Appalti

Ok finale al Dl Semplificazioni, sugli illeciti professionali codice appalti già adeguato alle obiezioni Ue

di Mauro Salerno

Doveva essere il veicolo normativo su cui far salire le correzioni urgenti alle norme sugli appalti per accelerare gli investimenti, alla fine ha portato in dote solo una micro-correzione alle regole per l’esclusione dalle gare, motivata dai cosiddetti illeciti professionali, cioè le macchie sul curriculum delle imprese in gara. Niente che possa davvero essere scambiato per un vero aiuto al mercato.

Almeno per quanto riguarda gli appalti, il decreto Semplificazioni, varato ieri in via definitiva dall’Aula della Camera sullo stesso testo approvato al Senato, non ha subito alcuna correzione: è rimasto identico al provvedimento licenziato il 12 dicembre dal Consiglio dei Ministri. Se volessimo usare un’immagine logora potremmo dire che in questo caso la montagna ha partorito il topolino, ma intanto nel governo si è già fatto largo all’annuncio di un nuovo decreto legge per i «cantieri veloci» che dovrebbe raccogliere tutte le misure rimaste fuori dal provvedimento convertito in legge ieri.

L’ok al decreto porta in dote almeno un risultato. Le modifiche alle norme sull’esclusione per gli illeciti professionali (articolo 80, comma 5, lettera c, del Dlgs 50/2016) mettono il codice appalti (anche se solo su questo punto specifico) già linea con le obiezioni avanzate da Bruxelles con la procedura di infrazione aperta a fine gennaio.

La modifica del decreto Semplificazioni infatti permette alle stazioni appaltanti di valutare autonomamente se il fatto di aver subito una risoluzione anticipata di un precedente contratto pubblico renda inaffidabile l’impresa in corsa per l’appalto. La versione del codice in vigore prima del decreto Semplificazioni, tendeva a limitare molto gli eccessi discrezionali degli enti e prevedeva che, in questo caso, la stazione appaltante poteva escludere solo l’impresa che non aveva contestato in giudizio quella risoluzione oppure, avendolo fatto, avesse perso la causa. In pendenza di giudizio, dunque, diventava impossibile estrarre il cartellino rosso.

Il decreto Semplificazioni cancella questa ipotesi, eliminando dal testo del codice il riferimento alla contestazione in giudizio degli addebiti decisi unilateralmente dalle Pa. Così la linea diventa del tutto coerente con quanto richiesto dalla Commissione europea che, nella lettera di infrazione sul codice, precisa che in base alle direttive Ue l’esclusione per gravi illeciti deve essere sempre possibile da parte della stazione appaltante. Di qui la richiesta di eliminare il paletto che «preclude alle stazioni appaltanti ogni valutazione circa l'affidabilità di tali offerenti sino a quando il giudizio non abbia confermato la risoluzione anticipata». Ora si potrà dire che almeno questo è stato fatto.

Il testo del decerto semplificazioni convertito dal Parlamento

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©