Appalti

Crisi Cmc, depositato piano concordatario al tribunale di Ravenna

di Massimo Frontera

È stato depositato ieri al tribunale di Ravenna, il piano concordatario della Cooperativa muratori e cementisti, approvato dall'Assemblea lo scorso 30 marzo e illustrato al Mise lo scorso 4 aprile, al tavolo di crisi dedicato alla cooperativa. La proposta è stata firmata dagli avvocati Fabrizio Corsini e Andrea Zoppini, ed è stata elaborata sulla base della  consulenza aziendale e finanziaria del di Domenico Livio Trombone e di Mediobanca. Il piano è stato asseverato da Claudio Trenti, in qualità di professionista indipendente. Il piano e la proposta di concordato prevedono la continuità aziendale dell coop ravennate e la soddisfazione integrale dei creditori in prededuzione, dei creditori privilegiati e dei fornitori strategici (chirografari appartenenti alla Classe 1), nonché la soddisfazione parziale e non monetaria degli altri creditori chirografari mediante attribuzione di strumenti finanziari partecipativi. Ai titolari di strumenti finanziari partecipativi, da emettere entro 90 giorni dall'omologazione, saranno destinati dal 2021 sino al 2030 i risultati attivi che si attendono dalla continuità aziendale, oltre rilevanti diritti amministrativi sia in Consiglio di amministrazione che nell'assemblea dei soci.

Se tutto procede secondo le tappe indicate dal piano, il pagamento dei primi creditori sarà evaso entro 2020. La scadenza dipende in parte dai tempi dell'ammissione alla procedura, che è stata ufficialmente aperta il 4 dicembre scorso. Dopo il deposito del piano in tribunale si attende la relazione dei commissari che, in base alle indicazioni date ai soci nell'assemblea del 30 marzo, viene stimata entro luglio prossimo. Tuttavia, nei documenti distribuiti ai soci, viene precisato che «i tempi di completamento della Relazione dei Commissari dipendono dall'ammissione alla Procedura». Entro i successivi tre mesi - cioè entro ottobre prossimo, il piano prevede la votazione sui termini del piano da parte dei creditori. Entro dicembre 2019 il piano prevede di arrivare al decreto di omologa con il «pagamento creditori in prededuzione e privilegiati entro i successivi 12 mesi», cioè entro il 2020. Dal 2022 al 2030 si dovrebbe realizzare la distribuzioni degli utili e delle riserve con l'avanzo di cassa.

Il piano indica la gerarchia in base alla quale viene regolato il pagamento dei creditori. Il «rispetto dell'ordine legittimo delle prelazioni» mette al primo posto i «creditori in prededuzione (pagamento integrale alla rispettiva scadenza)». Subito dopo ci sono i «creditori privilegiati (pagamento integrale entro un anno dall'omologazione)», seguono i «fornitori strategici (flussi degli anni 2019/2020/2021, nella misura a ciò necessaria): Classe 1». Al quarto posto sono indicati i «fornitori chirografari» per i quali il piano prevede l'attivazione dello strumento dei cosiddetti strumenti finanziari partecipativi (Sft), entro i 90 giorni successivi all'avvenuta omologazione. Attraverso i flussi 2022-2030, saranno liquidati i fornitori chirografari «effettivi: classe 2» e i creditori «condizionati (Rischio escussione fideiussioni): Classe 3». Per i creditori «postergati: classe 4 non è previsto il soddisfacimento». «Ogni Sfp - spiega il piano - viene attribuito a fronte di un apporto virtuale in denaro, a titolo di datio in solutum, la quale comporta quindi, ai sensi dell'art.1197c.c., la "prestazione" di Sfp" in luogo dell'adempimento "di crediti, ovvero - che è sostanzialmente la stessa cosa - la conversione dei crediti in Sfp, secondo un determinato rapporto di conversione; i crediti convertiti non sono imputati a capitale (come i conferimenti dei soci) ma a patrimonio, in un'apposita riserva, la riserva Sfp».

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