Appalti

Costruzioni, in dieci anni di crisi persi 549mila addetti

di Massimo Frontera

Un'emorragia di occupati durata ininterrottamente per dieci anni, senza alcuna inversione di tendenza neanche nei periodi in cui l'attività nei cantieri ha visto una ripresa. Il risultato è un saldo negativo di 549mila persone espulse dal ciclo produttivo dell'edilizia. Il numero - insieme ad altri che arricchiscono il quadro (negativo) - si legge nel rapporto sul "mercato del lavoro 2018 - Verso una lettura integrata" , pubblicato ieri e realizzato da Istat, ministero del Lavoro, Inail e Anpal (Agenzia nazionale politiche attive del lavoro). Il numero è anche peggiore di quello stimato un giorno prima dai consulenti del lavoro in cui si parla di 540mila addetti in meno .

«Nel settore delle costruzioni - si legge nel rapporto - il calo costante di occupati nel periodo di congiuntura negativa non si è arrestato neppure negli ultimi anni di ripresa, producendo nei dieci anni un saldo negativo di 549mila unità». I cantieri sono in controtendenza assoluta rispetto a qualsiasi altro settore lavorativo. Il ritardo del settore delle costruzioni emerge anche dalla dinamica della domanda nei primi tre trimestri del 2018 (nelle imprese con almeno dieci addetti), periodo nel quale, segnala il rapporto, «la crescita delle posizioni lavorative ha riguardato tutti i principali macrosettori: la manifattura presenta i valori tendenziali più elevati dall'inizio della ripresa (+2,3% nel primo trimestre, +2,7% nel secondo, +3,1% nel terzo)». Quanto alle costruzioni, «escludendo il 2015, anno in cui le imprese hanno avuto forti incentivi ad assumere per gli interventi di decontribuzione legati al Job Act, il recupero occupazionale è iniziato più tardi e gli aumenti dei posti di lavoro sono tuttora più bassi che nel resto dell'economia (+2,6% nel terzo trimestre 2018).

LE COSTRUZIONI A CONFRONTO CON GLI ALTRI SETTORI

Nei cantieri (relativamente al solo anno 2017) il rapporto mette in evidenza anche una maggiore incidenza del lavoro con contratto a tempo indeterminato (18,8% sul totale delle forme contrattuali nel settore, valore più elevato di qualsiasi altra categoria di lavoratori) e dell'apprendistato nelle costruzioni (33%, anche in questo caso si tratta della quota più alta tra tutti gli altri lavoratori di altri settori economici). Si trovano numeri elevati - purtroppo - nelle statistiche sugli infortuni in edilizia. Nel periodo analizzato - il quinquennio 2013-2017 - il settore delle costruzioni risulta quasi ogni anno il settore con il maggior numero di infortuni mortali: 153 nel 2014, 181 nel 2015, 156 nel 2016 e 125 nel 2018. Solo nel 2013 il numero delle vittime nei cantieri (146) è stato inferiore (di poco) alle vittime registrate nel settore industriale-manifatturiero (148).

IL RAPPORTO SUL MERCATO DEL LAVORO 2018

Gli occupati in edilizia, le tabelle di sintesi e il confronto con gli altri settori economici

Il rapporto sul mercato del lavoro 2018

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