Appalti

Sblocca-cantieri/1. Le imprese al Governo: bene l'apertura sui lavori

di Nicoletta Picchio

Tre principali problemi da risolvere: la ripresa della spesa complessiva per investimenti; la riduzione dei tempi di realizzazione delle opere; la semplificazione delle regole. Il mondo delle imprese li ha messi sul tavolo nell’incontro di venerdì 15 marzo con il governo. «Se si vogliono sbloccare realmente i cantieri è necessario semplificare le procedure decisionali e amministrative, ricorrendo anche ai commissariamenti, risolvere i contenziosi in fase di cantiere e affrontare il problema delle crisi d’impresa», ha spiegato Stefan Pan, vice presidente di Confindustria e Presidente del Consiglio delle rappresentanze regionali e per le politiche di coesione della confederazione, uscendo da Palazzo Chigi.

«Siamo allo stremo, aspettiamo risposte chiare e concrete ad ampio spettro, che riguardino anche l’edilizia privata», ha incalzato il presidente dell’Ance, Gabriele Buia.

Si aspetta il governo alla prova dei fatti: «Speriamo di vedere misure concrete. Abbiamo riscontrato un’attenzione interlocutoria molto importante, il nostro compito istituzionale è far vedere che siamo pronti a dare i nostri suggerimenti, faremo le nostre integrazioni alle proposte del governo, noi siamo pronti», ha continuato Pan. «Le imprese – ha aggiunto – sono qui come attori sociali, vogliono far ripartire il paese ed è necessario imprimere una forte accelerazione alle infrastrutture».

Pan ha indicato alcuni numeri: dal 2009 al 2018 gli investimenti pubblici sono scesi da oltre 56 miliardi a poco più di 30. «Se nel Sud avessimo investito come nel 2009 il paese non avrebbe perso un punto di pil all’anno e oggi avremmo più di 60 miliardi di opere pubbliche in più», ha detto ancora il vice presidente di Confindustria, che ha apprezzato l’atteggiamento dell’esecutivo: «Ci è stato detto che l’incontro non era stato voluto per fare una conferenza stampa, ma come primo passo per un cammino insieme». Le proposte di Confindustria riguardano un meccanismo di graduale impegno diretto della Presidenza del Consiglio nei procedimenti bloccati, se le amministrazioni non li fanno partire entro 90 giorni. Tra le prerogative del Consiglio dei ministri oltre ai poteri sostitutivi anche eventuali commissariamenti. Un caso particolare di commissariamento va previsto per i blocchi dovuti a crisi di impresa. Inoltre vanno definite meglio le ipotesi di esclusione della colpa grave in tema di responsabilità erariale, per prevenire blocchi e fuga dalla firma. Andrebbe prevista una garanzia pubblica per le pmi subappaltatrici e creditrici degli appaltatori in crisi, una semplificazione delle procedure e un procedimenti di accordo bonario speciale per lo smaltimento delle cause pendenti relative a riserve di cantiere.

L’Ance ha ricordato le proposte di modifica al codice degli appalti: l’istituto del subappalto, una più corretta applicazione dei criteri di aggiudicazione dell’offerta economicamente più vantaggiosa e dell’esclusione automatica dlele offerte anomale, il divieto del sorteggio per selezionare le imprese da invitare alle procedure negoziate, il miglioramento della qualificazione Soa, la reintroduzione dell’appalto integrato, la soppressione dello split payment. Quanto alla semplificazione di procedure, Buia ha riproposto i cavalli di battaglia dell’Ance: eliminare i ripetuti passaggi al Cipe, le duplicazioni tra ministeri, razionalizzare le attività di controllo della Corte dei conti. Buia ha anche rilanciato un pacchetto di inziiative per l’edilizia privata e per la rigenerazione urbana. il presidente dell’Ance ha infine chiesto «un progetto più ambizioso di completo ridisegno dei processi decisionali dello Stato» con una commissione costituente composta di pochissime alte personalità.

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