Appalti

Progetto Italia, tra Cdp e Salini scintille sulla governance

di Laura Galvagni

Governance, schema definitivo dell’operazione e impegno delle banche. Per dar vita al Progetto Italia, l’ambizioso piano firmato da Salini Impregilo per la realizzazione di un campione nazionale delle costruzioni che parta dal salvataggio di Astaldi, vanno sciolti questi tre nodi chiave. Per farlo Cdp, impegnata sul dossier perché sostenitrice di un’operazione di sistema, e Salini Impregilo hanno ancora un mese di tempo. La volontà, si fa notare, è di trovare l’intesa entro il termine previsto ma nessuno nasconde le difficoltà fin qui incontrate. Soprattutto in materia di governance. Nelle settimane scorse, si racconta, il confronto tra le parti è stato particolarmente acceso. Da un lato il general contractor, promotore del progetto, rivendica la paternità del piano e di conseguenza un peso determinante in materia di “comando”, dall’altro, stante l’impegno della Cassa, delle banche e di possibili investitori industriali terzi, va riconosciuta la giusta rappresentanza e adeguato potere decisionale anche agli altri protagonisti.

Di qui la trattativa serrata su una questione ritenuta centrale da diversi osservatori. Un tema, rispetto al quale ambienti finanziari vicini a Salini Impregilo fanno però notare: «L’importanza strategica del progetto è tale che tutti i soggetti seduti al tavolo sono perfettamente consapevoli che la governance è l’ultimo problema». Di certo, nelle prossime settimane si lavorerà per trovare la quadra. Così come si cercherà di dar forma definitiva all’operazione. E in quest’ottica, resta prevalente l’ipotesi di un ingresso di Cassa Depositi e Prestiti direttamente nel capitale di Salini Impregilo. Nessuno esclude, tuttavia, che possa essere valutata la possibilità di costruire un soggetto condiviso nel quale far poi confluire gli interessi di tutte le parti in causa, non una newco ma un soggetto industriale di fatto emanazione di Salini Impregilo. Ovviamente anche in questo caso dirimenti sarebbero i criteri di governance. Ultimo tassello è il coinvolgimento delle banche e l’impegno che queste intendono a garantire ai vari livelli della catena.

Tutte problematiche sul tappeto ma che i protagonisti punterebbero a risolvere entro tempi opportuni. Come scritto nei giorni scorsi, la partita per il salvataggio di Astaldi, primo step per la definizione di Progetto Italia, andrà infatti ai supplementari. A marzo scorso la scadenza per la presentazione del progetto di rilancio firmato da Salini Impregilo, inizialmente concordata per fine marzo, era stata posticipata al 20 maggio. Ora quella data resta salda, tuttavia si è inserita una nuova finestra che sposta al 19 giugno il termine ultimo per definire la quadra. Per quel giorno è stata fissata infatti l’udienza al Tribunale di Roma per il decreto. Ciò significa, in sostanza, che per mettere a punto tutti gli eventuali dettagli del piano il general contractor, Cdp e le banche avranno di fatto un mese in più. L’intenzione sarebbe ancora quella di stringere il più possibile i tempi. L’obiettivo, d’altra parte, sarebbe quello di mettere in sicurezza in tempi rapidi l’asset che a livello sistemico potrebbe creare maggiori problemi, ossia la compagnia di costruzioni già partner di Salini Impregilo in numerose iniziative, soprattutto in Italia.

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©