Appalti

Dl Semplificazioni, salta ancora il pacchetto appalti: «Correzioni al codice in un Ddl ad hoc»

di Mauro Salerno

Tutto da rifare. A dispetto della mole di emendamenti presentati dalla stessa maggioranza il pacchetto di correzioni al codice appalti non entrerà nel decreto Semplificazioni. Ancora una volta - come al momento dell’approvazione del decreto lo scorso dicembre - le aspettative delle imprese e di gran parte delle amministrazioni vengono disattese, almeno nell’immediato. E tutte le misure annunciate nei giorni scorsi - dall’accelerazione delle gare con il metodo antiturbativa alla semplificazione dei subappalti - vengono rimandate a un nuovo disegno di legge da presentare in Parlamento.

L’annuncio, a sorpresa, è arrivato ieri pomeriggio mentre le commissioni riunite Affari costituzionali e Lavori pubblici del Senato cercavano a fatica di accelerare i lavori in modo da portare il decreto in Aula in tempo per la seduta di oggi. Ipotesi ancora in bilico: con tutta probabilità verrà infatti chiesto un tempo di lavoro supplementare in commissione prima di portare il decreto (da convertire entro il 12 febbraio) all’esame dell’Assemblea.

Quello che per ora è certo è che le modifiche «urgenti» al Codice degli appalti arriveranno in un disegno di legge di iniziativa parlamentare su cui la maggioranza inizierà a lavorare «nelle prossime settimane», come ha spiegato il capogruppo del Movimento Cinque Stelle al Senato, Stefano Patuanelli. Relatori e governo hanno infatti dato parere negativo o ritirato quasi tutti gli emendamenti all'articolo 5, destinato a ospitare le misure di semplificazione degli appalti.

«L'intenzione di governo e maggioranza è a favore di una legge delega sul codice degli appalti. Una revisione completa è necessaria - ha detto Patuanelli - ma ha dei tempi non misurabili in settimane o mesi». In campo ci sarebbe già la legge delega al Governo(ancora da presentare in Parlamento) . Ma è stato lo stesso Patuanelli a riconoscere che - per quanto ci sia bisogno di un intervento «approfondito» - il settore non può permettersi di aspettare i tempi lunghissimi di approvazione di un disegno di legge che rimanda la riforma a un nuovo decreto del Governo. Per questo, ha concluso il senatore, «la proposta è di lavorare immediatamente già a partire dalla prossima settimana, per iniziare a proporre un Ddl di iniziativa parlamentare che abbia disposizioni urgenti in attesa della legge delega», coinvolgendo «anche l’Anac».

Riassumendo: al momento, di tutto il pacchetto appalti, nel decreto semplificazioni dovrebbe rimanere soltanto la mini-norma relativa agli illeciti professionali. Poi si vedrà. Nessuna spiegazione sui motivi della scelta di rinviare ancora. Una decisione dovuta forse ai tempi ormai stretti di in Commissione e magari legata anche alla mancata limatura delle ultime divergenze sugli interventi più urgenti tra i partiti della maggioranza.

Non è difficile immaginare le reazioni negative che arriveranno dal mondo delle imprese che chiedono da mesi un intervento immediato per sbloccare gli investimenti nel settore degli appalti pubblici. Richieste finora cadute nel vuoto, nonostante le promesse di un intervento rapido, ripetute fin dallo scorso autunno, anche nel corso dell’assemblea degli industriali del settore (Ance) anche dal vicepremier Matteo Salvini.

Svanita l’ipotesi del decreto, c’è da scommettere che l’idea di affidarsi a un disegno di legge non è destinata a ricevere un’accoglienza calorosa dai protagonisti di un settore piegato da una crisi quasi decennale, che ha perso centinaia di migliaia di posti di lavoro, lasciati sul campo assieme a migliaia di imprese. Con un effetto-domino che da ultimo non ha risparmiato neppure i big del settore, che ora si tenta di salvare con il salvagente della Cassa depositi e prestiti e moltiplicando i (difficili e spesso infruttuosi) tavoli di crisi al Mise.

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