Appalti

Appalto integrato libero e subappalti gara per gara: Sblocca-cantieri verso la Gazzetta

di Mauro Salerno

Ci sono anche la riapertura della finestra per gli appalti integrati e la qualificazione più facile per i costruttori, oltre ai subappalti fino al 50% e alle semplificazioni per i lavori sottosoglia (con l'obbligo di aggiudicare tenendo conto solo del prezzo) nell'ultima bozza del decreto Sblocca-cantieri che si avvicina a grandi passi verso il traguardo della Gazzetta Ufficiale. «Stiamo accelerando con i tempi» ha confermato il ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli, rispondendo ai giornalisti a margine della cerimonia di inaugurazione di un tratto della statale Bari-Matera. Si attende solo l'ok della Ragioneria sulle coperture, poi, secondo le indiscrezioni il decreto dovrebbe puntare dritto verso la Gazzetta.

Rispunta (fino al 2021) l'appalto integrato libero
Una delle principali novità dell'ultima bozza è la riapertura della finestra per gli appalti integrati. Le stazioni appaltanti avranno più di due anni e mezzo di tempo per approvare progetti fino al livello definitivo e mandarli in gara senza nessun altro dei paletti attualmente previsti (complessità tecnologica o lavori particolarmente innovativi). La misura infatti prevede la possibilità di ricorrere all'appalto integrato per i progetti definitivi approvati entro il 31 dicembre 2020. L'altra condizione da rispettare è quella di pubblicare il bando entro 12 mesi dall'approvazione del progetto. Una finestra simile, della durata di un anno, era stata aperta con il decreto correttivo varato a maggio 2017. All'epoca l'opportunità fu sfruttata da poche amministrazioni e il bilancio non fu particolarmente brillante. Questa volta potrebbe andare diversamente. Per due motivi. Primo c'è molto più tempo per approvare i progetti e dunque cominciare l'iter per nuove opere o promuovere l'upgrade di progetti preliminari attualmente in cassetto. Secondo: la misura fa il paio con il ritorno degli incentivi 2% per la progettazione svolta dai tecnici della Pa, che ora avranno dunque tutto l'interesse a concentrare gli sforzi sullo sviluppo di progetti da mettere in gara, senza dover per forza arrivare fino al difficile dettaglio esecutivo. Evitando in questo modo la necessità di servirsi di progettisti esterni, perdendo gli incentivi. La bozza chiarisce, inoltre, che l'autore del progetto esecutivo non può assumere il ruolo di direttore dei lavori nello stesso appalto.

Tornano i subappalti gara per gara (fino al 50% del valore dell'opera)
Sui subaffidamenti - fronte caldo anche a causa delle obiezioni Ue sulle norme italiane giudicate troppo rigide - il provvedimento prevede l'innalzamento dal 30% al 50% del tetto massimo di quota di contratto subappaltabile dall'impresa principale. Confermata la cancellazione della terna.

Più che la percentuale la grande novità è che la quota di appalto subaffidabile entro il limite del 50% dovrà essere indicata dalle stazioni appaltanti nel bando di gara. Questo vuol dire che potrà cambiare di volta in volta. La misura riporta indietro le lancette fino alla prima versione del codice del 2016, rischiando di spiazzare i costruttori che hanno sempre chiesto certezze su questo punto e che, con il correttivo del 2017, avevano ottenuto di eliminare la possibilità che la percentuale fosse decisa gara per gara. Non avere una percentuale prestabilita rischia di avere un impatto pesante sull'organizzazione a medio e lungo termine dell'attività di impresa. «Io penso che invece sia positivo che sia la stazione appaltante a valutare, di volta in volta, le percentuali necessarie da applicare come e per un subappalto», ha commentato il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli. «Ogni cantiere prima si era conformato come fossero tutti identici i progetti. Oggi si dice a una stazione appaltante, in base alle caratteristiche specifiche di quel cantiere e di quel progetto, se serve dare zero come subappalto o serve dare il 50%».

L'innalzamento al 50% è una sorta di compromesso rispetto alle richieste di Bruxelles di eliminare tutti i vincoli su subappalto, su cui però si sono già scatenate le polemiche dei sindacati. «L'ultima versione dello sblocca cantieri che conosciamo non fa ripartire i cantieri e rischia di rendere ancora più facile l'illegalità nella gestione degli appalti. E peggiora i diritti», ha commentato il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini. Sottolineando che «c'è un peggioramento inaccettabile sui subappalti e non solo».

Addio offerta più vantaggiosa e più gare sottosoglia
Lo sforzo di semplificazione si concentra soprattutto nella fascia delle opere di piccola e media dimensione, quelle più numerose e contenute al di sotto della soglia europea di 5,5 milioni. Per velocizzare l'assegnazione dei lavori pubblici di minore importo, la bozza di decreto prevede invece la possibilità di aggiudicare le commesse tenendo sconto solo del prezzo (più basso) fino alla soglia Ue di 5,5 milioni di euro, con l'obbligo di escludere le offerte anomale, cioè quelle con percentuali di ribasso superiori alla media.
Sempre nell'ottica di snellire l'assegnazione degli appalti di minore importo la bozza lascia a 40mila euro la soglia per gli affidamenti diretti da parte dei funzionari delle Pa, ma alza da 150mila a 200mila euro il tetto massimo per assegnare gli appalti con procedura negoziata e invito ad almeno tre operatori, secondo la formula introdotta per la prima volta quest'anno con la legge di Bilancio. L'altra grande semplificazione è lo "smantellamento" delle griglia di soglie e conseguente obbligo di inviti per le procedure negoziate di importo superiore a questa soglia. Oltre i 200mila euro il decreto prevede infatti l'obbligo di procedere con gara (procedura aperta), ma con aggiudicazione al massimo ribasso e esclusione delle offerte anomale in modo da accelerare le procedure.

Qualificazione più facile per i costruttori
Va in aiuto delle imprese rimaste intrappolate dalla crisi edilizia un'altra delle novità incluse nell'ultima bozza del decreto. Il punto riguarda la dimostrazione dei requisiti tecnico-economici per accedere al mercato degli appalti. Finora per qualificarsi le imprese potevano attingere ai risultati ottenuti negli ultimi dieci anni. Ora questo limite viene innalzato a 15 anni. Un modo per permettere ai costruttori di superare all'indietro gli anni peggiori delle crisi cominciata nel 2008, andando a pescare risultati non influenzati dal crollo produttivo causato alla crisi del mattone che dura, appunto, proprio da dieci anni.

Restano i commissari regolamento unico e le altre misure anticipate
Novità a parte il decreto conferma le misure anticipate nei giorni scorsi. Dai commissari straordinari per sbloccare le opere che guadagnano poteri alla cancellazione della soft law dell'Anac sostituita da un unico regolamento attuativo del codice appalti. Confermato anche il ritorno degli incentivi 2% per i tecnici della Pa, il pagamento diretto dei progettisti in caso di appalto integrato, l'estensione dell'anticipo del 20% del prezzo anche agli altri tipi di appalti oltre ai lavori, la possibilità di invertire verifica dei requisiti ed esame delle offerte negli appalti sottosoglia. Restano anche le norme sulla partecipazione alle gare delle imprese in crisi e la misura che apre la possibilità di presentare proposte di project financing da parte di Cassa depositi e prestiti e altri investitori istituzionali.

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