Appalti

Riforma appalti ancora in bilico tra disegno di legge e decreto

di Mauro Salerno

Da una parte ci sono le dichiarazioni pubbliche, dall'altra il lavoro sottotraccia per trovare la quadra all'interno della maggioranza. Le prime, inclusa quella del vicepremier Luigi Di Maio che annuncia di voler «smantellare» un «codice degli appalti che sta bloccando gli investimenti», fanno pensare alla volontà di varare in fretta «un decreto legge che sblocchi il prima possibile i cantieri che rallentano sempre di più per la burocrazia che c'è nel Paese», come ha ripetuto solo pochi giorni fa lo stesso capo politico dei Cinque Stelle. Il fatto è, però, che sotto la superficie, le decisioni che contano non sembrano ancora prese in modo definitivo.

Non ci sono misteri. C'è convinzione diffusa sul fatto che il codice appalti necessiti di un tagliando, da portare a termine anche in tempi rapidi. Ma basta chiedere in giro per scoprire che all'interno dello stesso Movimento Cinque Stelle (molto meno nella Lega) sono ancora in molti a pensare che l'ipotesi di un modificare le norme su contratti pubblici per decreto legge si porti dietro rischi che un movimento che ha fatto della difesa della legalità e della trasparenza una delle sue bandiere più sventolate non può permettersi di correre.

All'indomani dello stralcio del pacchetto appalti dagli emendamenti da apportare al decreto Semplificazioni, era stato lo stesso capogruppo M5S al Senato, Stefano Patuanelli, a annunciare che quelle norme sarebbero state recuperate attraverso un disegno di legge da varare prima di discutere della legge delega, varata il 12 dicembre dal governo e ancora mai atterrata in Parlamento.

L'ipotesi non è stata archiviata. Anzi. È stato lo stesso presidente della Commissione Lavori pubblici del Senato Mauro Coltorti a rilanciarla ieri, parlando ieri a un convegno sugli appalti organizzato dall'Ordine degli avvocati di Roma. «Stiamo lavorando a un disegno di legge di inziativa parlamentare che recuperi gli emendamenti rimasti fuori dal decreto semplificazioni e che intervenga sulle questioni più urgenti del codice senza però metterne in discussione l'intero assetto», ha spiegato Coltorti.

Non è ancora chiaro se questo Ddl si presenti come alternativo al decreto legge, di cui si è parlato molto in questi giorni, o viaggi su un binario parallelo. Ma il fatto stesso che sullo stesso tema, nella stessa maggioranza, sia stia lavorando a due provvedimenti diversi la dice lunga sul fatto che molte decisioni, al di là delle rappresentazioni pubbliche, siano ancora da prendere. E la strada, con sullo sfondo la lettera di messa in mora arrivata da Bruxelles, non sembra ancora in discesa.

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©