Appalti

Pedemontana veneta, ecco gli interpelli salva-Iva che aggiustano il Pf (in attesa della sentenza del Consiglio di Stato)

di Massimo Frontera

Neutralizzazione dell’Iva in due atti sulla Pedemontana Veneta, con il vantaggio, per la Regione Veneto, di essere salvaguardata dall’eventuale incremento dei costi dell’opera, ma anche dal rischio di un incremento delle aliquote Iva , nel caso dovessero scattare le clausole di salvaguardia previste dalla legge di Bilancio. I due “atti” consistono in altrettanti pareri dell’Agenzia delle Entrate rilasciati in risposta agli interpelli della Regione, comunicati rispettivamente il 9 aprile 2018 e il 24 dicembre 2018.

Con i due interpelli - formulati a cura di Claudio Finanze, associate partner dello studio Rödl & Partner - l’Agenzia delle Entrate ha concesso alla Regione di operare ai fini Iva come un qualsiasi operatore economico. L’“Iva-passante” per la realizzazione della Pedemontana Veneta è una primizia per un ente pubblico, al quale, di fatto, viene riconosciuto il ruolo di operatore economico. L’intervento fiscale è stato chiesto dopo che, nel maggio del 2017, è stato sottoscritto, tra Regione e Consorzio Sis, il terzo atto aggiuntivo della concessione per l’opera. Piccolo riassunto su questo project financing: le previsioni di traffico dell’infrastruttura in corso di realizzazione tra Vicenza e Treviso si sono rivelate sovrastimate e, pertanto, incapaci non sostenere l’equilibrio economico dell’opera e, soprattutto, la raccolta di fondi presso gli investitori. La svolta è arrivata con la firma del terzo atto aggiuntivo, nel maggio 2017, in cui si è realizzato un cambio di ruolo tra Regione e concessionario: la regione Veneto è subentrata al concessionario nell’incasso della tariffa, accollandosi un incremento di 300 milioni del contributo pubblico al concessionario stesso (contributo pubblico che, pertanto, è passato dai quasi 615 milioni a circa 914 milioni di euro).

INTERPELLO N.954/2018 (IVA SUI PEDAGGI)

INTERPELLO N.956 (IVA SUL CONTRIBUTO PUBBLICO)

«In questo cambio di ruolo contrattuale - spiega Claudio Finanze dello studio Rödl & Partner - abbiamo intravisto la possibilità per la Regione di agire come un operatore economico e, quindi, la possibilità fondamentalmente di poter detrarre l’Iva su questo tipo di opera. L’Agenzia delle Entrate ci ha dato per due volte una risposta positiva, avallando la tesi per cui l’Ente può qualificarsi, a partire dal terzo atto aggiuntivo, come operatore economico». «Complessivamente - conclude Finanze - la Regione potrà detrarre circa 2,7 miliardi di euro sui costi della concessione, e allo stesso tempo addebitare l'Iva sui pedaggi riscossi».

Investimento al 60%, l’incognita del Consiglio di Stato
Intanto l’opera va avanti. Dalla società Pedemontana Veneta fanno sapere che l’avanzamento dell’investimento è al 60% mentre gli espropri sono arrivati al 95%. Inoltre, l’apertura del tratto tra la A31 Valdastico e Breganze, ormai completato, viene dato per «imminente». Sull’opera resta comunque l’ombra della prossima pubblicazione della sentenza del Consiglio di Stato, ultimo atto della battaglia legale promossa da Salini Impregilo contro l’aggiudicazione al Consorzio Sis. L’udienza si è svolta il 23 gennaio e la pubblicazione della sentenza è attesa ad aprile. Se Palazzo Spada confermerà la correttezza dell’aggiudicazione al consorzio Sis, non cambia nulla. Nel caso opposto, si aprirebbero due scenari: il subentro del nuovo operatore oppure - più realisticamente - una forma di risarcimento a Salini Impregilo. In questo caso però, la Regione dovrà sostenere una nuova voce di costo.

La risposta dell’Agenzia delle Entrate n.954/2018

La risposta dell’Agenzia delle Entrate n.956/2019

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