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Legge di Bilancio, focus sui dati finali degli investimenti: due miliardi in più nel 2019, ma niente boom

di Alessandro Arona

I fondi statali per gli investimenti pubblici previsti dalla legge di Bilancio appena approvata, aumentano nel 2019 di due milairdi di euro rispetto alla "legislazione vigente", cioè l'annualità 2019 prevista nella legge di bilancio 2018, passando in totale da 47,7 miliardi a 49,7. Stiamo parlando della "spesa in conto capitale", fondi in competenza, con dati ricavati dai bilanci ufficiali dello Stato ed elaborati di «Edilizia e Territorio» con l’aiuto di esperti di bilancio dello Stato.

Dopo la trattativa con Bruxelles sulla manovra, e il conseguente Maxi-emendamento di Natale, la spinta del governo sul fronte investimenti pubblici si è attenuata, passando da un aumento di 4,48 miliardi previsto nel ddl di Bilancio di ottobre ai + due miliardi finali, con un "taglio" dunque di 2,49 miliardi per far quadrare i conti pubblici del 2019 senza sacrificare le misure su pensioni e reddito di cittadinanza. In ogni caso, però, il percorso di crescita dei fondi per gli investimenti pubblici avviato negli anni scorsi non si interrompe, aggiungendo appunto due miliardi in più rispetto a quanto già in bilancio (+4,1%).

Rispetto al bilancio assestato 2018, il bilancio previsionale che si definisce in autunno e dunque è sostanzialmente quello "definitivo", la crescita del 2019 sul 2018 è invece sostanzialmente zero. Bisogna però tenere conto che spesso le previsioni "crescono" nel corso dell'anno, nell'assestato 2018 ad esempio si sono aggiunti circa due miliardi di euro sulla spesa in conto capitale rispetto al previsionale di inizio anno, dunque se così fosse anche quest'anno potremmo avere un aumento di alcuni miliardi anche rispetto al 2018.

SI VEDA LA TABELLA CON I CONFRONTI

Legge di bilancio 2018 e confronti

Legge di Bilancio 2019 e confronti

La spesa in conto capitale è un aggregato che va maneggiato con qualche cautela. È in bilancio la macro distinzione dall'altra parte della spesa, quella "corrente". Quest'ultima è la spesa per il funzionamento dello Stato, stipendi, pensioni, spesa sanitaria corrente, scuole (esclusa l’edilizia), esercito, polizia, etc...; personale e spese ordinarie. La spesa in conto capitale è quella "di investimento", acquisti e lavori che hanno l'obiettivo di accrescere il capitale fisso, strumentale, di un paese. Comprendono tutti i lavori pubblici (tranne la manutenzione ordinaria), ma anche gli acquisti di macchinari e armamenti, i trasferimenti a imprese e famiglie per fare investimenti, gli acquisti di attività finanziarie, la ricerca pubblica.
Di conseguenza la spesa in conto capitale è in parte fisica e in parte immateriale, in parte lavori pubblici e in parte investimenti in macchine e mezzi (ad esempio treni e autobus).

Scorrendo le tabelle, gli investimenti fissi lordi sono quelli effettuati direttamente dallo stato (in buona pate lavori), poi ci sono i trasferimenti alle amministrazioni pubbliche (Regioni, province e Comuni, per investimenti) e i contributi agli investimenti alle imprese (in questa voce anche i fondi per investimenti Fs, che è società privata, anche se controllata dallo Stato).
La voce 24, contributi agli investimenti di famiglie e istituzioni sociali private, non contiene invece lavori pubblici. così come la voce 25 (contributi agli investimenti estero) e la voce 31 (acquisizione di attività finanziarie). Su questa fra l'altro va fatta un'importante annotazione: nel 2017 compare, sia in competenza che in cassa, una voce una tantum da 20 miliardi di euro, il fondo salva-banche stanziato dal governo Gentiloni a fine 2016: il dato andrebbe certamente depurato dalla voce 31 e dal totale per fare appropriati confronti temporali.

Da tenere d'occhio la voce 28, Altri trasferimenti in conto capitale, che comprende principalmente i fondi da ripartire in corso d'anno, e dunque il Fondo Renzi-Gentiloni dal 2017 al 2032 e i nuovi fondi per investimenti Pa centrale ed enti locali messi nel bilancio 2019.

Le cifre citate al'inizio si riferivano ai fondi in competenza, gli stanziamenti nuovi, impegnabili in quell'anno. La valutazione della cassa è un po' più complessa: sia perché le previsioni del bilancio vengono spesso disattese, con rinvio nel tempo di quanto previsto per difficoltà a rispettare i tempi degli investimenti; sia perché il dato previsionale di ogni anno, ad esempio il 2019 nel nostro caso, risente in parte dalle scelte della legge di bilancio di quell'anno e in parte dall'effetto delle misure degli anni precedenti.

Nel bilancio 2018 assestato la spesa di cassa in conto capitale era prevista in forte crescita sul 2017 (depurato), da 43,7 a 53,8 miliardi, e nel bilancio 2019 si prevede un dato simile, 53,98 miliardi, in forte crescita però rispetto al 2019 previsionale a legislzione precedente, più 8,677 miliardi. Qui dentro ci sono però aumenti per 2,44 miliardi per acquisti di attività finanziarie e invece ci sono i tagli a Fs (-1,6 miliardi netti, competenza e cassa) .

Tornando agli stanziamenti in competenza, i nuovi fondi impegnabili, si vede che i due nuovi "Fondoni" sono stati ridotti con il maxi-emendamento di 1,8 miliardi rispetto al ddl di ottobre, ma la voce "Altri trasferimenti" cresce comunque di 4,188 miliardi. Tagli rispetto al 2019 vigente per i trasferimenti alle imprese (soprattutto per i tagli ad Anas e Rfi), limature di circa 200 milioni ciasuno per Investimenti fissi lordi e trasferimenti a Pa.

Rispetto al 2018 assestato, inoltre , i trasferimenti a Pa scendono di 2,1 miliardi e quelli a imprese di 3,6 miliardi. A crescere sono invece i fondi da trasferire, i tre fondoni di cui sopra, con 5,4 miliardi in più (5,39 mld nel 2018 assestato, 10,79 nel 2019 previsionale).

Bilanci o statale: la spesa in conto capitale, tabelle e confronti

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