Appalti

Imprese/2. Condotte al bivio: solo 60 milioni di prestito-ponte ma c'è Passera in pista per il capitale

di Alessandro Arona

Salini Impregilo ha firmato nei giorni scorsi il contratto per l'acquisto della Cossi Costruzioni di Sondrio, messa all'asta a fine dicembre dai commissari di Condotte, e quasi sicuramente acquisirà la quota del 31% che Condotte ancora detiene nel consorzio Cociv della Tav Terzo Valico. Il colosso romano-milanese non sembra però intenzionato ad andare oltre l'acquisto di singoli asset, società o contratti che presentino specializzazioni interessanti come nel caso di Cossi (realizzazione di gallerie e produzione di conglometari bituminosi) o di commesse su cui lavora con Condotte (il, caso Cociv) o a cui era interessata in concorrenza con Condotte (la Città della Salute milanese, commessa da 281 milioni vinta da Condotte dopo lungo cotenzioso con Salini Impregilo, ma con contatto non firmato per mancanza di fideiussioni). Potrebbe poi interessare la Inso, controllata specializzata in edilizia ospedaliera, quando i commissari la metteranno all'asta.
Ma non c'è stato finora, né sembra ci sarà, un interesse di Pietro Salini a rilevare Condotte come società, pur ridimensionata.

Cassa Depositi e prestiti sta seguendo il dossier, e l'ad Fabrizio Palermo (si veda servizio sopra), ha confermato che CdP sta studiando l'ipotesi di una «operazione di sistema, insieme a banche e partner industriali» per il salvataggio e rilancio delle grandi imprese di costruzione in crisi. Cassa Depositi, è stato annunciato al Mise al tavolo di crisi, avrà un ruolo chiave nel pool di banche che erogherà il prestito ponte a Condotte da 60 milioni di euro. Ma per ora non è assolutamente sul tavolo altro, né tantomeno un ingresso nel capitale. Ma il tempo stringe, e dopo un anno di fermo della società e dei cantieri la continuità aziendale è a forte rischio.

I sindacati dell'edilizia e le Rsa interne a Condotte hanno preso l'annuncio del governo dei giorni scorsi come un tradimento: «Il governo - spiega una fonte sindacale - ha annunciato a dicembre che il fondo di garanzia sarebbe stato lo strumento per salvare le grandi imptese di costruzione in crisi, e poi non rifinanziano neanche la somma che serve per Condotte? Ora è chiaro che si andrà a una sorta di liquidazione mascherata, con cessione di asset a spezzatino e pesante ridimensionamento dell'occupazione diretta del gruppo».

C'è però una strada alternativa, che potrebbe portare a un salvataggio industriale di una Condotte ridimensionata sì, ma che mantenga la sua continuità di impresa. Non è infatti tramontato l'interessamento della nuova banca Illimity guidata da Corrado Passera, e anzi negli ultimi giorni si sono intensificati i contatti con i tre commissari di Condotte per studiare l'ipotesi di una manifestazione di interesse immediata, che arriverebbe prima della presentazione del piano di ristrutturazione (scadenza 7 marzo) e di cui il piano terrebbe conto. Sul dossier, insieme a Illimity, starebbero lavorando alcuni fondi equity (si è parlato nelle settimane scorse di Oxy Vapital e Highbridge Capital, ma al momento non ci sono conferme), e allo studio c'è un mix di apporto di capitale di rischio e prestito a lungo termine. Oggetto di due diligence è naturalmente anche il "perimetro" aziendale a cui dare continuità, lasciando invece da parte i singoli asset che i commissari cederebbero singolarmente in asta.

Da parte dei commissari e di Illimity c'è stretto riserbo, ma lo scenario non viene smentito.

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