvenuta a giugno, cioè dopo l'entrata in vigore delle novità introdotte dalla legge di conversione del Dl 32/2019.

In aumento le segnalazioni
Il rapporto, illustrato dal magistrato Anna Corrado, parte dalle cifre assolute: nel 2018 l'Anac ha ricevuto 783 segnalazioni (65 al mese), più del doppio rispetto alle 364 del 2017. Nei primi sei mesi del 2019 ne sono giunte già 439 (73 al mese). L'82 per cento delle segnalazioni arriva tramite l'app protetta lanciata da Anac a febbraio 2018, le altre per lettera cartacea.

Più di un whistleblower su due è un dipendente pubblico; il 14,2 per cento lavora o collabora per un fornitore della Pa o un dipendente di società controllate o partecipate (14%). I dirigenti sono poco più del 5%. «Parlano» sempre di più anche militari e le forze dell'ordine: nel primo semestre 2019 sono già giunte 15 segnalazioni (4,2%). In tutto il 2018 erano state 11. Ma cosa segnalano i whistleblower italiani? I casi più frequenti rimangono gli appalti illegittimi (22,6%). In calo corruzione, cattiva amministrazione e abuso di
potere (dal 24,1% del 2018 al 18,7 del 2019). A seguire, concorsi illegittimi (12,3%), cattiva gestione delle risorse pubbliche o vicende di danno erariale (11,5%) e i conflitti di interessi (9%). Oltre un terzo delle segnalazioni arrivano da Regioni ed enti locali (38,3%), ma sono in netto aumento la voce ministeri, enti previdenziali, autorità indipendenti, agenzie
pubbliche o simili salite dal 17,6 al 27,7%.

Parte delle segnalazioni all'Anac vengono archiviate, ma aumentano in tendenza quelle che vengono inviate per approfondimenti penali o contabili: nel 2018 20 sono finite in Procura e 19 alla Corte dei Conti. Nei primi 6 mesi del 2019 gli invii alla Procura sono già stati 33, quelli alla Corte dei Conti sono 29.

Alcuni esempi? Oltre agli appalti illegittimi in un comune del Nord , tipologia che continua a farla da padrone, ci sono anche le pressioni per riammettere un concorrente escluso da una gara in una Regione del Centro, o l'uso illegittimo di permessi sindacali (un Comune del nord), la nomina illegittima del comandante dei vigili sempre di un Comune del Nord, una presunta cattiva gestione (con tanto di favoritismi politici) che avrebbe portato al mancato recupero di esposizioni debitorie in un ente pubblico nazionale, e poi assunzioni senza selezione e senza requisiti, false attestazioni della presenza in servizio in un ministero o presunti concorsi truccati in una Asl del Sud.

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