Costruzioni, 2018 secondo anno di (lieve) crescita: ma rispetto al 2010 è ancora -31%
La buona notizia è che il 2018 può essere considerato il secondo anno di (lieve) crescita per le costruzioni dopo almeno sette anni di cali consecutivi, terminati nel 2017. Quella cattiva è che per recuperare il gap accumulato negli anni di buio produttivo ci vorrà molto tempo: ancora oggi i cantieri producono ogni anno circa il 31% in meno di quanto facevano nel 2010.
In estrema sintesi è quello che dicono i dati appena pubblicati dall'Istat sull'andamento della produzione edilizia. L'Istituto di statistica certifica che l'anno scorso si è chiuso con un aumento dell'1,6% dell'indice grezzo e dello 0,9% dell'indice corretto dagli effetti imputabili al calendario. Anche nel 2017 questi due dati erano risultati leggermente positivi (+0,1% e +0,7% rispettivamente) a chiusura di un ciclo negativo che ha visto in alcuni anni (2012 e 2013 in particolare) crolli anche a due cifre della produzione edilizia.
Ora la tendenza sembra volgere leggermente al meglio. A dicembre l'Istat regista un aumento della produzione dello 0,2% rispetto a novembre, anche se il dato trimestrale risulta negativo (-0,8%).
Il problema è il baratro scavato dai crolli produttivi degli ultimi anni. Rispetto al 2010 (sia per i dati grezzi che per quelli depurati dagli effetti di calendario) le serie storiche Istat segnalano una caduta della produzione superiore al 31 per cento (indice sceso da quota 147 a quota 101).
Per riprendere quota servono investimenti e spesa, oltre a un provvedimento sblocca cantieri che il governo ha nuovamente annunciato per le prossime settimane. Cose che i costruttori chiedono ormai da anni. Tanto più necessarie ora che, pure al fondo di una crisi durata oltre un decennio, il settore intravede qualche piccolo spiraglio di luce.