Appalti

Speciale Sblocca-cantieri/3. Il codice appalti cambia in tre fasi, Cantone attacca: norma pericolosa

di Mauro Salerno

È in vigore già da da quqlche giorno, ma avrà un impatto a geometria variabile su progetti, gare e investimenti il decreto Sblocca-cantieri, atteso per un mese e sbarcato in Gazzetta con il n. 32/2019. Delle 81 correzioni apportate al codice appalti del 2016 alcune si applicano senza alcun filtro ai progetti in corso, altre riguardano le gare di appalto bandite da oggi in poi. Dunque potranno produrre effetti immediati sull'accelerazione delle procedure, ma bisognerà aspettare perlomeno qualche mese per valutarne l'impatto sulla spesa reale. Altre modifiche ancora, come il ritorno al regolamento unico, saranno spostate in avanti. Sei mesi (180 giorni) è il tempo - ottimistico - stimato per avere il nuovo regolamento vincolante. Solo allora decadranno una serie di provvedimenti attuativi e le linee guida già in vigore, spazzando via la «soft law» dell'Anac di Raffaele Cantone.

Il presidente dell'Anticorruzione - che tra pochi mesi tornerà alla sua precedente vita di magistrato - ieri ha tuonato sulla norma meno gradita del decreto: l'innalzamento a 200mila euro della soglia al di sotto della quale i funzionari pubblici potranno affidare i lavori senza gara, dimostrando solo di aver richiesto il preventivo a tre imprese. «Credo sia una norma pericolosa», ha detto nei giorni scorsi Cantone ribadendo le perplessità avanzate nel corso dell'ultima audizione sul tema tenuta in Senato. «Mantengo le mie riserve, non mi va di dire che è una norma sblocca tangenti, è esagerato, ma non va nella giusta direzione. E non credo che servirà a sbloccare qualcosa, non sono questi gli appalti che rappresentano il problema del Paese». Minori preoccupazione invece sull'ampliamento del subappalto: «L'Europa ci ha chiesto di essere meno rigorosi, anche perché forse conosce meno i rischi del subappalto, ma dobbiamo tenerne conto».

Una volta scelta la lista delle opere, il governo si aspetta un effetto immediato sugli investimenti dalle norme sui commissari straordinari, che potranno by-passare qualunque impedimento burocratico per rimettere in moto i cantieri in stallo. Altra norma subito operativa per le grandi opere è quella che permette alle stazioni appaltanti di approvare le varianti che non fanno lievitare il costo del progetto oltre il 50% senza ripassare dal Cipe. «Misura importantissima», l'ha definita ieri il ministro Toninelli. Subito in campo anche le norme che puntano a innescare interventi di rinnovo delle città, rimuovendo almeno in parte gli ostacoli che frenano - per scarsa convenienza - le operazioni di demolizione ricostruzione gestite dai privati. Così come - uffici permettendo - sono da considerare già operative le semplificazioni relative agli interventi privi di rischio per l'incolumità pubblica in zona sismica.

Andranno di pari passo con l'approvazione dei nuovi bandi di gara la maggior parte delle correzioni pensate per semplificare l'applicazione e l'interpretazione del codice appalti. Con un rischio immediato legato all'entrata in vigore repentina delle nuove regole. I bandi pubblicati da oggi (e nei prossimi giorni) che non tengono conto delle modifiche non sono validi e dovranno essere ritirati (esempio: procedure negoziate sopra i 200mila euro o appalti all'offerta più vantaggiosa sottosoglia) . Con il codice del 2016 questo "scherzetto" mise in fuorigioco appalti per 540 milioni. Speriamo che questa volta vada meglio.

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