Appalti

Tecnis, ancora silenzio sulla procedura di vendita (mentre si perdono commesse)

di Massimo Frontera

La procedura di vendita doveva essere ultrarapida, per dare continuità ai cantieri e certezza a lavoratori e stazioni appaltanti. Invece, sulla selezione dell'acquirente dell'impresa Tecnis di Catania è sceso un silenzio di piombo. Il termine per presentare ai commissari una nuova offerta vincolante per Tecnis era stato fissato inizialmente al 29 aprile scorso, prorogato al 6 maggio per consentire le pratiche sulle fideiussioni bancarie. I tempi per individuare l'acquirente - o, in alternativa, gli acquirenti delle attività vendute singolarmente - si prevedevano molto rapidi. Questo perché il nuovo termine per la vendita di Tecnis, riaperto dalla gestione commissariale confermava tutti gli elementi del primo avviso pubblico. In altre parole il dossier era ben noto a tutti i potenziali acquirenti. Sono invece passate due settimane di silenzio totale, e più di un mese dal 19 aprile, cioè dal giorno in cui è stata riavviata la procedura di vendita dell'azienda da parte dell'allora unico commissario Ruperto. L'indiscrezione che i commissari nominati dal ministero dello Sviluppo economico (altri due commissari che dal 23 aprile scorso hanno affiancato Ruperto) avrebbero presentato una istanza di vendita al Mise non trova riscontri e intanto il tempo passa e il portafoglio commesse di Tecnis si alleggerisce.

I tre principali sindacati dell'edilizia, dopo avere chiesto al Mise, il 6 maggio scorso, di convocare un tavolo dedicato alla crisi di Tecnis, sono tornati a nuovamente a sollecitare i tecnici del Mise ad affrontare la situazione dell'impresa catanese dopo gli ultimi preoccupanti segnali che arrivano dai committenti. «Facciamo seguito alla nostra di cui all'oggetto - si legge nella lettera indirizzata alla struttura di crisi d'impresa del Mise - in merito alla quale attendiamo a tutt'oggi riscontro, per evidenziare che siamo venuti a conoscenza del recesso contrattuale, ad opera del committente, della commessa "Vallo di Lauro"». «A ciò - prosegue la nota siglata dai tre segretari nazionali di Feneal-Uil, Filca-Cisl e Fillea- Cgil - si aggiungano le dichiarazioni stampa circa la volontà da parte del Comune di Palermo di procedere, nei confronti di Tecnis in AS, alla rescissione del contratto per la realizzazione dell'Anello Ferroviario». Come è noto, infatti, Rfi ha sollecitato decisioni sulla prosecuzione o meno dell'opera interrotta dopo la crisi dell'impresa catanese. Al termine dell'opera mancano ancora lavori per 80 milioni di euro circa. Rfi, in qualità di committente, ha chiesto di riaprire i cantieri entro un mese, passato il quale considera il contratto rescisso. Sulla vicenda è intervenuto anche il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, chiedendo al governo di includere l'opera tra quelle da affidare a un commissario straordinario secondo le procedure da indicare nel decreto Sblocca-cantieri (che il Senato finirà di discutere in prima lettura entro questa settimana).

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