Appalti

Glf, ecco il Piano: 20% ai creditori, vendita di Seli a Salini e maxi-contenzioso all'asta

di Alessandro Arona

Procede senza scossoni la trasformazione del gruppo Glf (Grandi Lavori Fincosit) da grande impresa di costruzione generale in crisi (strade, autostrade, ferrovie, fino al 2016 tra i primi dieci gruppi di costruzione in Italia, con fatturato oltre i 400 milioni di euro, spesso associata a big come Salini Impregilo, Astaldi, Strabag, dal 2017 in difficoltà finanziaria) a piccola realtà specializzata in lavori marittimi, ma sana.
Glf è in concordato in bianco dal 13 luglio scorso (si veda il nostro precedente servizio), e dopo una proroga di 60 giorni ottenuta dal Tribunale di Roma il piano di ristrutturazione per il concordato è stato presentato dalla società il 12 dicembre scorso, ed è all'esame del Tribunale stesso, che dovrebbe approvarlo (o bocciarlo) entro il mese di aprile. In caso di via libera, a maggio dovrebbero partire le procedure competitive per la vendita degli asset (società, contratti, contenziosi), e contestualmente il piano dovrà essere definitivamente approvato dall'assemblea dei creditori, da voti rappresentanti almeno il 60% dei crediti.

Questi i contenuti principali del Piano: pagamento integrale dei creditori prededucibili e privilegiati, pagamento del 20% dei creditori chirografari; cessione definitiva a Salini Impregilo di Seli Overseas (ramo infrastrutture) e di Glf Usa; cessione a Collini del cantiere per la Rho-Monza (opera oggi fortemente rallentata); mantenimento di alcuni cantieri residuali in capo alla vecchia Glf; conferma della specializzazione in lavori marittimi della newco Fincosit srl, con affitto del ramo d'azienda (da parte della capogruppo Glf, dal marzo 2018) che diventerebbe cessione definitiva. Infine cessione di contenziosi (record) per un valore di "petitum" di 2,3 miliardi di euro (da cui si conta di ricavare almeno 160 milioni di euro).

OFFERTA AI CREDITORI
Il piano prevede il pagamento integrale dei creditori prededucibili (i crediti verso i fornitori nati dopo l'apertura del concordato in bianco) e dei privilegiati, cioè dipendenti (Tfr), fisco, Inps, banche per crediti con garanzia, in tutto circa 16 milioni di euro (di cui circa la metà per i Tfr dei dipendenti).
I debiti chirografari ammontano invece a circa 350 milioni, di cui 180 milioni verso fornitori e 180 verso le banche (Unicredit, Intesa, Bnl, Mps, Bpm). Il piano propone un rimborso al 20% del valore nominale, per un esborso dunque di circa 70 milioni.

SELI E GLF USA A SALINI IMPREGILO
La cessione in usufrutto di Seli Overseas (circa 600 milioni di valore residuo di lavori) e di Glfs Usa (200 milioni) a Salini Impregilo è stata perfezionata a metà ottobre, e da allora la gestione dei cantieri e il loro finanziamento è in mano a Salini. Tuttavia la cessione definitiva non è ancora avvenuta, perché il Tribunale l'ha subordinata all'approvazione del piano, a cui poi seguirà una procedura competitiva per verificare che non ci siano offerte alternative migliori.
In Seli Overseas ci sono in particolare le quote di Glf in due lotti del Terzo Valico, Val Lemme e Serravalle, per circa 400 milioni, che ovviamente Salini (controllore di Cociv) ha tutto l'interesse a far andare avanti.

LA VCCHIA GLF
Molto poco è rimasto nella vecchia Glf spa: il completamento dell'ospedale di Udine (30 milioni residui circa), pochi milioni di euro residui su lotti Anas Quadrilatero e Salerno-Reggio. C'è poi il contratto per la strada Rho-Monza, Milano Serravalle Spa, residuo di circa 40 milioni, su cui c'è l'offerta di Collini (al 40% nell'Ati) per rilevare la quota del 60% di Glf: l'offerta è del novembre scorso, Glf è pronta a cedere, ma il Tribunale rinvia l'ok all'approvazione del piano e poi procedura competitiva, circostanza che sta frenando Collini e che di fatto comporta un quasi blocco dei lavori.

LA NEWCO FINCOSIT
La nuova Glf è confluita in Fincosit Srl, che da marzo gestisce il ramo lavori marittimi, circa 200 milioni di euro di lavori marittimi che procedono a buon ritmo. C'è ad esempio la piastra multifunzione Apm nel porto di Vado Ligure (circa 60 milio residui), le opere a mare per la piastra logistica del porto di Taranto, lavori per il progetto Eni Tempa Rossa).
Il raggio d'azione della nuova Glf si sta però progressivamente riducendo. Da metà dello scorso anno non arrivano nuove commesse e i lavori super-specializzati per smaltire i materiali di risulta della Gronda di Genova, per i quali Fincosit sembrava favorita, sono come noto sfumati (si attendevano i bandi di gara per fine 2018).

CONTENZIOSO ALL'ASTA
Glf vanta contratti rescissi o bloccati per un record di "petitum" (valore richiesto) di 2,3 miliardi di euro. In bilancio vengono quotati al 5% del valore, 115 milioni, ma dalla procedura di vendita all'asta si conta di ottenere almeno il 7% dai cessionari (l'Anas risolve al momento i contenziosi pagando alle imprese il 10%).
Molti sono infatti cantieri Anas: ci sono i contratti per la ss 195 Sulcitana, la Ss 20 Colle di Tenda e la Ss 199 "di Monti", tre lavori da 100 milioni l'uno. Poi c'è la quota da 395 milioni del lotto Pedemontana Lombarda insieme a Strabag, rescisso ma in contenzioso. Poi ancora lotti Anas su Quadrilatero e Salerno-Reggio, un lavoro per il Porto di Civitavecchia. Andrà tutto all'asta.

I tempi dei tribunali su queste procedure sembrano però essere spesso confliggenti con la necessità di dare presto certezza alla continuità dei cantieri e alle cessioni degli assset. Si attende per aprile l'ok del tribunale al piano, poi si vedra.

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