Appalti

Investimenti, dal riparto fondi alla centrale progetti: imbuto di scadenze a gennaio

di Massimo Frontera

In questo mese di gennaio si concentrano diversi e importanti provvedimenti attuativi previsti dalla legge di Bilancio. Appena pochi giorni fa - il 10 gennaio - ha visto puntualmente la luce il decreto del ministero dell’Interno che assegna 400 milioni di euro ai piccoli comuni da spendere per opere pubbliche . Ma è solo un piccolo antipasto rispetto alle altre misure attuative previste entro gennaio, tra assegnazione e riparto delle risorse o provvedimenti regolamentari. Ecco di seguito tutte le scadenze “pesanti” ( che si aggiungono al termine, previsto sempre entro il mese, per aggiornare le convenzioni sui 96 progetti del bando periferie) .

Maxi-fondo investimenti da 43,6 miliardi, entro il 31 gennaio il riparto
Vanno adottati entro il 31 gennaio prossimo i Dpcm attuativi per ripartire le risorse stanziate dal maxi-fondo destinato agli investimenti delle varie amministrazioni centrali. Il fondo ha una dimensione di 43,6 miliardi variamente distribuite sull’arco di 15 anni, tra il 2019 e il 2033. Le annualità più “leggere” sono quelle più vicine, a partire dai 740 milioni di euro appostate sul 2019, seguite dai 1.260 milioni di euro sul 2020 e i 1.600 milioni di euro sul 2021. Gli schemi dei decreti di riparto devono essere trasmessi alle Commissioni parlamentari competenti per il necessario parere (da esprimere entro 30 giorni). Dal momento che il testo non risulta ancora trasmesso si può già mettere in conto un ritardo nell’attuazione della misura rispetto al termine indicato in legge di Bilancio (termine peraltro non perentorio).
Come è noto, il maxi-fondo (nel solco del primo fondo investimenti, istituito dal comma 140 della finanziaria 2017) è il grande serbatoio con la benzina per rilanciare gli investimenti. Rispetto alle prime bozze della legge di Bilancio si è parecchio ridimensionato (da 50,2 a 43,6 miliardi ) e ha accolto anche una riserva speciale: la linea M5 della Metropolitana di Milano incassa 900 milioni per realizzare il prolungamento fino a Monza (di cui 15 milioni quest’anno, 1o milioni nel 2020, 25 milioni nel 2021, 95 milioni nel 2022, 180 milioni nel 2023, 245 milioni nel 2024, 200 milioni nel 2025, 120 milioni nel 2026 per finire con 10 milioni di euro nel 2027).
Le risorse potranno essere utilizzate come leva finanziaria per ottenere finanziamenti da Bei Bsc (Banca di sviluppo del Consiglio d'Europa) o Cdp. I Dpcm dovranno specificare anche i criteri e le modalità per l'eventuale revoca degli stanziamenti.

LA NORMA DELLA LEGGE DI BILANCIO (commi 95-96 e 98, articolo 1)

Strade e scuole, primi 250 milioni alle province entro quattro giorni (forse)
Iniezione di risorse cash in arrivo nelle casse delle province italiane da destinare espressamente alla manutenzione (senza ulteriore specificazione) di strade e scuole. Il finanziamento a pioggia e il vincolo di destinazione sono disposti dal comma 889, articolo 1, della legge di Bilancio. Le risorse ammontano a 3,75 miliardi di euro su un orizzonte di lungo termine: 15 anni, tra il 2019 e il 2033 con una “rata” di 250 milioni l’anno . La prima tranche di 250 milioni dovrebbe arrivare a giorni. Entro il 20 gennaio, infatti, il ministero dell’Interno dovrebbe ripartire la somma con un decreto di concerto con il ministero dell’Economia. Prima dell’emanazione, è però previsto un passaggio in conferenza Stato-città per l’intesa sullo schema di decreto. I tempi sono evidentemente molto stretti, e al momento non c’è ancora un una convocazione ufficiale della conferenza.
Metà delle risorse saranno ripartite tra «le province che presentano una diminuzione della spesa per la manutenzione di strade e di scuole nell'anno 2017 rispetto alla spesa media con riferimento agli anni 2010, 2011 e 2012 e in proporzione a tale diminuzione».
L’altra metà dei soldi viene invece ripartita tra le province in proporzione all'incidenza determinata, al 31 dicembre 2018, dalla manovra di finanza pubblica rispetto al gettito 2017 dell'imposta Rc auto, dell'imposta provinciale di trascrizione e del fondo sperimentale di riequilibrio. Le spese finanziate dalle risorse assegnate per ogni annualità devono essere liquidate o liquidabili per le finalità indicate, ai sensi del decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118, entro il 31 dicembre di ogni anno.
Come ricorda l’Upi in una nota, «la misura del concorso alla manovra di finanza pubblica delle Province, da considerare ai fini del calcolo della sua incidenza sulle entrate, è quella determinata dall'articolo 1, comma 418, della legge n. 190/2014 e 38 dell'articolo 47 del D.L. n. 66/2014, tenuto conto delle riduzioni consentite ai sensi dell'articolo 1, commi 838 e 839, della legge n. 205/2017».
Per rimpolpare gli uffici tecnici delle province, si precisa che nelle assunzioni di personale a tempo indeterminato, da destinare, prioritariamente, alle attività in materia di viabilità ed edilizia scolastica (ex articolo 1, comma 845, legge n. 205/2017) devono riguardare «figure ad alto contenuto tecnico-professionale di ingegneri, architetti, geometri, tecnici della sicurezza ed esperti in contrattualistica pubblica e in appalti pubblici».

LA NORMA DELLA LEGGE DI BILANCIO (commi 889-890, articolo 1)

A 1800 comuni 2,85 miliardi da destinare a opere pubbliche locali
Sono destinate a finanziare «piani di sicurezza a valenza pluriennale finalizzati alla manutenzione di strade scuole ed altre strutture di proprietà comunale» i 190 milioni di euro all’anno per 15 anni (2019-2033) da ripartire entro il 20 gennaio prossimo agli enti locali «a titolo di ristoro del gettito non più acquisibile dai comuni a seguito dell'introduzione della Tasi». L’Anci stima che la norma riguardi circa 1.800 enti locali. Il provvedimento per il riparto deve ottenere l’intesa in conferenza unificata. Le risorse assegnate annualmente vanno spese entro la fine dello stesso anno. I primi 190 milioni dovranno essere pertanto essere spesi entro il 31 dicembre 2019.

LA NORMA DELLA LEGGE DI BILANCIO (commi 892-895, articolo 1)

Centrale di progettazione, tutto da decidere entro il 30 gennaio
Entro il 30 gennaio si dovrebbe alzare il sipario sulla centrale di progettazione delle opere pubbliche, prevista dalla legge di Bilancio ai commi 162-170 (più il finanziamento indicato al comma 106). Come è noto, tutte le principali caratteristiche della «Struttura per la progettazione di beni ed edifici pubblici» sono rimaste indeterminate. Sarà un Dpcm a indicare «la denominazione, l'allocazione, le modalità di organizzazione e le funzioni», cioè praticamente tutto. Al momento l’identikit dell’organizzazione è abbastanza sfocato. I soli punti fermi sono il suo “indirizzo”, presso l’Agenzia del Demanio, alla quale vengono destinati 100 milioni di euro all’anno, dal 2019 in poi, per assicurarne il funzionamento. L’altro punto fermo è consiste nel fatto che il ricorso alla centrale di progettazione - sia da parte delle amministrazioni centrali, sia da parte degli enti locali - sarà facoltativo, «previa convenzione e senza oneri diretti di prestazioni professionali rese per gli enti territoriali richiedenti». Un ulteriore decreto attuativo - un Dpr da adottare entro marzo - avrà il compito di coordinare le funzioni e le attività della «Struttura» con le norme del codice appalti.

LA NORMA DELLA LEGGE DI BILANCIO (commi 162-170, articolo 1)

Fondi aggiuntivi per investimenti, accordo (facoltativo) con 15 regioni
Nelle materia a legislazione concorrente, la legge di Bilancio ha previsto la possibilità di siglare un accordo tra Stato e le regioni a statuto ordinario, per le quali si prevede dal 2021 il superamento del meccanismo del saldo di competenza e delle relative regole finanziarie. Superamento che, invece, scatta da quest’anno (in ottemperanza ad alcune sentenze della Corte costituzionale) per Regioni a statuto speciale, province, città metropolitane e comuni (in base ai commi 819-826 della legge di Bilancio).
I 15 enti territoriali a statuto ordinario possono approvare entro il 31 gennaio un’intesa in conferenza Stato-Regioni sui fondi aggiuntivi «per il finanziamento degli investimenti e lo sviluppo infrastrutturale del Paese nelle materie di competenza concorrente» da definire con appositi Dpcm. L’accordo non è obbligatorio, ma lo è la scadenza, nel senso che se le Regioni vogliono decidere stanziamenti aggiuntivi dovranno farlo entro il 31 gennaio.

LA NORMA DELLA LEGGE DI BILANCIO (comma 824, articolo 1)

Mobilità elettrica: largo a segway, hoverboard e monopattini
Sempre entro la fine del mese - precisamente entro il 30 gennaio - il ministero delle Infrastrutture deve definire «le modalità di attuazione e gli strumenti operativi della
sperimentazione» della micromobilità elettrica con «mezzi di trasporto innovativi e sostenibili». Di che si tratta? Lo spiega il comma 102 della legge di bilancio: «veicoli per la mobilità personale a propulsione prevalentemente elettrica, quali segway, hoverboard e monopattini».

LA NORMA DELLA LEGGE DI BILANCIO (comma 102, articolo 1)

Anticipazione agli enti in dissesto per pagare le imprese
Il comma 907 della legge di Bilancio prevede che entro il 31 gennaio i comuni che nel secondo semestre del 2016 hanno dichiarato lo stato di dissesto finanziario possono chiedere - con richiesta motivata - al ministero dell’Interno, l’assegnazione, a titolo di anticipazione, di somme per pagamenti in sofferenza. Tale assegnazione viene erogata fino a un massimo di 20 milioni di euro per ciascun comune, calcolando l’importo di 300 euro per abitante. La somma deve essere restituita nell’arco dei tre esercizi successivi, in parti uguali, entro il 30 settembre di ciascun anno. Altrimenti entra in azione l’Agenzia delle entrate recuperando le somme direttamente dal gettito Imu.

LA NORMA DELLA LEGGE DI BILANCIO (comma 907, articolo 1)

La norma sulla Struttura per la progettazione delle opere pubbliche

La norma sull’anticipazione di somme ai comuni in dissesto finanziario

La norma sui finanziamenti aggiuntivi per investimenti di Regioni a statuto ordinario

La norma sui 190 milioni di euro l’anno agli enti locali

La norma sui 250 milioni l’anno alle Province

La norma sul riparto del maxi-fondo investimenti

La norma sullo sviluppo della micro-mobilità elettrica

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