Appalti

Effetto sblocca-cantieri sui microappalti: sparito un terzo dei bandi sotto 150mila euro

di Mauro Salerno

Effetto-Sblocca cantieri sui piccoli appalti. Sono bastate poche settimane di applicazione delle nuove regole che consentono l'affidamento diretto dei lavori fino a 150mila euro per far sparire dal mercato oltre un terzo dei bandi relativi all'assegnazione dei micro-cantieri . A certificare i dati è l'osservatorio mensile sui bandi di gara per lavori pubblici tenuto dal Cresme.

Il dato più rilevante, tra i molti contenuti nell'osservatorio, è proprio quello sui micro appalti. I bandi per l'assegnazione di commesse sotto i 150mila euro a giugno 2019 sono scesi a quota 533 per un controvalore di 34 milioni. Due numeri che la dicono lunga sull'effetto dell'entrata in vigore delle nuove regole che - dal 19 aprile fino a 200mila euro e poi dal 18 giugno fino a 150 mila euro - consentono ai funzionari pubblici di assegnare questo tipo di commesse direttamente, in via fiduciaria, salvo dimostrare di aver consultato almeno tre preventivi (se disponibili). Rispetto a giugno dell'anno scorso - quando il Cresme aveva contato 845 avvisi in questa fascia - il numero dei bandi è crollato del 36,9% portando nella "zona grigia" degli appalti che possono fare a meno delle più severe regole di pubblicità contratti per un importo di 21 milioni, pari a un calo del 38,4% (in termini assoluti si scende da 55 a 24 milioni).

E dire che giugno non è stato un mese debole per il mercato dei bandi, anzi. Dopo la "gelata" di aprile, giugno ha messo a segno un rialzo deciso degli importi messi a gara. A pesare è stata soprattutto un'infornata di avvisi "pesanti", a partire dai due bandi pubblicati da Autostrade per la terza corsia sulla Firenze-Pistoia (248 milioni) e per la gestione dello "smarino" nel cantiere per la Gronda di Genova (146 milioni). Grazie a questi e ad altri maxi-mandi giugno si è chiuso con l'aumento del 4,2% degli importi messi a gara, a dispetto del calo del 12,2% del numero degli avvisi registrati (1.919 contro i 2.241 dell'anno scorso, dato che conferma una certa frenata dovuta alle novità dello sblocca-cantieri).

Interessante andare a vedere altri aspetti dentro i numeri dell'Osservatorio Cresme, resi disponibili ieri in esclusiva al Sole 24 Ore. Il boom registrato nella prima parte dell'anno stato così forte che il dato del primo semestre l 2019 assorbe tutti gli stop & go delle ultime settimane e resta largamente al di sopra dell'equivalente periodo del 2018: +36,3%.

Tornando al dato di giugno, nel mercato dei lavori pubblici tradizionali (al netto cioè di concessioni, del project financing e del partenariato pubblico-privato) l'effetto sblocca-cantieri si è sentito eccome. I bandi sono diminuiti del 9,6% (1.573 contro 1.741) mentre gli importi sono crollati di oltre un terzo, scendendo da 3,9 a 2,6 miliardi (-33,7 per cento).

A subire una pesante frenata sono stati soprattutto gli appalti integrati, dove al contrario ci si aspettava un boom di pubblicazioni grazie alla scelta dello Sblocca-cantieri di congelare fino al 2020 l'obbligo di bandire le gare su progetto esecutivo. Invece è accaduto tutto il contrario. Il numero di bandi di progetto e lavori si è dimezzato passando da 50 a 26 avvisi, mentre gli importi sono crollati del 77,5% da 1,65 miliardi a 370 milioni. Segno evidente che le amministrazioni non si fidano della "liberalizzazione" a metà sancita dal decreto che - per un evidente errore - ha cancellato solo un parte dei divieti previsti dal codice appalti, lasciando in piedi le norme che obbligano a bandire le gare su progetto esecutivo. Come era facile prevedere - di fronte all'incertezza - le amministrazioni su questo fronte hanno tirato i remi in barca.

i dati Cresme sul mercato delle opere pubbliche a giugno

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