Appalti

Salini, shopping selettivo per il «Progetto Italia»: cantieri in corso, costruzioni, imprese sane

di Alessandro Arona

L'amministratore delegato di Salini Impregilo, Pietro Salini, ha confermato ieri in conference call con gli analisti, l'obiettivo di una sorta di "progetto Italia" a cui sta lavorando il numero uno delle costruzioni in Italia: l'assorbimento in Salini Impregilo di altre imprese di costruzioni, rami d'azienda, asset di imprese in crisi, per consolidare il settore delle iimprese di costruzione in Italia (oggi in difficoltà a portare avanti molti grandi e piccoli lavori) e al tempo stesso aumentare ancora di più la stazza di Salini Impregilo per competere sui mercati internazionali.
A quanto detto da Salini, dalle sue mosse concrete di questi mesi e infine a quanto appreso da «Edilizia e Territorio», è evidente che la società non è disposta a fare da "salvatore della patria" per imprese decotte, e anzi al contrario la sua strategia è quella di uno shopping molto selettivo, verso società/cantieri molto profittevoli e in sinergia con il business che da anni Pietro considera a minor rischio e maggiore marginalità.
E tutto questo vale a partire dall'offerta su Astaldi presentata un mese fa, la disponibilità a sottoscrivere un aumento di capitale in una newco Astaldi "ripulita", per arrivare a controllarne il 65% (purché, da qui a un anno, sia accertata la partecipazione anche di investitori istituzionali di lungo periodo, in primis si pensa a Cassa Depositi).

Questi dunque i criteri chiave dello "shopping selettivo", che guideranno Salini Impregilo nella predisposizione del Piano Industriale (entro qualche mese, ha detto l'Ad Pietro):

1) Continuazione dei cantieri in corso, cioè acquisizione delle quote contrattuali (o nei consorzi operativi) dalle società che già lavorano con Salini Impregilo, per accertarsi che il cantiere prosegua e la crisi dell'impresa associata non danneggi la stessa Salini Impregilo. Sono i casi ad esempio delle quote Condotte e Astaldi nei consorzi Tav, e dei numerosi cantieri in Italia insieme ad Astaldi (si veda il servizio).

2) Acquisizione di imprese specializzate, anche piccole, o di rami d'azienda, anche piccoli, se in grado di presidiare nicchie interessanti e che possano fare sinergia con la natura industriale di Salini Impregilo. Sono i casi delle acquisizioni in corso di Seli e Glf Usa da Grandi Lavori Fincosit, e della Cossi costruzioni da Condotte, entrambe raccontate in anteprima da Edilizia e Territorio.

3) Niente concessioni. Concentrarsi sulle sole infrastrutture in appalto è stato un punto chiave della strategia di Pietro Salini dal momento dell'acquisizione di Impregilo. Niente concessioni, ritenute a ritorno troppo lungo nel tempo e troppo rischiose, e invece solo contratti di appalto, tradizionali o a general contractor. Questo criterio è un punto chiave dell'offerta su Astaldi, che negli anni ha invece puntato molto sulle concessioni, tant'è che nel 2018 pesavano per il 28% del portafoglio: le concessioni di Astaldi non entreranno nella "nuova Astaldi" controllata da Salini Impregilo.

4) Niente paesi a rischio. Salini ha cercato sempre di più negli anni di ridurre la presenza nei paesi extraeuropei a più forte rischio instabilità, concentrandosi su Usa, Europa, paesi affidabili del Sud America, Australia, paesi del Golfo Persico (si veda la presentazione di ieri). Non è dunque disposta a prendersi quote delle società o di contratti esposti in paesi a rischio come Turchia, Algeria, Venezuela, Africa sub-sahariana. Anche questo ridurrà il perimetro dell'interesse su Astaldi.

5) Niente imprese decotte. Niente salvataggi generali di imprese in crisi, il che vale per Astaldi (come indicato sopra) ma anche per società ferme da troppo tempo, come Condotte, ormai considerate di fatto in liquidazione. L'interesse, come si diceva prima, può essere solo per singoli contratti (ad esempio la Città della Salute di Milano, nel caso di Condotte). Nessuna acquisizione generale è ipotizzata neppure per Cmc, sia per la natura speciale delle cooperative sia per la forte esposizione della coop in contratti all'estero in Paesi a rischio. Non è escluso invece l'interesse di Salini Impregilo per singoli contratti sui quali Cmc è prima dopo la gara ma le aggiudicazioni non sono ancora state formalizzate (ad esempio il lotto Frasso-Telese sulla Napoli-Bari, o il lotto Polcevera per il Terzo Valico) .

6) Sì invece ad acqusizioni/agregazioni di imprese sane. Ai vertici del gruppo Salini Impregilo non si esclude al contrario l'ipotesi di aggregazioni con gruppi sani di costruzine in Italia. Nessun nome trapela per ora, ma solo il ragionamento che molti cosiddetti "big" sono solo dei nani nei confronti internazionali, e alcuni soggetti pur solidi finanziariamente potrebbero essere interessati ad aggregarsi a Salini Impregilo per entrare in un gruppo in grado di giocare da grande player sui mercati internazionali delle costruzioni.
In queste ipotesi di aggregazione si punterà in primis sulle società ad elevata specializzazione, che possano fare sinergia con Salini Impregilo.
Non sono molte le società italiane che rispondano a questi requisiti, attive nel settore infrastrutture. La Ghella di Roma, specializzata in tunnel, già spesso a fianco di Salini Impregilo. Cimolai di Pordenone, carpenteria metallica, anch'essa già a fianco del numero uno. Pizzarotti di Parma, oggi numero due in Italia, che però ha un profilo meno specializzato. Bonatti, super-specializzata in impiantistica industriale (oil & gas). Rizzani de Eccher, specializzata in ponti ma forse troppo attiva in edilizia privata per i gusti di Pietro Salini.

7) Italia sì, ma solo se partono le grandi opere. Il peso dell'Italia nel futuro di Salini Impregilo e del futuro grande player delle costruzioni dipenderà in modo chiave - a quanto risulta a Edilizia e Territorio - dal fatto se ripartiranno o meno le grandi opere in Italia. Salini Impregilo non sarà mai interessato agli accordi quadro Anas per la manutenzione delle strade o ai micro-cantieri per il dissesto idrogeologico o le scuole o la messa in sicurezza degli edifici. L'Italia aumenterà di peso se partiranno le grandi opere, quelle pronte al via come la Tav Torino-Lione e Verona-Padova, la Gronda di Genova, il Passante di Bologna, la Napoli-Bari, la Pedemontana Lombarda, o altre in preparazione (metropolitane ad esempio). Altimenti le grandi opere Salini Impregilo se le cercherà all'estero.

8) Investitore istituzionale e banche. A Salini Impregilo serve l'apporto di un investitore di lungo periodo e l'apporto delle banche. Questo è forse il punto dove la chiarezza è stata maggiore un mese fa, al momento dell'offerta su Astaldi.

LE PAROLE DI PIETRO SALINI
«Il nuovo piano industriale, che presenteremo nei prossimi mesi, prevede l'aggregazione con soggetti chiave che lavorano nelle infrastrutture in Italia, oltre l'acquisizione di progetti selezionati e cruciali per il Paese: vogliamo creare un player più grande, abbiamo iniziato
con l'offerta su Astaldi e andremo avanti». Lo ha detto Pietro Salini, amministratore delegato di Salini Impregilo, ieri alla presentazione del bilancio agli analisti.
Salini, che ha citato anche l'offerta sul 100% di Glf and Seli Overseas e sull'80% di Cossi Costruzioni, nella conference call con gli analisti finanziari sui conti 2018 spiega che
«rilanciare il settore delle infrastrutture è una priorità per il Paese: siamo pronti a mettere a disposizione la nostra esperienza e forza per creare un soggetto italiano in grado di competere a livello internazionale», aggiunge l'amministratore delegato, che vede nell'integrazione con Astaldi «grandi benefici per il gruppo», anche perché gran parte contratti di Astaldi in Italia sono già realizzati in collaborazione con Salini Impregilo.

L'ASSORBIMENTO DELLA "NUOVA ASTALDI"
I criteri chiave della strategia di Salini, indicati sopra, si applicano dunque in primis all'acquisizione di Astaldi. La "newco" che entrerà a far parte del gruppo Salini Impregilo sarà una società dal perimetro molto più stretto della attuale Astaldi (tre miliardi di euro nell'ultimo bilancio, 2017, contro i 6,1 di Salini Impregilo). Il portafoglio di Astaldi di interesse, tolte concessioni e manutenzioni/gestioni (O&M) vale il 42% in meno, 10 miliardi di euro anziché 17,5. Vanno poi tolte le commesse in Turchia (molte sono concessioni, però) e quelle in Venezuela. Salini non vuole inoltre le commesse con contenziosi aperti e non vuole i debiti della vecchia Salini. A occhio e croce la Astaldi "ridimensionata" potrà valere circa un miliardo di fatturato, contro i sei di Salini Impregilo.

Salini Impregilo: dati di bilancio e prospettive, la presentazione agli analisti

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