Appalti

L'Antitrust contro il Dm Mit sulle smart road: è restrittivo della concorrenza

di Massimo Frontera

Il decreto Infrastrutture sulle smart road finisce nel mirino dell’Antitrust. L’Autorità della concorrenza e del mercato ha infatti individuato profili di restrizione della concorrenza nel provvedimento attuativo varato dal Mit sulle cosiddette smart road, cioè sulle azioni necessarie all’infrastrutturazione tecnologica delle principali strade italiane al fine di predisporle, tra le altre cose, alla circolazione di autoveicoli a guida autonoma.

Il rilievo dell’Antitrust - pubblicato sull’ultimo bollettino dell’Autorità - attiene proprio a questo aspetto, e punta il dito sulla norma che - in relazione alla possibilità di sperimentare i sistemi di guida autonoma e il procedimento di autorizzazione alla sperimentazione, «il D.M. Smart Road, all'art.14, dispone che “il soggetto autorizzante può richiedere ogni documentazione ritenuta utile ai fini dell'istruttoria per il rilascio dell'autorizzazione. […] Nei casi in cui la domanda è presentata da un soggetto diverso dal costruttore, il richiedente presenta il nulla osta alla sperimentazione rilasciato dal costruttore del veicolo”».

«La norma da ultimo citata - sottolinea l’Authority - risulta restrittiva della concorrenza in quanto riduce la possibilità di competere degli sviluppatori indipendenti, a vantaggio delle case automobilistiche già fortemente attive in un settore in rapido sviluppo. Deve, infatti, sottolinearsi che l'accesso ai programmi di sperimentazione, disciplinato dal D.M. Smart Road, costituisce prerequisito essenziale per sviluppare programmi di guida autonoma e, di conseguenza, per accedere a questo particolare settore, la cui domanda è costituita dalle case automobilistiche. Alcune di queste ultime, tuttavia, sono da anni in prima linea nello sviluppo di programmi di guida autonoma e si posizionano, quindi, su entrambi i livelli di mercato. Subordinare l'autorizzazione alla sperimentazione a un “nulla osta” dei principali concorrenti, lasciando, peraltro, a questi ultimi ampi spazi di discrezionalità in merito al rilascio dello stesso, costituisce un ostacolo per gli sviluppatori indipendenti, ai quali potrebbe essere preclusa la possibilità di utilizzare i veicoli su cui testare i propri programmi di guida autonoma».

«Ostacolare gli sviluppatori indipendenti, ponendo restrizioni, quali quella in esame, che favoriscono le case automobilistiche - aggiunge l’Autorità - potrebbe determinare sia un rallentamento del progresso scientifico in tale ambito, sia una caratterizzazione dei sistemi di guida autonoma in senso proprietario, con il rischio di limitare l'interconnessione tra gli stessi. La richiesta di nulla osta appare, peraltro, ingiustificata o comunque non proporzionata. Anche ipotizzando che la ragione di tale previsione vada ricercata in esigenze di sicurezza e/o di allocazione delle responsabilità in caso di incidente, si deve osservare che tali esigenze appaiono già ampiamente soddisfatte da altre previsioni o, comunque, che le stesse potrebbero essere affrontate con norme meno restrittive».

L’Autorità conclude affermando che la norma del decreto sulle smart road «integri una restrizione della concorrenza nella misura in cui subordina l'accesso alla sperimentazione ad un autorizzazione discrezionale rilasciata da un diretto concorrente del richiedente, senza che siano ravvisabili ragioni obiettive di interesse generale che giustifichino la necessità di tale previsione o che, in ogni caso, ne facciano emergere la proporzionalità rispetto all'interesse generale perseguito dalla norma». L’Autorità auspica pertanto che il testo «venga modificato sulla base delle considerazioni sopra esposte» e invita il Mit a comunicare, entro 30 giorni «le determinazioni assunte con riguardo alle criticità concorrenziali sopra evidenziate».

In attesa di conoscere la decisione ufficiale del Mit sulla questione, fonti di Porta Pia fanno sapere che «si prende atto della segnalazione anche se si fa notare che le esigenze della concorrenza e del libero mercato vanno contemperate con la necessità di evitare che disguidi o addirittura incidenti gravi in fase di sperimentazione, vedi il caso Arizona - con lo sperimentatore che aveva disabilitato i sistemi di sicurezza attiva - possano uccidere in culla un mercato nascente».

La segnalazione del’Agcm sul decreto Mit sulle smart road

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