Appalti

Sblocca-cantieri, rischio Pa senza bussola in attesa del nuovo regolamento unico

di Mauro Salerno

La previsione di tornare al regolamento unico sugli appalti, invocata dagli operatori e prevista dalle bozze del decreto Sblocca-cantieri, rischia di portarsi dietro un carico di nuove incertezze per le stazioni appaltanti, aggravando quel fenomeno di "sciopero della firma" che si vorrebbe invece cancellare proprio abrogando le linee guida dell'Anac. Un "loop"assolutamente da evitare per scongiurare contraccolpi negativi in un settore fiaccato da una crisi di investimenti decennale.

Il punto sembra un tecnicismo da giuristi, ma gli effetti rischiano di ricadere sulle imprese e sul mercato degli appalti, rallentando l'azione dei funzionari pubblici che, come sappiamo, vengono disorientati dai continui cambi di direzione normativi.

Proviamo a spiegare la questione partendo dai punti fermi. La bozza del decreto Sblocca-cantieri conferma l'intenzione del Governo di tornare al vecchio schema codice più regolamento, depotenziando l'attività di regolazione dell'Autorità di Cantone e raccogliendo l'eredità di tutti di decreti attuativi e linee guida già emanati in un unico regolamento. L'ultima bozza non prevede più un termine preciso per l'emanazione del provvedimento (inizialmente si prevedeva di procedere con un Dpcm da emanare in 90 giorni). Viene invece stabilito che linee guida e altri provvedimenti cesseranno di avere validità al massimo entro 180 giorni dall'entrata in vigore dello Sblocca-cantieri.

Fin qui, verrebbe da dire, tutto bene. In realtà ci sono due punti da tenere in considerazione.

Il primo è che il regolamento attuativo deve essere approvato nella forma di un Decreto del Presidente della Repubblica (Dpr) e con un iter piuttosto complesso. Bisogna scrivere materialmente il regolamento, approvarlo in Consiglio dei ministri, raccogliere i pareri del Consiglio di Stato e delle Commissioni parlamentari e poi approvarlo in via definitiva con una nuova deliberazione del Governo. Anche senza considerare i precedenti (il regolamento sul codice del 2006 è stato varato nel 2010, quindi quattro anni dopo) non è facile scommettere che si riesca a chiudere il cerchio in soli sei mesi, prima che scatti l'obbligo di mandare al macero i vecchi provvedimenti, lasciando le stazioni appaltanti senza bussole operative. Esistono sempre le proroghe: è vero. E almeno in questo non abbiamo da imparare da nessuno. Ma, insomma, quello dei tempi lunghi è un primo pericolo da tenere in considerazione.

Il secondo rischio è ancora più insidioso perché prescinde da quanto tempo si impiegherà a emanare il regolamento. Il fatto è che le linee guida e i decreti, lasciati in vita per 180 giorni, per ora sono coerenti con le norme del codice. Mentre dall'entrata in vigore del decreto Sblocca-cantieri (e in attesa del nuovo regolamento) in larga parte non lo saranno più, rimanendo orfani di un quadro normativo rivoluzionato dalle già numerose modifiche previste dalle bozze del provvedimento varato «salvo intese» dal governo.

Facciamo qualche esempio? L'aggiornamento delle linee guida sugli illeciti professionali, già disallineate rispetto alle novità introdotte dal decreto semplificazioni, è stato "congelato" dall'Anac proprio con la motivazione del nuovo intervento sul codice annunciato dal governo. Inutile fare una nuova linee guida se già si sa che tra poche settimane il quadro cambierà ancora, giusto?

Che dire degli appalti sottosoglia? Le linee guida numero 4 dell'Anac, già spiazzate dalle nuove soglie per affidamento diretto e procedura negoziata introdotte dalla legge di Bilancio, potrebbero doversi confrontare con un quadro normativo del tutto stravolto, a partire dalla possibilità di esaminare le offerte prima dei requisiti, sostituire il Dgue con formulari standard, senza contare la novità del massimo ribasso fino alle soglie Ue che rischia di mettere in crisi anche le indicazioni operative sui criteri di aggiudicazione. L'elenco potrebbe continuare, con le scivolosissime novità in arrivo sulle cause di esclusione e i criteri di valutazione delle offerte anomale, ma il concetto ormai dovrebbe essere chiaro. Senza un paracadute ben costruito, ma difficile da immaginare visto il vortice di novità all'orizzonte, imprese, Pa e tutto il mercato degli appalti, rischiano di dover far fronte a una nuova, pesante, stagione di incertezza.

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