Appalti

Astm-Sias, Gavio avvia il cantiere per il taglio della catena di controllo

di Laura Galvagni

Il mercato tiene alta l’attenzione sul tema del taglio della catena di controllo nella galassia Gavio. Piazza Affari non sembra credere che i tempi di un eventuale riassetto siano stretti, tanto che Astm ha perso lo 0,75% e la controllata Sias l’1,05%. Eppure la questione è arrivata sul tavolo del vertice del gruppo. «Avendo due società è una cosa da tenere d’occhio, anche se al momento non c’è nulla», ha dichiarato a margine dell’assemblea di Astm il presidente Gian Maria Gros-Pietro, rispondendo a Radiocor. In precedenza, durante l’assise, a precisa domanda posta da un azionista, il numero uno aveva precisato: «Se riterremo di proporre un’operazione in materia ne daremo i dovuti annunci previsti per questo genere di transazioni. Una valutazione di massima può essere stata fatta ma le analisi sui costi e sui tempi richiederebbero elaborazioni e approfondimenti notevoli».

Di certo, le banche d’affari sono al lavoro su un’ipotesi di riassetto della catena e ora, complice l’ingresso del fondo Ardian nella compagine azionaria della galassia Gavio, l’idea potrebbe diventare un dossier concreto. Il fondo infrastrutturale è entrato con il 40% in Nuova Argo Finanziaria, la cassaforte della famiglia Gavio, che a sua volta detiene il 58,77% di Astm, azionista al 63,4% di Sias. L’aggregazione tra le due realtà creerebbe di fatto un’unica società operativa nelle infrastrutture e nelle costruzioni, una grande piattaforma potenzialmente candidabile, date le dimensioni, a entrare sul listino dei big e ad attirare gli interessi di altri investitori. Tanto più ora che al rodato settore delle autostrade, già protagonista con l’espansione in Sud America («puntiamo sul Brasile perché è un Paese che crescerà», ha sottolineato l’ad Alberto Rubegni) si è affiancato il comparto delle costruzioni guidato dal recente sviluppo delle attività di Itinera. Perché si passi dalla carta ai fatti, però, fondamentali saranno le risultanze della potenziale analisi costi-benefici. Ammesso che si decida di procedere in questo senso: al riguardo Gros-Pietro ha sottolineato che non esiste nulla di definito.

Dall’assise di ieri, che ha registrato tra l’altro la nomina del nuovo cda e la conferma di Gian Maria Gros-Pietro e Rubegni, rispettivamente nel ruolo di presidente e ad, è emerso anche che Astm sta studiando, attraverso la controllata Sias, l’installazione sulla propria rete autostradale di colonnine di ricarica ad alta velocità (sopra 150 kw) per le macchine elettriche in collaborazione con un consorzio che comprende alcune delle principali case automobilistiche tedesche. In particolare Sias sta lavorando con Ionity, joint venture tra Bmw, Daimler, Ford e Volkswagen con Audi e Porsche. «Attualmente siamo in una fase di analisi dei layout e delle soluzioni che si potrebbero adottare - ha dichiarato Rubegni - ma in ogni caso questi gruppi tedeschi vogliono installare una rete di ricarica che possa essere utilizzabile da tutti, non soltanto dai loro veicoli». Le prime colonnine potrebbero essere attive già nel giro di sei mesi.

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